Se nella scuola o nelle immediate vicinanze ci sono alberi e piante gli studenti hanno voti migliori. Ad annunciare questa scoperta è Pier Mannuccio Mannucci, professore emerito di medicina interna all’Università degli Studi di Milano. La notizia è emersa nel corso del seminario internazionale “RespiraMi 3: Air Pollution and our Health” organizzato dalla fondazione Irccs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico e dalla fondazione internazionale Menarini. Secondo gli esperti il verde mitiga gli effetti negativi dell’inquinamento anche sulle prestazioni cognitive, migliorando la memoria e la capacità di attenzione. Un numero crescente di studi mostra che l’esposizione all’aria inquinata, fin dal periodo fetale, si associa a performance cerebrali peggiori e anche a un maggior rischio di deficit cognitivi correlati all’età. Lo smog peggiora le performance cerebrali e addirittura accelera il declino cognitivo correlato all’età, aumentando anche il rischio di Alzheimer.
Vivere e studiare in ambienti verdi, dove alberi e piante ripuliscono naturalmente l’aria, è un ottimo “antidoto”: nelle scuole più green l’apprendimento migliora, fin dalla primaria. A provare queste affermazioni sono i numeri: “La comunità scientifica ha a disposizione tre studi che arrivano da Barcellona, da Filadelfia e dalla Cina. In queste tre ricerche hanno preso in considerazione alunni che frequentavano scuole circondate da parchi e altri minori in aree senza verde. Tutte e tre hanno visto che c’è un migliore apprendimento scolastico nei bambini che stanno in aree dove c’è il verde rispetto a dove c’è il cemento. Hanno fatto diversi test d’apprendimento che hanno rilevato l’efficienza intellettiva di questi bambini: ci sono grosse differenze dal punto di vista statistico tra coloro che fanno lezione in luoghi immersi nel verde e in chi si ritrova in mezzo alla città”.
L’esposizione allo smog è dannosa sulle capacità cognitive, ma c’è un modo per proteggersi: “Il verde delle piante – spiega Mannucci – purifica l’aria delle nostre città intrappolando le polveri sottili, con un effetto positivo non soltanto per la salute cardiorespiratoria (non a caso infatti in città più verdi si vive più a lungo), ma anche per il cervello. Uno studio spagnolo su quasi 2600 bambini della scuola primaria ha dimostrato che gli spazi verdi nella scuola e nell’ambiente circostante aiutano l’apprendimento, portando a un miglioramento dello sviluppo cognitivo. Piante e alberi riducono l’inquinamento atmosferico e in parallelo nell’arco di un anno portano i ragazzini ad avere un miglioramento nelle capacità di memoria e di attenzione, a tutto vantaggio della performance scolastica”. Chiaramente non tutte le piante portano benefici. Bisogna stare ben attenti alla scelta: vanno evitate quelle che possono avere effetti allergizzanti, che possono amplificare l’inquinamento atmosferico, come ad esempio le graminacee. “La capacità degli alberi di ripulire l’aria da particolati e ozono dipende soprattutto dalla specie. Bisogna – spiegano gli esperti – prevedere la scelta di determinate piante in determinate aree in base alle sostanze inquinanti presenti in quella zona. Anche negli ambienti chiusi è preferibile scegliere piante ‘anti-smog’ come ficus, benjamin ed edera più efficaci contro benzene e ammoniaca che sono le sostanze inquinanti maggiormente presenti in scuole, case e uffici”.