Querelo i miei genitori per avermi procreato. Raphael Samuel, un 27enne di Mumbai, in India, sembra davvero stufo di un’ingiustizia perpetrata ai suoi danni, appunto, da ventisette anni. “Antinatalista”, nichilista e misantropo, come si definisce sul suo profilo Facebook, Samuel è stato di recente adocchiato online da diverse testate indiane e inglesi, dopo aver pubblicato un video sempre su Facebook, ma questa volta nel gruppo da lui creato Nihillanand, in cui ha spiegato il motivo della sua denuncia: “Non hanno chiesto il mio consenso quando mi hanno fatto nascere e hanno anteposto la loro felicità ai miei diritti”.
Occhiali neri e lunga barba posticcia per celare la propria vera identità, Samuel si definisce un “antinatalista impegnato” e crede che sia “moralmente sbagliato da parte delle persone procreare poiché porta solo alla miseria e a caricare di un ulteriore fardello le già scarse risorse della terra”. Come riporta il sito Ndtv.com “l’antinatalismo è una scuola di pensiero che sostiene che la vita umana è già così piena di sofferenza che la gente per compassione dovrebbe smettere di avere figli”. In un’intervista a Latesly.com Samuel ha poi ricordato: “La procreazione è l’atto più narcisistico sulla Terra. Chiedi a chiunque il motivo per cui procreare inizierà sempre con I want ”.
Probabile che tutta la vicenda sia una messa in scena ben orchestrata, in cui è caduto anche il Guardian che gli ha dedicato la rubrica del giorno, ideata da un ragazzo sveglio e polemico, ma il tema è stato comunque sollevato. Gli antinatalisti esistono, e non è la prima volta che finiscono in qualche dibattito pubblico. Samuel ha comunque rassicurato i lettori: pur finendo in tribunale il rapporto coi genitori pare sia buono; mentre lui e i suoi affiliati “non odiano i bambini: “Siamo solo un gruppo di persone che vogliono ridurre la sofferenza riducendo la riproduzione non necessaria. Solo in un mondo in cui la sofferenza è cancellata e la sicurezza della vita è garantita”.