Un’indagine per omissione d’atti d’ufficio è stata aperta dalla procura di Roma. Il fascicolo è relativo al naufragio avvenuto il 19 gennaio scorso nel Mar Mediterraneo in cui morirono 117 persone. Fondamentale per stabilire il numero delle vittime è stato il racconto dei tre superstiti. Il procedimento non al momento alcun indagato ma è a carico di ignoti.
L’ufficio inquirente della Capitale ha avviato il fascicolo sulla base alle carte trasmesse per competenza dalla procura di Agrigento. Al centro delle indagini dei pm c’è l’attività svolta su questa vicenda dal Centro di coordinamento di ricerca e soccorso della Guardia costiera italiana. Il fascicolo è coordinato dal procuratore capo Giuseppe Pignatone.
Ad avvistare un gommone semiaffondato era stato un velivolo dell’Aeronautica militare italiana che aveva riferito di 20 persone a bordo. Poco dopo un elicottero della nostra Marina militare ha recuperato tre superstiti. Arrivati a Lampedusa, i naufraghi hanno riferito agli uomini dell’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, che sul gommone non c’erano solo altri 17 migranti, come emerso inizialmente, ma “circa 120, comprese 10 donne, di cui una incinta e due bambini, uno di appena qualche mese”, come aveva racconato al fattoquotidiano.it Flavio Di Giacomo (Oim).