È quanto sostiene il presidente uscente di Anpal, Maurizio Del Conte, durante l'audizione al Senato. Tra gli obblighi previsti dal Decretone, infatti, all'articolo 4 comma 8-b si specifica che chi firma il Patto per il lavoro accetta di consultare la piattaforma "quotidianamente quale supporto nella ricerca del lavoro"
Molti di coloro che beneficeranno del reddito di cittadinanza e aderiranno al Patto per il lavoro, chiedendo quindi di essere reintrodotti nel mondo del lavoro, non sono dotati degli strumenti informatici per essere “continuamente collegati con le piattaforme”. È quanto sostiene il presidente uscente di Anpal, Maurizio Del Conte, durante l’audizione al Senato. Tra gli obblighi previsti dal Decretone, infatti, all’articolo 4 comma 8-b si specifica che chi firma il Patto per il lavoro accetta di consultare la piattaforma “quotidianamente quale supporto nella ricerca del lavoro”.
Ma, sostiene Del Conte, “una vasta e maggioritaria quota” dei potenziali beneficiari del reddito “non è dotata degli strumenti informatici necessari” a essere “continuamente collegata con le piattaforme”. In particolare, secondo il presidente uscente dell’Anpal, si va dalla Valle d’Aosta dove “l’80% ha questi strumenti” al “37% del Lazio al 32% della Toscana, il 27% in Campania“, fino al record negativo del Molise, dove stando ai numeri esposti a Palazzo Madama, solo il “12,4 per cento” potrebbe collegarsi ogni giorno.
Del Conte ha anche spiegato che “sulla base di un’indagine Istat abbiamo individuato in circa 1,7 milioni di potenziali destinatari di politiche attive, che possono quindi essere avviati e accompagnati subito al lavoro”. Il presidente uscente dell’Anpal ha poi sottolineato come questa sia quindi la “platea dei potenziali utenti dei centri per l’impiego, pari al 30% del totale”. Del Conte spiega come questo dato sia “fondamentale” considerando anche le “criticità e sofferenze nella rete” degli stessi centri.
Sotto questo aspetto, dovrebbero essere d’ausilio i navigator. Ma avere “circa 6mila operatori con contratto precario – secondo del Conte – per l’operatività costituisce un problema”, che si aggiunge a quello dei precari che lavorano già in “Anpal servizi”. E sarà necessario, a suo avviso, un’intesa con le Regioni dal momento che “questi operatori vanno in sovrapposizione a quelli dei centri per l’impiego anche fisicamente”.