Milanese, classe 1957, Verdelli è già stato direttore di Vanity Fair e La Gazzetta dello Sport. L'addio di Calabresi, dopo tre anni iniziati con l'intervista ad Al-Sisi e passati dallo 'scontro' con l'ex editore Carlo De Benedetti: "Ho l'orgoglio di lasciare un giornale che ha ritrovato un’identità e ha un’idea chiara del mondo. I lettori lo hanno capito, la discesa delle copie si è dimezzata"
Cambio di direzione a La Repubblica. Dopo tre anni, Mario Calabresi lascia la guida del quotidiano del gruppo Gedi. Al suo posto, gli editori hanno scelto Carlo Verdelli, già direttore de La Gazzetta dello Sport e vicedirettore del Corriere della Sera. Fino all’inizio del 2017, Verdelli è stato direttore editoriale della Rai, per poi dimettersi dopo la bocciatura da parte del consiglio d’amministrazione del suo Piano di riforma per l’informazione.
Calabresi: “Con me calo copie si è dimezzato”
“Dopo tre anni finisce la mia direzione di Repubblica. Lo hanno deciso gli editori. Ho l’orgoglio di lasciare un giornale che ha ritrovato un’identità e ha un’idea chiara del mondo. I lettori lo hanno capito, la discesa delle copie si è dimezzata: era al 14 ora è sotto il 7″, scrive su Twitter Calabresi, nominato direttore del giornale nel novembre 2015 al posto di Ezio Mauro. “Grazie a chi ci ha sostenuto nella battaglia per una stampa libera e non ipnotizzata dalla propaganda dei nuovi potenti – aggiunge – Abbiamo innovato tanto sulla carta e sul digitale e i conti sono in ordine. Grazie a tutti i colleghi a cui auguro di non perdere mai passione e curiosità”.
Chi è Verdelli, dal Corriere alla Rai
Milanese, classe 1957, Verdelli inizia la carriera giornalistica come collaboratore alle pagine milanesi di Repubblica, mentre successivamente ricopre vari incarichi nelle testate Mondadori. È stato il vice di Paolo Mieli (che lo aveva voluto alla direzione di Sette) e di Ferruccio De Bortoli al Corriere della Sera. Nei primi anni Duemila aveva lasciato il gruppo Rcs in concomitanza con la nomina di Stefano Folli ed era passato alla direzione di Vanity Fair per poi tornare in Rcs alla guida de La Gazzetta dello Sport dal 2006 al 2010. Negli stessi giorni della nomina di Calabresi a La Repubblica, Verdelli era approdato in Rai di Campo Dall’Orto per elaborare un Piano di riforma dell’informazione, naufragato due anni più tardi con la bocciatura del Cda: non erano piaciuti, in particolare, l’accorpamento di RaiNews e TgR e lo spostamento della redazione del Tg2 a Milano.
Dalle accuse di De Benedetti alla condirezione di Cerno
Calabresi, quindi, lascia dopo poco più di tre anni la direzione del quotidiano romano, iniziata nel gennaio 2016. Tra le prime uscite, ci fu l’intervista esclusiva ad Al-Sisi nella quale il presidente egiziano prometteva verità nel caso di Giulio Regeni: “Scopriremo e puniremo i responsabili”, disse a Calabresi. Nel gennaio dello scorso anno si era consumato uno scontro a distanza con l’ex editore Carlo De Benedetti che, commentando il momento del quotidiano, aveva detto: “Un consiglio a Repubblica: Don Abbondio diceva che chi non ha il coraggio non se lo può dare”. Un riferimento non tanto velato proprio alle scelte editoriali di Calabresi, che in quei giorni era stato affiancato come condirettore da Tommaso Cerno, poi eletto senatore del Pd alle politiche del 4 marzo. Una presa di posizione alla quale Calabresi reagì con un editoriale nel quale ricordò che Repubblica aveva saputo “aggiornare le sue posizioni in un momento di radicale cambiamento non solo del Paese ma anche dell’area culturale che questo giornale ha sempre rappresentato e interpretato”.