L'Inps è incaricato di monitorare le uscite per evitare di far deragliare i conti. Se si arriva al livello di allarme sono previste clausole di salvaguardia. L'eventuale riduzione del reddito riguarderebbe solo le erogazioni successive all'esaurimento delle risorse
Due clausole di salvaguardia che prevedono la sospensione e successiva “rimodulazione” dell’ammontare del reddito di cittadinanza e tagli agli stanziamenti dei ministeri in caso di eccesso di spesa rispetto alle risorse stanziate per gli interventi sulle pensioni. Le prevede il decretone sulle due misure bandiera di Movimento 5 Stelle e Lega, pubblicato in Gazzetta ufficiale lunedì e ora all’esame del Senato per la conversione in legge. La relazione tecnica dettaglia l’ammontare degli stanziamenti per i due interventi e i tempi e modi del monitoraggio delle uscite per evitare di far deragliare i conti.
Per il reddito e le pensioni di cittadinanza ci sono nel 2019 5,6 miliardi totali, che salgono a 6,7 aggiungendo i 274 milioni previsti per continuare a erogare il Rei fino ad aprile, 600 milioni per il rafforzamento dei centri per l’impiego, 200 milioni per l’assunzione dei navigator da parte di Anpal servizi, 50 milioni per le assunzioni dell’Inps e 20 per i Caf. Lo stanziamento sale a 8 miliardi complessivi nel 2020 e 8,3 nel 2021. Ogni anno la cifra necessaria per erogare il reddito sarà trasferita all’Inps e “il soggetto incaricato del Servizio integrato di gestione della carta acquisti e dei relativi rapporti amministrativi” – per ora le Poste – preleverà le risorse necessarie.
In caso di esaurimento delle risorse disponibili, “con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze” verrà “ristabilita la compatibilità finanziaria mediante rimodulazione dell’ammontare del beneficio”. Nelle more dell’adozione del decreto, “l’acquisizione di nuove domande e le erogazioni sono sospese“. La rimodulazione riguarderà comunque solo le erogazioni successive all’esaurimento delle risorse. Entro il 10 di ogni mese l’Inps dovrà inviare un rendiconto al Ministero del Lavoro e a quello dell’Economia e segnalare il raggiungimento del 90% delle risorse disponibili: una sorta di allarme preventivo che segnalerà la necessità di limitare le uscite.
L’articolo 28 sulle disposizioni finanziarie prevede una clausola simile anche per quanto riguarda le domande di pensionamento anticipato con quota 100, ape sociale e opzione donna, per le quali sono stanziati 4,7 miliardi nel 2019 che salgono a 7,5 nel 2020. L’Inps è incaricato di un monitoraggio mensile nel 2019 e trimestrale a partire dal 2020 e della preparazione di una “rendicontazione degli oneri in oggetto, anche a carattere prospettico, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell’economia”. In caso di scostamento rispetto alle previsioni complessive di spesa, il Tesoro “adotta le iniziative di salvaguardia finanziaria” previste dalla legge sulla contabilità e finanza pubblica del 2009: riduzione degli stanziamenti iscritti nello stato di previsione del Tesoro stesso e, qualora non sia sufficiente, taglio agli stanziamenti degli altri ministeri. Nel caso in cui invece “gli scostamenti non siano compensabili nel corso dell’esercizio”, si provvederà con una legge ad hoc o con la legge di Bilancio.