Secondo le ricostruzioni, l'uomo non accettava la separazione. L'ha aspettata sotto casa, nel garage, per poi colpirla a morte. Ferita anche la sorella della vittima di 23 anni, ricoverata e subito operata. Il delitto è avvenuto a meno di 20 giorni da quello di Gorlago, un altro fatto di sangue che ha sconvolto la Bergamasca
Lui l’aveva minacciata più volte, lei lo aveva denunciato. “Era da sapersi che finiva così” dice uno zio di Marisa Sartori, una ragazza di 25 anni di Curno, nella Bergamasca, uccisa sabato 2 febbraio in serata dall’ex marito, Arjoun Ezzedine, un tunisino di 35 anni, con un’unica, fatale coltellata al cuore. È successo in via IV Novembre al civico 23, dove si trova un complesso di case comunali.
Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, l’uomo – che non avrebbe accettato la separazione – l’avrebbe aspettata sotto casa, nel garage, per poi colpirla a morte. Con la vittima c’era la sorella Deborha, di 23 anni. La furia dell’uomo si è scatenata anche contro di lei: l’ha colpita più volte all’addome, lasciandola a terra ferita gravemente. La giovane è stata portata all’Ospedale Papa Giovanni dove è stata subito sottoposta a un intervento chirurgico e ora è ricoverata in terapia intensiva. Le sue condizioni restano gravi.
Il magistrato ha disposto l’arresto dell’uomo con l’accusa di omicidio e tentato omicidio. Il delitto è avvenuto a meno di 20 giorni da quello di Gorlago, un altro fatto di sangue che ha sconvolto la Bergamasca.
Domani sera è prevista una nella chiesa parrocchiale di Curno, 7mila abitanti, mentre il Comune ha collocato le bandiere a mezz’asta in segno di lutto. Verrà probabilmente proclamato il lutto cittadino nella triste occasione dei funerali di Marisa. Ieri sera anche il sindaco Luisa Gamba è giunta alla palazzina del delitto.