Un ‘ricatto’ nei confronti della sindaca Chiara Appendino: voleva un nuovo lavoro oppure, stando a quanto ipotizzano i magistrati, avrebbe fatto rivelazioni compromettenti, riporta Repubblica. Una vera e propria estorsione, secondo la procura di Torino, quella che Luca Pasquaretta – ex portavoce della sindaca M5s del capoluogo piemontese – avrebbe fatto subito dopo la fine del suo incarico, lo scorso 5 agosto.
Il giornalista, dall’autunno nello staff della viceministra dell’Economia Laura Castelli, è indagato anche per traffico di influenze illecite e turbativa d’asta. Le sue abitazioni, sia a Roma che a Torino, sono state perquisite dai carabinieri, che hanno sequestrato il suo cellulare e il personal computer. Nel pomeriggio di venerdì, l’assessore al Commercio del Comune di Torino, Alberto Sacco, è stato ascoltato per oltre 5 ore dal pm Gianfranco Colace, che coordina le indagini su Pasquaretta, come persona informata dei fatti.
Giornalista, 41 anni, di origini lucane, l’assistente del viceministro Castelli è indagato anche in un procedimento in cui si ipotizza il reato di peculato per una consulenza da 5mila euro (poi restituiti) svolta per l’edizione del Salone del Libro di Torino del 2017. E proprio da quell’inchiesta, già nota quando si è trasferito al ministero del Tesoro, avrebbe preso piede l’indagine attuale che ipotizza tre reati, uno dei quali – la turbativa d’asta – riguarda una vicenda accaduta in Basilicata secondo la ricostruzione de La Stampa.
Pasquaretta è sotto accusa anche in una terza inchiesta, nota dal gennaio 2018, per apertura abusiva di luoghi di spettacolo e invasione di terreni, in relazione alla sistemazione nel Parco Dora di un maxischermo in occasione della finale di Champions League Juventus-Real Madrid, la stessa sera della tragedia di piazza San Carlo.