Il nuovo procuratore europeo non sarà un italiano. Nella short list presentata al Parlamento europeo e al consiglio dell’Unione europea ci sono infatti solo tre nomi e non cinque come previsto in origine: il francese Jean François Bohnert, il tedesco Andreas Ritter, la romena Laura Codruța Kövesi. Un trio di nomi che fa scendere sul piede di guerra il Movimento 5 stelle: dal ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, agli eurodeputati che chiedono al presidente del parlamento Ue, Antonio Tajani, di riaprire la procedura di selezione. “Non si comprendono le ragioni per cui la rosa dei candidati sia stata ristretta al minimo possibile prevedendo solo tre soggetti e non cinque. In questo modo, il Parlamento europeo e il consiglio dell’Unione europea sono stati privati della possibilità di scegliere fra più profili il Procuratore capo europeo, garantendo anche un miglior bilanciamento geografico delle candidature”, ha detto il guardasigilli .
Tra le dieci candidature di magistrati italiani c’era quella di Filippo Spezia, già vicepresidente di Eurojust, di Giovanni Kessler, già direttore dell’Agenzia delle Dogane, Nicola Piacente, procuratore capo di Como, e Francesco Lo Voi, capo dell’ufficio inquirente di Palermo.
“Constatiamo che i criteri applicati dal comitato di selezione nello stilare la lista non sono molto chiari, visto che i quattro candidati italiani – uditi e poi scartati – ricoprono posti di altissima
responsabilità nel campo della lotta contro i reati finanziari. Questa decisione di limitare al minimo possibile la rosa dei candidati viola le prerogative del Parlamento europeo limitando la scelta democratica per un posto di così alto rilievo. In quanto Presidente di questa Istituzione, chiediamo che Tajani intervenga riaprendo la procedura di selezione”, dicono Ignazio Corrao e Massimo Castaldo, europarlamentari del M5s. Parla di scelta politica sui tre magistrati scelti, Laura Ferrara,vicepresidente della Commissione Giuridica del Parlamento europeo. “La scelta si è rivelata altamente politicizzata favorendo le solite Francia e Germania che esprimono due candidati su tre. Chiediamo al Presidente del Parlamento europeo di mobilitarsi affinché le prerogative dell’unica Istituzione europea democraticamente eletta siano pienamente rispettate e non legate a scelte vincolate secondo valutazioni non trasparenti e legate a vecchie logiche di spartizione”.