Nissan non produrrà X-Trail nello stabilimento di Sunderland, in Gran Bretagna, anticipando che la prossima generazione dello sport utility uscirà dalla fabbrica giapponese di Kyushu.
Una scelta, anticipata a Skynews, che è stata ponderata a seguito dell’ormai inevitabile e sempre più realistica uscita del Regno Unito dall’Unione Europea senza accordo, senza quella “soft Brexit” che in tanti (soprattutto nel mondo dell’industria) chiedono. Il “no deal”, quindi, spaventa molti ed è per questo che “la compagnia ha scelto di ottimizzare i suoi investimenti in Europa consolidando la produzione dell’X-Trail a Kyushu”, ha dichiarato Nissan in una nota stampa.
Il costruttore giapponese aveva annunciato il futuro avvio della produzione del suv a Sunderland appena quattro mesi dopo il referendum sulla Brexit: una decisione che sanciva la fiducia di Nissan nelle capacità industriali britanniche a prescindere dal sostegno dell’Europa. L’impianto di Sunderland era diventato quindi il più importante e di riferimento per il mercato europeo: da lì, infatti, provengono anche Juke, Qashqai, Infiniti Q30 e l’elettrica Leaf.
Tutte produzioni che resteranno attive: X-Trail, il modello di punta secondo solo a Qashqai, con 4 milioni di vendite totali dal primo lancio del 2001, era però troppo importante per essere destinato ad uno stabilimento che nel 2018 aveva visto la produzione scendere dell’11%.
Ma Nissan non è il solo costruttore a tutelarsi dalla crisi post-Brexit cui tutti gridano. Già Ford, Jaguar Land Rover, Toyota e Honda hanno fatto scattare il loro piano B: la controllata britannica di Tata Motors, per esempio, aveva cominciato con una diminuzione della produzione negli stabilimenti di Solihull e Castle Bromwich per poi annunciare, di recente, una sospensione totale per il mese di aprile.
Il presidente di Nissan Europe, l’italiano Gianluca de Ficchy, ha ribadito come questo stato d’incertezza del governo britannico non stia di certo aiutando le case automobilistiche a progettare un futuro nel Regno Unito, anzi. A rincarare la dose la Società dei produttori e dei commercianti di automobili (SMMT), che ha annunciato una situazione disastrosa se davvero la Gran Bretagna dovesse uscire dall’UE senza uno straccio di accordo che tuteli l’apparato industriale del Paese.