I 5 stelle in commissione Finanze hanno presentato una serie di modifiche al decreto per aumentare i controlli e fissare paletti più severi, tra cui un inasprimento delle pene e le sanzioni per i dirigenti bancari che commettano reati nell’esercizio delle loro funzioni. O il veto per gli ex dipendenti di Banca Italia perché non lavorino negli istituti per almeno sei anni. Ma dal Carroccio lasciano intendere che non sono disponibili a mediare
Una serie di norme da inserire nel decreto Carige in discussione alla Camera in questi giorni per fissare paletti più severi, aumentare i controlli, ed “evitare che le crisi bancarie si verifichino di nuovo in futuro”. E’ questo il senso di alcuni emendamenti presentati dai 5 stelle in commissione. Ma la Lega non sembra essere intenzionata ad accettare modifiche. “Non c’è l’intenzione”, ha detto il viceministro dell’Economia Massimo Garavaglia. “Per noi non passa niente”. Tra le modifiche proposte, una stretta ai compensi dei manager in caso di ingresso dello Stato nel capitale di Carige e un inasprimento delle sanzioni per i reati connessi all’esercizio dell’attività bancaria.
I 5 stelle propongono ad esempio di inasprire le pene e le sanzioni per i dirigenti bancari che commettano reati nell’esercizio delle loro funzioni. Oppure chiedono che nel Ddl venga introdotta una norma che vieti la possibilità di legare una parte degli stipendi dei dipendenti di banche e società di intermediazione finanziaria, o le loro promozioni di carriera, ai risultati conseguiti nel collocamento di prodotti finanziari. O, ancora, tornano sul tema delle cosiddette ‘porte girevoli’ e per impedire la commistione tra controllanti e controllate pongono agli ex funzionari di Bankitalia il veto per 6 anni prima di andare a lavorare per una banca. C’è poi un emendamento finalizzato a ridurre gli oneri delle crisi bancarie a carico dello Stato che prevede che i manager delle banche debbano sottoscrivere un’assicurazione a copertura della responsabilità civile derivante dalla loro attività. E per quello che riguarda Carige in particolare, viene anche previsto un tetto per i compensi dei dipendenti qualora nell’azionariato dovesse entrare lo Stato.
Il 31 gennaio la commissione prenderà in esame tutti gli 87 emendamenti di maggioranza e opposizione e decreterà se sono ammissibili o meno. Ma secondo quanto spiegano i tecnici è da mettere in conto che una buona parte possa essere respinta. I criteri di ammissibilità, soprattutto nel caso della conversione di un decreto legge, sono infatti particolarmente rigidi e devono attenersi rigorosamente all’oggetto contenuto nel titolo del provvedimento, viceversa non potranno riferirsi a una materia più ampia. Nella fattispecie, dovranno quindi essere relativi a Banca Carige. Più difficile pensare che possano invece essere introdotte norme per il riordino del sistema bancario nel suo complesso. L’iter del decreto ha comunque già subito un’accelerazione visto che oggi la conferenza dei capigruppo di Montecitorio ha fissato la discussione generale sul dl Carige in aula a Montecitorio dal prossimo 11 febbraio, mentre le votazioni avranno inizio dal 12 febbraio.