Il processo sul massacro della Loveparade di Duisburg viene archiviato e si chiude senza sanzioni per sette imputati su dieci. Lo ha deciso il tribunale di Düsseldorf. Tre imputati, che avrebbero dovuto pagare 10 mila euro, hanno rifiutato la chiusura del procedimento a loro carico.
Era il 24 luglio 2010 quando alla maxi festa all’aperto di musica techno morirono 21 persone, tra cui la 21enne bresciana Giulia Minola, schiacciate dalla calca all’ingresso. In 650 rimasero feriti in quell’occasione.
Alla festa, durata una giornata e proseguita anche dopo il caos, parteciparono quasi un milione e mezzo di persone. Almeno 1200 i poliziotti impiegati e, secondo la versione riportata dai media tedeschi subito dopo i fatti, proprio dal tentativo della polizia di impedire l’accesso a migliaia di persone all’area dove si svolgeva l’evento nacque la ressa che portò alla tragedia.
Secondo molti testimoni, il panico scoppiò dopo che migliaia di persone rimasero bloccate in un tunnel d’accesso all’ex stazione merci della vecchia acciaieria, oggi trasformata in un parco, dove si svolgeva la manifestazione.