Il reddito di cittadinanza, che nelle intenzioni di governo dovrebbe essere uno strumento di politica attiva per reinserire i disoccupati nel mercato del lavoro, rischia in realtà di scoraggiare i percettori ad accettare un impiego. A sostenerlo, durante le audizioni sul “decretone” in commissione Lavoro al Senato, sono stati il presidente Inps Tito Boeri e Pierangelo Albini, direttore dell’area welfare di Confindustria. Il disincentivo, nelle loro analisi, deriverebbe dal livello “molto elevato” del beneficio, che può arrivare a 780 euro al mese per un single a fronte di uno “stipendio mediano dei giovani under 30” (la mediana è il valore intermedio tra gli estremi, ndr) che “si attesta a 830 euro netti al mese”. Va ricordato che i 780 euro comprendono una quota di 280 euro che sarà versata solo a chi paga un affitto.
La differenza tra reddito e stipendio sarebbe troppo piccola, secondo viale dell’Astronomia, per convincere un disoccupato percettore del reddito ad andare a lavorare, anche se il decreto prevede paletti che vietano ad esempio di rifiutare più di tre offerte “congrue”, con la prima considerata congrua se il posto non dista più di 100 chilometri da casa e la terza anche se comporta la necessità di trasferirsi. D’accordo anche il numero uno (uscente) dell’Inps che ha affermato: “Secondo le nostre stime tutto fa pensare che gli effetti si scoraggiamento al lavoro siano rilevanti” perché quasi il 45% dei dipendenti privati del Sud ha “redditi da lavoro netti inferiori a quelli garantiti dal Rdc a un individuo che dichiari di avere un reddito uguale a zero”. Secondo l’Inps il 30% dei percettori del Rdc riceverà un trasferimento uguale o superiore a 9.360 euro netti mentre il valore mediano sarà di 6.000 euro.
L’incognita del superamento del Rei – Albini di Confindustria si è detto preoccupato anche per il passaggio Rei-reddito di cittadinanza e per il nuovo impegnativo ruolo affidato ai centri per l’impiego. “Nel momento in cui superiamo il Rei che faticosamente era impiantato e introduciamo il reddito di cittadinanza – ha affermato – la preoccupazione è che ci si trovi a non avere uno strumento che avevamo e contemporaneamente non avere ancora il nuovo”. “Arrivare a realizzare il reddito di cittadinanza è molto delicato, l’operazione è abbastanza complicata: servono tre decreti attuativi del Ministero del Lavoro, due piattaforme digitali, l’accordo Stato-Regioni, l’emissione di provvedimenti Inps e Anpal”. In più “l’incontro tra domanda e offerta è stato affidato ai centri per l’impiego, ma la situazione di difficoltà dei centri per l’impiego è abbastanza evidente”.
Regioni: “Profili di costituzionalità su assunzione navigator” – Diverse le critiche delle Regioni, che come emerso già nelle scorse settimane si concentrano sulla figura dei navigator. “Si crea un problema pregiudiziale sulle competenze e un importante profilo di costituzionalità”, ha spiegato la coordinatrice della Commissione Lavoro della Conferenza delle Regioni, Cristina Grieco, esprimendo “perplessità rispetto all’annuncio del ministero, non concordato con le Regioni, della selezione massiva dei 6mila navigator che dovrebbero essere contrattualizzati da Anpal Servizi con contratti precari. Questi precari dovrebbero affiancarsi e sovrapporsi a operatori dei centri impiego”.”Abbiamo fatto domande precise, ma ricevuto risposte parziali. Ci sembra di capire che avranno un profilo più o meno coincidente con gli operatori dei centri per l’impiego. Si pone un grosso problema di organizzazione”. Si aumentano anche i “precari di Anpal Servizi” e c’è un problema di “sovrapposizione di competenze regionali”. “Se non correggiamo queste criticità intravediamo un importante profilo di incostituzionalità“, ha concluso.
“Controriforma pensioni se strutturale aumenta debito implicito di 90 miliardi” – Parlando della quota 100 Boeri ha poi ricordato che “graverà comunque sulle generazioni future”. “Il debito implicito del sistema pensionistico è destinato ad aumentare sia per effetto del nuovo canale di uscita anticipata che del congelamento degli adeguamenti della speranza di vita per le pensioni anticipate – ha aggiunto – Se non le misure non fossero rinnovate al termine del 2021 l’aumento del debito implicito sarebbe di circa 38 miliardi” mentre se diventassero strutturali “l’aumento del debito implicito lieviterebbe a oltre 90 miliardi”. In ottobre Boeri aveva quantificato il valore attualizzato di tutte le spese e entrate pensionistiche future che deriveranno dalla “controriforma” in 100 miliardi.