Il testo è stato incardinato nelle commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali e contestualmente è stato anche deciso di intraprendere un ciclo di audizioni con esperti in materia. Il presidente Fico: "Siamo di fronte a un lavoro che richiederà tutta la sensibilità e la lungimiranza possibile per trovare una sintesi comune". Cappato: "Grande occasione di affrontare un tema sempre più sentito e radicato nella società italiana, e di farlo fuori da logiche di fazione e schieramento"
Il Parlamento ha iniziato a parlare di eutanasia. Tre mesi dopo il sollecito della Consulta che ha lasciato un anno di tempo ai partiti per sanare il vuoto normativo, la Camera dei deputati ha avviato la discussione generale sulla proposta di legge di iniziativa popolare in tema di rifiuto dei trattamenti sanitari e liceità dell’eutanasia. La Corte costituzionale infatti, il 24 ottobre scorso era chiamata a esprimersi sul caso dj Fabo, e invece di prendere posizione ha deciso di lasciare al Parlamento tempo fino al 24 settembre per sanare le lacune legislative in materia: le forze politiche, dopo tre mesi di stallo durante i quali la questione non è stata nemmeno toccata, hanno ora solo otto mesi per riuscire ad arrivare a un accordo. Il testo della proposta di legge (Atto Camera 2) è stato incardinato nelle commissioni congiunte Giustizia e Affari Sociali e contestualmente è stato anche deciso di intraprendere un ciclo di audizioni con esperti in materia. L’iter dei lavori è iniziato con la lettura delle relazioni da parte dei due relatori, Giorgio Trizzino (M5s) per la dodicesima Commissione e Roberto Turri (Lega) per la seconda Commissione. L’esame dovrebbe riprendere la prossima settimana.
Il primo a dirsi soddisfatto è stato il presidente di Montecitorio Roberto Fico: “Sono orgoglioso della scelta di partire dalla legge di iniziativa popolare”, ha commentato. “La Consulta ha dato alle Camere un anno per colmare il vuoto normativo sul fine vita, un’indicazione di tempo precisa in un’ottica di dialogo e di sinergia fra le più alte istituzioni del Paese. Siamo di fronte a un compito importante per la Camera, un compito da affrontare con grande senso di responsabilità per avviare la riflessione su un argomento delicato, su cui si è registrato un ritardo normativo notevole. È un lavoro che richiederà tutta la sensibilità e la lungimiranza possibile per trovare una sintesi comune”.
La proposta di legge è frutto delle battaglie dell’Associazione Luca Coscioni, che ha raccolto 130mila firme per portare il tema all’esame del Parlamento. La Pdl era già stata incardinata nella precedente legislatura, ma l’esame non era andato oltre l’illustrazione iniziale della relazione. “Sono passati 1965 giorni dal deposito delle firme a Montecitorio“, ricorda l’associazione, “e mancano solo otto mesi per rispondere all’ordinanza della Corte costituzionale”. “Il Parlamento”, ha aggiunto Marco Cappato dell’Associazione Luca Coscioni, “ha la grande occasione di affrontare un tema sempre più sentito e radicato nella società italiana, e di farlo fuori da logiche di fazione e schieramento. Secondo una recente indagine commissionata a SWG si tratta, di una legge attesa dal 76% degli italiani”. E si è rivolto ai presidenti delle Camere: “Chiedo ai Presidenti delle Camere Fico e Casellati di fare tutto ciò che è in loro potere per garantire il rispetto del termine indicato dalla Consulta per il 24 settembre”. Un appello da Cappato va anche alla Commissione di Vigilanza Rai: “E’ fondamentale che intervenga per affermare il diritto dei cittadini di essere finalmente informati su questo tema anche attraverso il contraddittorio tra le diverse posizioni”.