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Maduro: “Non vi fate trascinare da Usa che vogliono colpo di Stato. Venezuela non sia nuovo Vietnam”

Il leader chavista, in un'intervista a SkyTg24, invita l'Europa a "mantenere una posizione di equilibrio" e accusa Donald Trump che ad agosto 2018 per la prima volta ha parlato di "un intervento militare in Venezuela"

Si rivolge a Papa Francesco perché favorisca il dialogo e a Europa e Italia dice: “Non vi fate trascinare dalle pazzie di Donald Trump. Non vi fate trascinare dalle politiche estremiste e interventiste, che cercano un colpo di stato in Venezuela ordinato e pianificato. Come già si sa, da Washington, dalla Casa Bianca. L’Europa deve mantenere una posizione di equilibrio, di rispetto e di collaborazione, cioè aiutare la pace in Venezuela“. Nicolas Maduro, in un’intervista esclusiva a Sky Tg24 rilasciata al corrispondente da Caracas, si dice a favore del dialogo preferibile a “colpo di stato e intervento”. “Io scelgo il dialogo, sempre il dialogo, dialogo per difendere la democrazia, dialogo per difendere la pace e superare i problemi“. E sostiene che in Venezuela ci sia una “democrazia pulsante”. “Se ce la misurassero per elezioni – ha continuato – in 20 anni in Venezuela abbiamo votato 25 volte. Di queste 25 elezioni, in 23 abbiamo vinto. Due elezioni sono state vinte dalla destra, abbiamo un vero potere, una forza reale”. Maduro spiega di avere scritto una lettera a Papa Francesco affinché solleciti il dialogo, come ha confermato da Abu Dhabi il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin.

Aggiunge che vorrebbe mandare un messaggio “ai capi dell’opposizione” e non “direttamente” a Guaidò affinché “riflettano, che cambino idea in tempo, il cammino di un colpo di stato che già è fallito non è il cammino per il successo del Paese. Fa danno al Paese, a livello nazionale e internazionale. Io manderei un messaggio molto diretto ai capi politici e ai partiti politici dell’opposizione: sederci a un tavolo, con un’agenda aperta, a dialogare, parlare, a fare politica con la P maiuscola. Questo sarebbe il mio messaggio”.

Dice che oggi, la minaccia, è quella di un intervento militare degli Stati Uniti. Una minaccia, continua, che è “cominciata nell’agosto del 2018, la prima volta in cui Trump ha parlato di un intervento militare in Venezuela. Lo dico al mondo intero: abbiamo bisogno della solidarietà, della coscienza, perché non ci sia una follia di guerra e non trasformino il Venezuela in nuovo Vietnam, perché il popolo venezuelano, le nostre forze armate bolivariane e rivoluzionarie… noi non permetteremo mai che sia toccato un palmo del territorio nazionale”. E sottolinea che la “diplomazia bolivariana” del Venezuela ha “straordinarie relazioni con Russia e il governo del Presidente Putin, con la Cina, la Repubblica Popolare Cinese e una straordinaria relazione con il presidente Xi Jin Ping, con il governo della Repubblica Turca e il Presidente Erdogan, con il governo della Repubblica Islamica dell’Iran e il presidente Rohani e con molti altri governi del mondo. C’è un nuovo mondo, un mondo multipolare, ormai il mondo non ha una egemonia, dominante, come è stato nell’epoca imperiale”.