Prima i trasporti e poi lo stadio. E almeno il 60% dei tifosi utilizzi i mezzi pubblici. Il termine “catastrofico”, riferito alla viabilità del quadrante, resta lì, virgolettato e in grassetto, a ricordare che i flussi di traffico in direzione del futuro stadio di Tor di Valle saranno insostenibili per la città di Roma. Questo “se” – e qui sta il punto – non si provvederà non solo a realizzare quanto già previsto in seno al nuovo progetto (del quale il Campidoglio ha già votato l’interesse pubblico) ovvero il potenziamento delle ferrovie Roma-Lido e FL1, ma anche altre opere e strategie contenute nel Pums (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) di cui oggi esistono solo linee guida parziali e poco o nulla che riguardi quell’area. Questo, in estrema sintesi, certifica il Politecnico di Torino, nel parere definitivo redatto dal proferssor Bruno Dalla Chiara, e pubblicato nel pomeriggio sul sito del Comune di Roma dopo la conferenza stampa della mattina alla presenza della sindaca Virginia Raggi. Un documento che segue quello di dicembre in cui il docente piemontese sostanzialmente bocciava il piano del traffico messo a punto in vista della realizzazione dell’impianto dell’As Roma. Il parere (non vincolante) era stato richiesto dal Campidoglio dopo la pubblicazione delle intercettazioni riferite all’inchiesta sul costruttore Luca Parnasi in cui i collaboratori della società Eurnova fra di loro consigliavano di omettere particolari sulla viabilità dell’area.
LA ROMA-LIDO E LA “PRE-ESISTENZA” DELLE OPERE – “Non appare sufficiente – si legge nel parere – la sola azione di massiccio rafforzamento dell’offerta di trasporto pubblico, non appare sufficiente il nuovo asse viario derivante dall’unione della via del Mare e della via Ostiense, né la realizzazione del ponte dei Congressi e del ponte di Dragona, ma i vari interventi attesi devono essere accompagnati imprescindibilmente da tutta una serie di azioni volte alla regolamentazione ed al contenimento della mobilità privata nonché alla contemporanea fidelizzazione verso un servizio di trasporto pubblico ‘efficace ed efficiente’”. Secondo l’Ateneo torinese, infatti, devono “preesistere” un “servizio ferroviario efficace su FL1 (ferrovia Orte-Fiumicino, ndr) e competitivo sulla linea Roma-Lido”.
Il problema è che il nuovo accordo fra il Comune di Roma e i proponenti vincola solo in parte la realizzazione di queste opere al fischio d’inizio. O meglio. Essendo l’As Roma chiamata a contribuire alla realizzazione della ferrovia per Ostia con un assegno da 45 milioni di euro sul totale di 225 milioni (i restanti 180 milioni saranno finanziati dalla Regione Lazio), il principio della contemporaneità vale solo per l’ammodernamento della stazione di Tor di Valle e per il ponte ciclopedonale sul Tevere che collega alla fermata Fs di Magliana. Nell’estate 2022 dunque, quando il club di Pallotta spera di poter far dare il calcio d’inizio al suo futuro capitano, la nuova Roma-Lido potrebbe ancora non essere pronta. Stessa cosa per l’eventuale potenziamento della ferrovia regionale, su cui non ci sono ancora accordi di programma specifici.
IL GIALLO DEL PUMS: C’E’ SOLO LA FUNIVIA – Come spiegato anche in conferenza stampa, la “cura” indicata dal prof. Dalla Chiara alla “diagnosi” di dicembre sta nel Pums. Una dichiarazione d’intenti, un piano strategico tutto da applicare, che potrebbe prevedere opere futuribili (e futuristiche) come Metro D, Metro E, chiusura dell’anello ferroviario o altro. Nell’unico documento fin qui approvato e presentato nel dicembre scorso ci sono solo 7 opere “invarianti” – fra cui Metro C, Roma-Giardinetti, restyling Metro A e B – ma nessuna riferibile all’area dello stadio.
L’unica opera che appare in uno stato di pre-finanziamento, al momento, risulta essere una funivia che collega il quartiere di Magliana Nuova alla fermata Eur Magliana della Metro B. Le altre eventuali opere saranno inserite più avanti, attraverso la partecipazione dei cittadini e il fabbisogno indicato dall’Agenzia Roma Servizi Mobilità. Basti pensare, come scrive Dalla Chiara, che “il polo urbanistico-infrastrutturale dello stadio di Tor di Valle non è attualmente presente all’interno della bozza di Piano” e quindi “se ne suggerisce l’inserimento al fine di valutare gli impatti sul sistema della mobilità”. Un piano fondamentale per programmare la città che sarà ma che di attuabile a breve periodo ha ben poco. “Si ipotizza – si legge nel documento – che in meno di tre anni non sia possibile mettere in funzione lo stadio, tempi che si allungano se si vuole effettivamente evitare un aggravio del traffico stradale in assenza di tutti gli interventi prospettati”.
PUNTARE SULL’INTERMODALITÀ – D’altra parte, si legge ancora nella relazione, “un servizio di tale livello sarebbe in grado, per la sola propria qualità intrinseca, di attirare una frazione rilevante delle quote modali previste nel progetto, che in questa sede sono state stimate prossime al 60%”. Due tifosi su tre, insomma, dovrebbero raggiungere lo stadio con i mezzi pubblici. E’ possibile? Secondo Dalla Chiara, si deve puntare tutto sull’intermodalità: “trasporto pubblico su gomma” da rinforzare, “corsie preferenziali”, “semaforizzazione intelligente” e un sistema di “contenimento dell’utilizzo del mezzo privato” con l’incentivazione del “car sharing”.
Buone intenzioni che se non saranno rispettate potrebbero creare seri problemi in tutta una fetta della Capitale già ultracongestionata dal traffico, tenendo presente che non è detto che per il 2023 il nuovo Ponte dei Congressi sia concluso e che l’ipotesi Ponte di Traiano potrebbe essere definitivamente tramontata. D’altronde i tifosi dell’As Roma ci sono abituati: “Maciniamo chilometri, superiamo gli ostacoli”, recita non a caso un vecchio coro della Curva Sud.