Cronaca

Venezia come un museo: tassa di ingresso da 3 a 10 euro per i non residenti e sistema di prenotazione con costi variabili

La giunta del sindaco Brugnaro ha predisposto cifre e tempi di attuazione del progetto triennale: si parte subito con una quota iniziale di 3 euro. È dal gennaio dell'anno prossimo che scatterà un sistema a “bollini” che si basa su valori crescenti (fino a 10 euro) per regolare gli ingressi in base al flusso turistico previsto

Venezia diventa come uno dei grandi musei mondiali. Come il Louvre o la Galleria degli Uffizi, come i musei Vaticani o il Prado. Per entrare e visitarla, non solo si pagherà una tassa di ingresso, ma addirittura bisognerà prenotare. Mentre la tassa sarà un obbligo, la prenotazione sarà facoltativa, ma funzionerà allo stesso modo di un museo. Consentirà di saltare le code e di accelerare i pagamenti. Il provvedimento ratifica, quindi, l’annosa accusa a Venezia di essersi trasformata in un grande parco turistico, se non addirittura in un luna pak di isole, calli e campielli. È trascorso un mese dalla manovra finanziaria che, nelle pieghe del provvedimento, aveva autorizzato il Comune di Venezia a imporre una tassa d’accesso. Adesso Ca’ Farsetti ha predisposto cifre e tempi di attuazione. L’esecutività non sarà immediata, ma graduale. Così prevede la proposta di delibera, predisposta dalla giunta, che riguarda il regolamento per la tassa sugli sbarchi turistici. Non si tratta solo di sbarchi dalle navi, ma di ingressi “con qualsiasi vettore, alla Città antica del Comune di Venezia e alle altre Isole minori della Laguna”. E quindi aerei (solo aeroporto “Nicelli” al Lido), pullman, treni, auto, imbarcazioni, taxi.

“Si tratta di un punto di svolta rilevante nella gestione dei flussi turistici di Venezia – ha dichiarato il sindaco Luigi Brugnaro – ma soprattutto è un punto di partenza di un percorso triennale che porterà, nel 2022, alla prenotazione degli accessi in città in modalità completamente smart, attraverso una carta servizi, gestita da uno specifico software”. Il sindaco ha aggiunto: “Si vuole consentire di pianificare la visita a Venezia attraverso la prenotazione, ma non sarà impedito a nessuno l’accesso, che sarà però più complicato per chi non prenota”. Il 2019 è invece un anno di transizione, con una quota iniziale di 3 euro. È dal gennaio dell’anno prossimo che scatterà un sistema a “bollini” che si basa su valori crescenti (fino a 10 euro) per regolare i flussi in base al flusso turistico previsto. Insomma, a Pasquetta è prevedibile che si paghi più che in un giorno infrasettimanale di novembre. I turisti che soggiorneranno presso le strutture ricettive sia di Venezia che del Veneto (escluse quelle adibite a locazione turistica) pagheranno una cifra “differenziata in base ad apposite convenzioni che verranno stipulate”.

Il provvedimento ha la benedizione del governatore Luca Zaia. È pronta la stipula di un protocollo che esenta tutti i veneti dal pagamento dell’accesso. Ci saranno poi categorie esenti che si recano a Venezia per studio, lavoro o esigenze sanitarie. Una nota del Comune spiega: “Il contributo servirà a ridurre quegli extra costi ordinari che Venezia ha in base alla propria specificità, come ad esempio le operazioni di pulizia e asporto rifiuti, quantificati in oltre 41 milioni di euro all’anno e garantire le manutenzioni tipiche, come quelle dei masegni, delle rive, dei ponti, del proprio patrimonio”. Il regolamento verrà illustrato anche alla stampa estera. “Il messaggio che vogliamo dare è che Venezia è accessibile, aperta, ma i visitatori devono comprendere che serve una programmazione per gestire al meglio l’equilibrio tra residenzialità e turismo” è il messaggio della giunta.

Un’altra rivoluzione è l’accesso alla città attraverso l’unica via stradale, il Ponte della libertà. L’ha spiegata l’assessore al Bilancio, Michele Zuin. “La proposta conferma la Zona a Traffico Limitato (ZTL) per gli accessi alla Città antica che avvengono con mezzi motorizzati, assoggettandola al pagamento di una somma”. Si tratta comunque di una questione complessa che investe i rifornimenti e gli accessi di persone via terra alla città. Le auto private non sono considerate vettori, ma il loro accesso sarà drasticamente ridotto. Una tassa su una città è una autentica innovazione mondiale. Lo ha spiegato l’avv. Francesco Gianni dello Studio Legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners, che è consulente del Comune. “Si tratta di una disciplina particolarmente innovativa, unicum nel suo genere, derivante dalle peculiarità di Venezia. Si differenzia per natura e finalità sia dall’imposta di soggiorno sia dai contributi di sbarco già previsti per alcune isole”. E per chi non paga il ticket? Le sanzioni sono salate, vanno dai 100 ai 450 euro. Brugnaro ha anche spiegato: “È ipotizzata una sanzione amministrativa dal 100% al 200% ‘per l’omessa, incompleta o infedele presentazione da parte del vettore obbligato alla riscossione’ e del 30% ‘per l’omesso, ritardato o parziale versamento del contributo‘ sempre da parte del vettore”.