197 nomi per un totale di 16,5 milioni di euro non incassati dalle casse pubbliche: nella lista di chi è riuscito a non pagare le infrazioni stradali c'è di tutto, nomi noti e perfetti sconosciuti
“Categoria rossa”. Arrivavano così codificate le richieste dall’alto a Pasquale Libero Pelusi, l’ex dirigente del Dipartimento Risorse Economiche del Comune di Roma, protagonista dell’inchiesta ribattezzata “multopoli”, che ha visto la Procura di Roma accertare la cancellazione “allegra” di multe stradali per ben 16,5 milioni di euro dal 2008 al 2015. E una delle persone che intercedeva per gli “amici” era Maurizio Salvi, ragioniere generale del Campidoglio per 10 anni – nominato da Veltroni, tenuto da Alemanno e dimessosi con Marino – dunque di fatto “capo” di Pelusi, cui nell’aprile 2012 scriveva in email: “So che sto diventando noioso, però di sarei grato se potessimo verificare anche questa posizione”. Con il dirigente che poi girava alle sue sottoposte la mail con il medesimo oggetto “altra scocciatura”. E così la contravvenzione veniva magicamente eliminata dal sistema.
IL MONDO DI DESTRA – Di nomi dei cosiddetti “furbetti” ce ne sono tanti, ben 197. Ovviamente, ognuna delle loro posizioni è ancora al vaglio degli inquirenti e non e’ detto che per tutti quanti le indagini proseguano. Alcuni sono nomi sconosciuti, altri di funzionari pubblici – soprattutto della Prefettura di Roma – altri ancora legati a doppio filo con un sistema che, all’epoca dei fatti indagati, vedeva il centrodestra al governo della città. Ecco allora che si scopre, dalle carte dei pm, che oltre al presidente della Ss Lazio, Claudio Lotito, fra i beneficiari c’e’ l’Eurosanita’ Srl – ottenuto uno sgravio di 426,85 euro – società di proprietà della famiglia di Giuseppe Ciarrapico, l’imprenditore ed ex senatore Pdl amico di Giulio Andreotti che si definiva “fascio democristiano”: a Roma, i suoi parenti possiedono il Policlinico Casilino e tre cliniche prestigiose come Quisisana, Villa Stuart e Sant’Elisabetta. Marino Zigrossi, invece, era il commercialista di Fabrizio Pollak, coinvolto – e poi assolto – nell’inchiesta Mafia Capitale per i suoi rapporti con Massimo Carminati e l’affare dello stadio del Rugby all’Eur; Zigrossi risulta essere stato anche mandatario elettorale di Gianni Alemanno. A proposito del “cecato”, spicca nell’elenco i nomi del suo braccio destro Riccardo Brugia e della compagna Annalisa Ugazio, che hanno ottenuto la cancellazione di multe in totale per oltre 700 euro. Altri nomi noti nell’ambiente di destra sono quelli dell’ultras della Lazio, Paolo Arcivieri, ex capo degli Irriducibili – fra i condannati nell’inchiesta sulla scalata della società biancoceleste, guidata proprio da Lotito – e di Rodolfo Anastasi, ex candidato di partiti come Casapound e Movimento per le Autonomie.
IL “CAVALIERE” E LA PRINCIPESSA – C’è dell’altro ovviamente. Perché bastava conoscere qualcuno che potesse intercedere e il gioco era fatto. Fra i beneficiari indagati dalla Procura, infatti, ci sono anche un cavaliere della Repubblica, Gianfranco Refe e la principessa Caterina Torlonia, erede dell’importante famiglia romana, da qualche anno trasferitasi all’estero. Benedetta Luchi, invece, risulta essere stata in passato una collaboratrice di Radio Vaticana e Alessandro Pettinato un dirigente dell’Unione Italiana delle Camere di Commercio. Carlo Marinetti, invece, sarebbe stato impiegato nello Studio Ripa Di Meana e Paolo De Angelis vice direttore generale della Bnl. Nell’elenco anche Angelo Gava, figlio dell’ex ministro Antonio Gava, uno dei leader della corrente Alleanza Popolare della Democrazia Cristiana. Fra i nomi presenti anche quello di Domenico Romito che risulta essere Avvocato dei Consumatori.
I DIPENDENTI PUBBLICI – Non mancano i dipendenti pubblici. Risultano aver percepito redditi dalla Prefettura di Roma o dal Ministero dell’Interno Luisa Amedei, Giuseppe Barbagallo, Fabrizio Bordoni – solo omonimo dell’ex assessore Davide – Stefano Santoro, Gianluca Salzano e Antonio Palumbo. Luciana Santucci è una dipendente del Ministero Economia e Finanze e Antonio Quartucci del Mibact. Sotto inchiesta anche Giovanna Parlato, dipendente della presidenza del Consiglio dei ministri, Stefano Santoro, dipendente della presidenza della Repubblica e Christian Tirati, che risulta percepire redditi dal ministero della Difesa, così come Annamaria Proto. A livello locale, spiccano Damiano Colaiacomo, dirigente nella società regionale Arsial ed ex direttore del Dipartimento risorse umane del Comune; Gloria Bianchin (Roma Servizi per la mobilità), Antonio Esposito, Patrizia De Latte, Fabio Bagnato, Francesco Bagnato e Stefano Masselli, tutti dipendenti (attuali o in pensione) del Comune di Roma.
LE ARCHIVIAZIONI – Va considerato che l’elenco inizialmente stilato dalla Procura di Roma era ancora piu’ nutrito, in quanto i presunti reati perpetrati prima del 2012 stanno andando via via in prescrizione. Gli importi di questi verbali avrebbero consentito di raggiungere la cifra stimata dagli inquirenti, 16,5 milioni di euro. Fra i nomi stralciati per decorrenza massima dei tempi di inchiesta pare ci fosse anche quello dell’ex calciatore dell’As Roma, Vincent Candela. L’incartamento, tuttavia, e’ stato già trasferito alla Corte dei Conti per valutare il danno all’erario e le relative responsabilità.
Aggiornato da redazione web il 7-2-2019