Nella lunga storia del Festival della canzone italiana, tra le 68 vittorie registrate nell'albo d'oro della kermesse, ci sono anche alcuni casi eclatanti di vincitori-meteore. Artisti che per sfortuna o per scelte sbagliate hanno fatto fatica ad affermarsi e a trovare un posto al sole nel mondo della musica italiana
Non sempre chi vince Sanremo riesce a entrare (e, soprattutto, a restare) nell’olimpo della musica italiana. Nella lunga storia del Festival della canzone italiana, tra le 68 vittorie registrate nell’albo d’oro della kermesse, ci sono anche alcuni casi eclatanti di vincitori-meteore. Artisti che per sfortuna o per scelte sbagliate hanno fatto fatica ad affermarsi e a trovare un posto al sole nel mondo della musica italiana.
Si deve tornare indietro di quarantaquattro anni per ritrovare uno delle dimostrazioni più palesi. Correva l’anno 1975: il Comune di Sanremo prese per la prima volta in mano la direzione artistica del Festival e Mike Bongiorno si trovò a dover condurre una delle edizioni più sfortunate di sempre. Le etichette discografiche di ribellarono in massa e non mandarono nessun vero Big in gara: fatta eccezione di Rosanna Fratello e Angela Luce, gli altri erano perfetti sconosciuti. Come Gilda, che da esordiente si presentò con il brano Ragazza Del Sud (nonostante fosse nata al nord). Fu proprio lei a vincere. La proclamazione, tra l’altro, non avvenne neppure in diretta: il pubblico conobbe il suo nome solo all’indomani della finalissima, durante il tiggì.
Lei, nonostante tutto, riuscì ad accaparrarsi due record: fu la prima a vincere col voto del pubblico dal casa (quello che poi è diventato il televoto) e la prima donna a vincere il Festival con una canzone scritta di suo pugno. Ma ciò non è bastato: tempo qualche anno e di Gilda (vero nome Rosangela Scalabrino) si persero le tracce. Che ne è stato di lei? Ilfattoquotidiano.it l’ha rintracciata alle porte di Torino, dove vive da anni. “Quando vinsi il Festival scrissero che avevo potenti santi in paradiso: dove sono finiti questi santi? (scherza, ndr) Dopo la vittoria ho continuato a fare serate fino ad anni abbastanza recenti, anche se l’ho fatto più in silenzio rispetto ad altri e senza l’appoggio dei circuiti televisivi. Sa, non ho voluto mai scendere a compromessi con le major o i produttori importanti: ho sempre preferito gestirmi da sola, anche pagando il prezzo di non venire più invitata. Qualche piccola nota di dispiacere c’è stata, ma non mi piango addosso. In contemporanea alle serate, fino al 2005, ho gestito un hotel. Oggi mi ritengo un donna comune e non ho rimpianti”, ha raccontato.
Due anni più tardi – per una botta di fortuna – furono gli Homo Sapiens a vincere il Festival. “Chi?”, vi starete chiedendo: appunto. Il brano vincitore, Bella da Morire, doveva essere presentato da Mal, ma gli impegni professionali che il successo di Furia scaturirono non gli permisero di prendere parte alla kermesse: furono allora proprio gli Homo Sapiens a prendere il suo posto. Ma, esclusa quella parentesi, il successo non fu dalla loro e appena cinque anni più tardi, nel 1982, si sciolsero. Tuttavia negli anni la band si è ripresa e rilasciata (con alcune variazioni nella formazione) e tutt’oggi propongono degli spettacoli live in giro per l’Italia.
Ecco l’edizione del 1979. La vinse un tale Mino Vergnaghi (sopra i Collage e i Camaleonti), ma la sua canzone, Amare, non ottenne il successo sperato. E poi cosa successe nella sua vita? L’etichetta discografica che lo sosteneva fallì subito dopo la vittoria e il suo primo disco non riuscì ad arrivare sugli scaffali dei negozi di musica. Fu così che iniziò una lenta discesa, tanto che Vergnaghi decise di lasciare l’Italia per sette anni. Andò a Londra, dove iniziò – parole sue al Corriere della Sera – “un periodo buio dove ho fatto quello che capitava: cameriere, lavapiatti e impiegato in un’agenzia di viaggi”. E’ stato poi Zucchero a dargli una nuova luce: “Gli ho fatto da corista, da assistente-tuttofare e anche da traduttore”. Per lui ha scritto una perla come Diamante e le parole di Va’ pensiero. Sua, come autore, anche Di sole e di azzurro cantata da Giorgia. Oggi, 63enne, si sarebbe ritirato a vita privata.
Altra edizione, quella del 1983, altra vincitrice poco fortunata. L’esordiente Tiziana Rivale arrivò prima con Sarà quel che sarà (Toto Cutugno si dovette accontentare del quinto posto con L’Italiano, Vasco Rossi si classificò 25esimo con Vita Spericolata). “Dopo la vittoria ho subito la non preparazione discografica: non avevo un disco pronto, i discografici non pensavano che io vincessi”, ha dichiarato recentemente. Lei, comunque, anche se si vede di meno in televisione non ha mai smesso di cantare e fare concerti (soprattutto all’estero). “In tv mi si vede di meno? Perché sono una che dice sempre quel che pensa”, ha detto. Su Facebook recentemente ha scritto: “Le tv di Stato, a volte ahimè, sono inaccessibili”.
Il toscano Aleandro Baldi il Festival lo vinse ben due volte. Nel 1992 nella sezione Nuove Proposte con Non Amarmi in coppia con Francesca Alotta. Nel 1994 tra i Big con Passerà (superando Signor Tenente di Giorgio Faletti e Strani Amori di Laura Pausini). E poi? “Mi hanno fatto fuori per fare spazio a Bocelli? Me l’hanno detta questa storia mentre cominciavano stranamente a chiudersi alcune porte, o meglio mi arrivava per vie traverse perché direttamente nessuno ti dirà mai che non vieni più invitato perché di cieco ne basta uno”, ha fatto sapere a La Nazione. Anche se si vede di meno in televisione, il cantautore non si dispera: “In questi casi ne girano tante: ‘E’ depresso, non esce più di casa, è tornato al vecchio mestiere di fisioterapista‘. Invece ho continuato a produrre la mia musica. Alcuni colleghi stanno male se non fanno serate. Io no: se lavoro sono contento, ma sto bene anche a casa”. Recentemente ha rifiutato di partecipare a Ora o Mai Più.
Emblematica anche la vittoria dei Jalisse, nel 1997, con Fiumi di Parole: arrivarono davanti a brani come Laura non c’è di Nek, E dimmi che non vuoi morire di Patty Pravo, Confusa e Felice di Carmen Consoli. Si trattò di una delle vittorie tra le più discusse della storia del Festival. Loro per anni sono stati fatti letteralmente fuori dal mondo musicale che conta: “È la ventunesima volta che proviamo a tornare a Sanremo dopo la vittoria del 1997 ma non ci vogliono. Lavoriamo all’estero, ci chiamano ovunque tranne che in Italia”, avevano dichiarato un anno fa. Solo recentemente sono stati “riabilitati” grazie alla partecipazione alla prima edizione di Ora o Mai Più e alla partecipazione di Alessandra Drusian, la donna del duo, a Tale e Quale.
E che dire della vittoria dell’edizione successiva? Annalisa Minetti, fresca di Miss Italia, arrivò al Festival tra le nuove proposte e vinse (sia tra i Giovani che tra i Big) con Senza te o con te: ancora oggi è l’unica ad aver ottenuto tale risultato. Nonostante lei non sia mai sparita del tutto, la sua carriera nella discografia non ha mai avuto un successo plateale. Tornò al Festival nel 2005 in coppia con Toto Cutugno e ancora nel 2008 affiancò Cutugno nella serata dei duetti. Ora è nel cast di Ora o Mai Più alla ricerca di un rilancio. Anche qui, fa coppia con Toto Cutugno.
Anche i vincitori dell’edizione del 2008, l’ultima condotta da Pippo Baudo, non hanno avuto (sempre discograficamente parlando) un’affermazione da star: furono i giovani e belli Giò Di Tonno e Lola Ponce a trionfare con la canzone Colpo di Fulmine, scritta da Gianna Nannini e dedicata all’opera da musical dedicata a Pia de’ Tolomei. Lui negli anni si è consolato con la tivù e il teatro (è attualmente nel cast de I Fatti Vostri, su Rai 2), mentre lei si è attualmente trasferita a Miami dove è una star dei social con un milione e mezzo di followers (ma canta ancora!).
Forse l’ultimo vincitore a non aver poi avuto un successo folgorante è stato Povia. Avrebbe dovuto partecipare nel 2005, al primo Festival di Paolo Bonolis, con I Bambini Fanno Oh ma la canzone venne esclusa perché già eseguita precedentemente in pubblico (nonostante questo, visto il grande successo che riscosse, gli fu concesso di presentarla al Teatro Ariston di Sanremo proprio durante le serate del Festival). L’anno successivo tornò, stavolta in gara, con Vorrei avere il becco e stravinse. Grande successo, poi il ritorno al Festival nel 2009 con Luca era Gay e nel 2010 con La Verità. Salvo una partecipazione a Ballando con le stelle, non si è più visto sui canali Rai e Mediaset. Lui continua a far concerti con successo, è molto attivo sui social e sforna nuovi singoli, ma difficilmente vengono trasmessi dalle radio nazionali.