I rapporti con il M5s si sono fatti più tesi nelle ultime settimane, con l'avvicinarsi delle europee. Entro fine marzo il Senato dovrà decidere se dare l’autorizzazione al tribunale dei ministri a procedere contro il capo del Viminale per la gestione dei migranti a bordo della nave della Guardia costiera. E lui a "Quarta Repubblica" ha detto agli alleati: "Se qualcuno continua a darmi del rompicoglioni le cose si fanno più complicate"
“Fico dice che si farebbe processare? Scelgano, in scienza e coscienza, io sono tranquillo. Ritengo di non aver commesso reati e quello che ho fatto era anche nel programma di Governo”. Entro fine marzo il Senato dovrà decidere se dare o meno l’autorizzazione al tribunale dei ministri a procedere contro di lui per la gestione dei migranti a bordo della nave Diciotti e Matteo Salvini ostenta sicurezza: “Deciderà il Senato, non chiedo nulla a nessuno”, ha aggiunto il vicepremier durante la registrazione del programma programma Quarta Repubblica su Rete 4. Ma il ministro dell’Interno ha lanciato un messaggio chiaro agli alleati 5 stelle, che dibattono sulla linea da prendere: il sì della Giunta per le Immunità di Palazzo Madama a procedere “sarebbe un precedente grave non per Salvini, ma perché vorrebbe dire che una parte della magistratura decide quello che il governo può o non può fare. Domani può toccare al ministro dell’Ambiente o dei Trasporti”.
Il ministro dell’Interno ha ancora 48/72 ore di tempo per decidere, poi dovrà comunicare alla Giunta per le Immunità del Senato le sue intenzioni: se farsi ascoltare nell’Aula di Sant’Ivo alla Sapienza, sede dell’organo del Senato, o presentare una sua memoria. Come sembra più probabile. Magari arricchendola con le dichiarazioni degli alleati di governo sul fatto che la scelta di trattenere a bordo della nave militare Diciotti 177 migranti dal 20 al 25 agosto sia stata una scelta “politica” e “collegiale” dell’ intero esecutivo. E non solo sua.
I rapporti con gli alleati di governo sono difficili da mesi e si sono fatti più tesi nelle ultime settimane, con l’avvicinarsi delle elezioni europee. Oltre al caso della nave della Guardia costiera carica di migranti tenuta per giorni senza un posto in cui sbarcare, sul tavolo ci sono la questione della Tav e il Venezuela. Su questo secondo punto “non stiamo facendo una bella figura. Finito il mandato di Maduro, dittatore rosso, entra in carica il presidente della Camera, Guaidò”, ha tagliato corto il vicepremier, che oggi ha incontrato la comunità venezuelana in Italia, ricordando i 160 mila connazionali nel Paese sudamericano “che sono alla fame”.
Il tema dell’Alta velocità resta un punto di frattura tra le due anime del governo. Ma su questo i toni del segretario del Carroccio si fanno più accomodanti: “Tra persone di buon senso l’accordo si trova”, ha spiegato il segretario della Lega. “Ma se qualcuno continua ad insultarmi e darmi del rompicoglioni le cose si fanno più complicate“, ha aggiunto. A cosa si riferisce il capo del Viminale? Alle parole pronunciate da Alessandro Di Battista il 2 febbraio: “Se la Lega intende andare avanti su un buco inutile che costa 20 miliardi e non serve a niente tornasse da Berlusconi e non rompesse i coglioni, chiaro?”, aveva detto l’esponente del M5s parlando della Tav. “Non ho bisogno di essere ripulito da Di Battista, la pulizia me la danno gli italiani”, ha aggiunto Salvini, durante la registrazione.