Il ritrovamento di una chiavetta USB integra e funzionante nelle feci di una foca fa capire quanti danni possa fare l'uomo all'ecosistema, e come basterebbe un po' più di attenzione per evitarli.
Gli oggetti hi-tech di cui siamo circondati sono pericolosi per l’ambiente. Tutti abbiamo assistito alla campagna per l’abolizione dei sacchetti di plastica, tutti abbiamo letto che dal 2021 saranno fuori legge cotton-fioc, piatti e posate di plastica. Pochi riflettono sul fatto che la plastica non è solo questo. È in moltissimi prodotti, anche negli accessori tecnologici di cui ci circondiamo. Come i sacchetti e le posate, anche la plastica che riveste i prodotti hi-tech non si degrada. Un esempio emblematico è un caso che si è verificato in un’isola del Sud della Nuova Zelanda, dove gli scienziati del National Institute of Water and Atmospheric Research (NIWA) hanno ritrovato un pendrive USB nelle feci di una foca leopardo.
Sulle prime la notizia fa sorridere, ma non c’è nulla di divertente. Nonostante le feci dell’animale marino fossero congelate da oltre un anno presso i laboratori dell’ente di ricerca, il pendrive era perfettamente integro e funzionava ancora. Tanto che i ricercatori sono riusciti a scaricare le immagini che conteneva, e hanno pubblicato un appello su Twitter per risalire al proprietario.
NIWA is searching for the owner of a USB stick found in the poo of a leopard seal…
Recognise this video? Scientists analysing the scat of leopard seals have come across an unexpected discovery – a USB stick full of photos & still in working order! https://t.co/2SZVkm5az4 pic.twitter.com/JLEC8vuHH0— NIWA (@niwa_nz) February 5, 2019
Il proprietario, che aveva salvato sul pendrive video naturalistici relativi proprio alle foche leopardo, molto probabilmente non ha gettato in mare il pendrive, l’ha smarrito. Ma il ritrovamento dell’accessorio, e il fatto che non fosse minimamente danneggiato, fa intuire la fragilità del nostro ambiente, in contrasto con la resilienza dei prodotti con cui lo inquiniamo. Dà la misura dei danni che possiamo causare anche involontariamente agli animali e all’ecosistema, e dell’importanza che ogni nostro gesto può avere. Anche una disattenzione.
Non significa che si debbano mettere al bando i pendrive, o gli smartphone. Significa che ciascuno di noi, nel suo piccolo, può tutelare l’ambiente riciclando correttamente i rifiuti elettronici presso i centri di raccolta RAEE. È una dimostrazione di civiltà, oltre che di rispetto per l’ambiente che ci ospita e ci sostiene.
Se vi state ancora chiedendo che cosa ci facevano le feci di foca in un laboratorio di ricerca, la risposta è che i ricercatori le studiano per capire come variano le abitudini di questi animali in funzione dei cambiamenti climatici. Dalle feci si comprende che cosa mangiano e dove trovano il cibo. Speriamo non in una discarica a cielo aperto!