I mediatori culturali gli hanno spiegato che non si trattava di esplosioni o di guerre in corso, ma solo di fuochi d’artificio in onore della santa patrona, e solo allora si sono calmati e la situazione è tornata alla normalità.
Uno scoppio, poi un altro. E un altro ancora. I tradizionali fuochi d’artificio a Catania, in vista della Festa di Sant’Agata, Santa patrona della città. Ma alcuni dei ragazzini, di minore età, quindici in tutto, appena scesi dalla nave, durante le operazioni di identificazione, si sono gettati a terra spaventati perché convinti che fossero esplosioni o bombe. Proprio come accadeva in Libia. O nei loro paesi di origine. Poi i mediatori culturali gli hanno spiegato che non si trattava di esplosioni o di guerre in corso, ma solo di fuochi d’artificio in onore della santa patrona, e solo allora si sono calmati e la situazione è tornata alla normalità.
A raccontarlo all’Adnkronos sono stati proprio alcuno dei mediatori che hanno accolto i quindici minorenni, il più giovane dei quali ha 14 anni. Quando è stato spiegato loro che erano solo fuochi d’artificio per la festa di Sant’Agata, la tensione si è sciolta e hanno sorriso. I quindici minori non accompagnati sono stati portati in una struttura specializzata per l’accoglienza dei minori.