“Sono accusato di reato di sequestro aggravato per il caso Diciotti? Non finiscono in galera gli spacciatori, ma un ministro che difende gli italiani. Io lo faccio e lo rifaccio, non c’è problema”. Così a Dimartedì (La7) il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, commenta la vicenda che lo riguarda sul caso Diciotti.
E aggiunge: “Il Senato e gli italiani devono decidere se sto facendo qualcosa che è nell’interesse del popolo italiano o no. Non ho commesso un reato, perché ci sono segnalazioni precise che nei barconi si infiltrano delinquenti, spacciatori, terroristi. A ogni barcone che arriva illegalmente in Italia ho detto, dico e dirò di no, perché in Italia si arriva col permesso. Se questo per qualche magistrato è un sequestro di persona, per me è difendere i confini e la sicurezza del mio Paese. E io continuerò a fare la stessa cosa”.
Il conduttore Giovanni Floris replica: “Se è un reato o no il giudizio sarà del magistrato. Altrimenti torniamo al passato. Si ricorda Berlusconi quando lamentava che erano tutti contro di lui?”.
”No, guardi, è ben diverso” – risponde Salvini – “Qualche altro ministro era indagato perché grattava. Io sarei indagato perché difendo il mio Paese. Quindi, c’è una bella differenza. Questa inchiesta non mi toglie il sonno. Io ritengo di aver applicato la Costituzione, secondo cui ‘difendere la sicurezza della patria è un dovere di ogni cittadino’. E io sono un cittadino che fa il ministro”.
Salvini poi attacca le Ong e rincara: “Io sono convinto che ci sia un traffico di esseri umani organizzato. Non stanno arrivando i poveretti dall’Africa, ma altre persone. Mi ha fatto anche imbestialire l’equiparazione tra i campi di sterminio nazisti, che sono una vergogna della storia, e il controllo dell’immigrazione, che è un sacrosanto diritto del ministro di un Paese”.
Floris gli fa notare che si parlava di lager in Libia e Salvini aggiunge: “Ah, perché mi hanno dato anche del nazista e dell’Hitler”.