Genoa-Juventus 0-0, 11 marzo 2012: sono passati sette anni dall’ultima volta che i bianconeri erano scesi in campo senza la famosa BBC, l’impenetrabile retroguardia formata dal trio Barzagli-Bonucci-Chiellini su cui Antonio Conte prima e Massimiliano Allegri poi avrebbero costruito i trionfi dell’infinito ciclo. Curiosamente anche allora al centro della difesa c’era Martin Caceres e la partita finì a reti bianche: sabato sera contro il Parma è andata molto peggio.
La notizia di questa giornata di campionato è la Juve che prende tre in gol in casa da una neopromossa e non vince. Non perché la corsa allo scudetto possa riaprirsi (il Napoli resta distante anni luce, da tutti i punti di vista) ma perché è davvero strano vedere i bianconeri così in difficoltà sul piano difensivo. Per di più per la seconda volta nel giro di quattro giorni: anche in Coppa Italia a Bergamo contro l’Atalanta avevano perso 3-0. Seconda partita di fila con tre reti subite, questo non succedeva addirittura da otto anni (gennaio 2011, crepuscolo dell’era Del Neri): se due indizi fanno una prova, significa che qualcosa è successo in casa bianconera.
Cosa è presto detto: inutile tirare in ballo presunti cali psicologici, improbabili richiami fisici della pausa invernale, dibattiti filosofici sul bel gioco o sui moduli adottati; il problema sono solo i giocatori. Se si passa dalla coppia Bonucci-Chiellini (“professori di difesa ad Harvard”, per citare le parole di Josè Mourinho, uno che di difesa se ne intende) a Rugani-Caceres la differenza si vede. E i gol si prendono, specie in una serata storta. Non è colpa loro, non è colpa di Allegri che non aveva alternative. Il punto che una squadra, anzi una società, come la Juventus non dovrebbe ridursi a questo.
Per un po’ di superficialità mista a sfortuna, i bianconeri sono passati dall’estrema abbondanza di inizio stagione, quando il reparto sembrava addirittura sovraffollato, tanto da creare qualche mal di pancia in spogliatoio, alla piena emergenza attuale. Chi poteva immaginare che Bonucci e Chiellini si sarebbero fatti male contemporaneamente, dopo non aver saltato una partita per un anno? Pochi forse, ma Agnelli, Paratici e Allegri avrebbero dovuto: una società come la Juventus, che per anni non ha lasciato nulla al caso, non può rischiare di buttare una stagione per Benatia.
Sembrerà un’esagerazione ma davvero tutto ruota intorno al difensore marocchino e al suo addio nel mercato di gennaio. Promosso titolare l’anno scorso dopo la partenza di Bonucci, protagonista in negativo della sconfitta in Champions contro il Real Madrid (fu lui a commettere il fallo da rigore all’ultimo minuto che costò l’eliminazione al Bernabeu), quest’anno dopo il ritorno del figliol prodigo Leo era diventato riserva di lusso, primo cambio della difesa più forte d’Europa. Un ruolo che a lui stava decisamente stretto, ma era proprio ciò che serviva alla Juve: per questo il suo caso andava gestito con una sensibilità particolare, che né Allegri (avrebbe potuto farlo giocare un po’ di più in campionato), né la dirigenza hanno avuto.
La sua cessione, quanto meno frettolosa per non dire scriteriata (questo lo dirà il tempo), è il primo vero errore di una società che negli ultimi anni non ha sbagliato un colpo. Trattenere un giocatore contro voglia non ha senso, ma si poteva evitare di arrivare a quel punto, e comunque la Juventus avrebbe dovuto imporre le sue esigenze. Anche nella sua sostituzione c’è stata un po’ di leggerezza: ci si è accontentati di Martin Caceres, usato sicuro, che conosce bene l’ambiente come ha ricordato Allegri, ma centrale in realtà non lo è mai stato (è sempre stato un ottimo terzino) e alla Lazio aveva giocato una manciata di partite nell’ultimo anno. Barzagli a 37 anni suonati ormai non è più affidabile, come dimostrano gli appena 200 minuti giocati (pure male) quest’anno. Resta solo Rugani, che però ad Allegri non è mai piaciuto, e se al fianco dei due senatori se la cava dignitosamente, non è in grado di guidare lui la difesa. E i risultati si vedono.
Nel momento cruciale della stagione più importante, a due settimane dalla sfida negli ottavi contro l’Atletico Madrid, la Juve deve fare gli scongiuri perché Bonucci e Chiellini recuperino in fretta dai rispettivi acciacchi. Non solo: dovrà rimanere con le dita incrociate fino a giugno, perché senza un ricambio all’altezza il problema si riproporrà per tutte le altre sfide di coppa. Vanificare l’acquisto di Cristiano Ronaldo per la cessione di una riserva sarebbe imperdonabile. Intanto il primo obiettivo stagionale, la Coppa Italia, è già sfumato: comunque vada in Europa, la Juventus non potrà eguagliare il Triplete dei rivali interisti. Per colpa di un Benatia qualsiasi.
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