IL PRIMO RE di Matteo Rovere. Con Alessandro Borghi, Alessio Lapice, Fabrizio Rongione. Italia 2019. Durata: 123’ Voto: 3/5 (DT)
La leggenda di Romolo e Remo in chiave ultrarealista, sporca, brutale, violenta, e in protolatino (con sottotitoli). Dopo la piena del Tevere che travolge uomini e animali, i due fratelli vengono imprigionati, poi si rivoltano e fuggono con un piccolo gruppo di prigionieri. Rapiscono la vestale del fuoco, attraversano pieni di timori e diffidenza la buia foresta, si scontrano ferocemente con tribù guerriere, conquistano villaggi, e fondano Roma. Il film che non t’aspetti dall’industria cinematografica italiana.
Nove di milioni di euro di budget, preparazione e realizzazione tecnica ad altissimo livello, un terzo di film a mille, tra botte, sangue che zampilla e arti spezzati, poi la stasi e il tentativo claudicante di rilanciare la storia sul finale. Ma manca un’epica riconoscibile che s’imponga marchiando il film e uno sviluppo drammaturgico che tenga il ritmo costante. Attori imbruttiti e imbarbariti, tutti piegati alla performance fisica dell’action (straordinari i comprimari inferociti del manipolo in fuga) e ad una insolita mancanza di sottotrame, escluso l’ovvio rapporto Remo/Romolo, che però alla lunga si fa sentire. Bravo Borghi che, nella sua determinazione furiosa e fragile da condottiero, non si mangia il film.