Il ministro dell'Interno in Val di Susa in sostegno della Grande opera: "Si può limare il piano, ma costa più fermarla che terminarla". I Cinquestelle di Torino: "Provocazione che mette a rischio il governo". Fraccaro non chiude a un referendum "dal basso", ma da Di Maio a Di Stefano, c'è irritazione per la "passarella" di Salvini. Intanto la titolare dei Trasporti francese dice: "Questo progetto che deve arrivare fino in fondo"
La visita del vicepremier della Lega Matteo Salvini al cantiere di Chiomonte per ribadire il sostegno al Tav, con un chiaro “prima si fa e meglio è“, riaccende le tensioni tra i soci di governo che da giorni si scontrano a distanza sull’argomento. Il M5s fa muro, da Luigi Di Maio fino al gruppo in consiglio comunale a Torino, e legge la passeggiata del leader del Carroccio in val di Susa come “l’ennesima provocazione“. “Io a Chiomonte non vado perché lì non è stato scavato ancora un solo centimetro: c’è solo un tunnel geognostico. Per me il cantiere non è un’incompiuta, ma una mai iniziata“, ha replicato per primo Di Maio. “Salvini non è andato a vedere il cantiere del Tav, ma un buco di 5 metri“, ha aggiunto il sottosegretario M5s Manlio Di Stefano, rinforzando il concetto in un tweet: “Basta chiacchiere inutili su un’opera inutile, che non si farà. Punto”. Ancora più dura Valentina Sganga, capogruppo M5s a Torino: “La visita di Salvini a Chiomonte è una inutile provocazione che mette a rischio il governo“. Mentre il premier Giuseppe Conte ha tentato di ridurre lo scontro ricordando che “non c’è solo la Tav”.
Salvini è andato a visitare il cantiere, parole sue, per esprimere “solidarietà alle forze dell’ordine che lo presidiano”: “Si può limitare il progetto”, ha detto, “ma fermare i lavori costa più che finirla”. Ad accoglierlo c’era un gruppo di attivisti No Tav (qui il reportage del Fatto.it dalla Val di Susa), che hanno cercato di forzare il varco e sono stati fermati dalla polizia. In contemporanea la ministra francese ai Trasporti ha visitato il cantiere di Saint-Martin-De-La-Port e garantito che per Parigi si va avanti.
M5s apre sul referendum. Ma ribadisce: “Cantiere Tav? E’ un buco di 5 metri”
Dopo giorni di tensioni, a dare un primo segnale di apertura era stato il ministro M5s per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro parlando della possibilità di fare un referendum: “Non siamo affatto contrari”, ha detto, “se i cittadini chiedono un referendum ben venga. Ma è uno strumento che parte dal basso, non può essere calato dall’alto”. Prima di lui ne aveva parlato il sottosegretario M5s Stefano Buffagni, ma il presidente della Camera Roberto Fico aveva frenato. Poi però le frasi di Salvini da Chiamonte hanno irritato i partner di governo. Luigi Di Maio ha risposto per primo ribadendo che a Chiomonte non va perché “lì non è stato scavato ancora un solo centimetro”. E ha aggiunto: “La spesa del Tav può essere benissimo dirottata sulla metropolitana di Torino o sull’autostrada Asti-Cuneo. Lasciamo i soldi a quel territorio, ma investiamoli per cose prioritarie”. Al ministro dell’Interno direttamente ha invece replicato Di Stefano: “Di quale opera parla? Non esiste nessuna opera in corso. Su questo tema non bisogna fare propaganda elettorale, bisogna dire solamente la verità agli italiani. Noi vogliamo investire i soldi dei cittadini italiani per realizzare opere utili a tutti”.
“Consiglio alla Lega di non strumentalizzare questo tema per mera campagna elettorale. Sono sicura che Salvini abbia visto con i propri occhi, oggi, cosa c’è di un’opera che è diventata oramai leggenda: quasi il nulla”, attacca anche la sottosegreteria al Mef Laura Castelli. Ma è praticamente tutto il M5s a parlare, dai deputati della commissione Ambiente agli europarlamentari, come Ignazio Corrao che dice: “Il Tav non è un’opera prioritaria per il Paese”. I più infastiditi dalla visita di Salvini a Chiomonte sono però sicuramente i consiglieri pentastellati di Torino che in una nota parlano di “ennesima passerella” del ministro “che usa il suo ruolo e le divise delle forze dell’ordine per inutili provocazioni”. “La strada è tracciata. Bisogna pubblicare l’analisi e abrogare leggi e trattati. Nel frattempo i cantieri vanno fermati e comunicato alla Francia che la Tav non si farà”, ribadisce M5s Torino, appoggiata anche da Luca Carabetta, portavoce piemontese, che dichiara: “Una follia sostenere che fermare l’opera sia uno spreco di soldi per i cittadini, visto che non esiste alcuna opera avviata da fermare”.
La ministra francese ai Trasporti: “Siamo impegnati in questo progetto, deve arrivare fino in fondo”
Intanto la data più attesa è quella della pubblicazione dell’analisi costi-benefici. Nei giorni scorsi i media francesi avevano ipotizzato che il documento sarebbe stato consegnato alla ministra Elisabeth Borne prima del 1° febbraio, ma la notizia era stata smentita direttamente dal ministero dei Trasporti italiano. Ieri in compenso è stato lo stesso Toninelli a dire che la diffusione avverrà “entro metà febbraio”, ma che ad ogni modo il primo passaggio sarà il confronto con la Francia e l’Ue, poi la pubblicazione del report. Proprio oggi tra l’altro, in contemporanea alla visita di Salvini sul fronte italiano, la ministra Borne si è presentata al cantiere di Saint-Martin-De-La-Port. “La Francia è veramente impegnata in questo progetto. E’ più di un progetto, è una realizzazione”, ha detto, insistendo sulla “chiara posizione della Francia” per il proseguimento dei lavori: la Torino-Lione deve “arrivare fino in fondo“. “La Francia ha confermato il rispetto degli accordi firmati tra i nostri due Paesi”, ha scritto in un tweet la ministra che, per i media francesi, è “fiduciosa” sulla decisione del governo italiano. Borne ha rifiutato di indicare tempi e scadenze. Ha solo ricordato che bisogna rispettare il calendario per non perdere i finanziamenti dell’Unione europea e che “per realizzare il tunnel bisogna essere in due“.
Salvini al cantiere di Chiomonte: “Si può limare progetto, ma fermare l’opera costa di più che finirla”
La visita di Salvini al cantiere di Chiomonte era in programma da circa una settimana. Al suo arrivo si sono registrate alcune tensioni tra polizia e manifestanti No Tav. Alcune decine di attivisti del Movimento che si oppone alla realizzazione della nuova ferrovia ad Alta Velocità si sono radunate nei pressi della centrale. Sul posto la polizia in assetto antisommossa ha reagito ad alcune provocazioni con le manganellata. Nella zona era in corso una abbondante nevicata. “Qui non ci sono ultrà del sì o del no“, ha detto Salvini dopo aver ribadito che secondo lui l’opera va terminata il prima possibile. “Se tornare indietro costa come andare avanti, io sono per andare avanti“, ha continuato. “E’ un governo che tiene all’ambiente, che vuole ripulire l’aria e togliere i tir dalle autostrade? Bene, quest’opera lo fa ed io penso sia meglio avere meno inquinamento, meno auto in giro e più treni. Si stanno facendo tanti tunnel nelle Alpi. Tutti stanno andando avanti, noi saremmo gli unici che si fermano”.
Per Salvini, è vero che il piano può essere rivisto, ma la Lega non vuole mediare sul fatto che comunque l’opera venga portata a termine. “I 5 stelle hanno ragione perché il progetto è partito probabilmente sovrastimato, si può controllare, si può rivedere, limare, ma ci sono 25 km di tunnel scavati sotto la montagna, ritengo sia più utile spendere i soldi per finirla. Sospendere l’opera e riempire i buchi aperti costa di più che finire l’opera”. Ma, ha ricordato, “il contratto di governo è chiaro. A occhio si può risparmiare almeno un miliardo di euro, da reinvestire sulla metro di Torino o per il sostegno ai comuni interessati dall’opera”.
Salvini per l’occasione ha scelto di indossare la “giacca della polizia“, “sperando che nessuno si offenda dalle parti di Saviano e Fazio”: “Ho deciso di farlo per ricordare che per presidiare l’opera abbiamo impiegato decine di migliaia di uomini delle forze dell’ordine per un costo di 63 milioni di euro che hanno pagato gli italiani, con quasi 400 feriti”. Quindi su chi contesta l’opera ha detto: “Uno può essere favorevole o contrario ma lo fa a volto scoperto e senza lanciare molotov. Se qualcuno vuole discutere di come ridimensionare e rivedere l’opera si può discutere e i tavoli sono sempre aperti. Se qualcuno va in giro a volto coperto e con i bastoni non è un No Tav ma un cretino”.