La Brexit si avvicina e i nostri connazionali in UK si muovono per un eventuale rientro: a gennaio +47% nelle ricerche di immobili in Italia rispetto a un anno fa
In attesa di capire con chiarezza come si evolverà la situazione della Brexit e quali saranno le sue conseguenze, emerge un dato interessante per il mercato immobiliare.
Come rivela un recente studio di Immobiliare.it, a gennaio 2019 le ricerche di immobili in Italia provenienti dal Regno Unito sono aumentate del 47% rispetto allo stesso periodo del 2018.
A meno di due mesi dal 29 marzo 2019, data prevista per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, non sono ancora chiare le modalità di attuazione della Brexit. Anche per questo motivo gli italiani che vivono Oltremanica stanno valutando diverse opzioni con le loro ricerche online.
Secondo l’analisi di Immobiliare.it, chi comincia a informarsi su un possibile rientro in Italia parte dalle locazioni: l’80% delle ricerche riguarda infatti il mercato degli affitti.
Le città preferite nelle ricerche dei nostri connazionali Oltremanica sono Milano (+70% di ricerche dal Regno Unito in un anno), Torino e Roma, in cui il traffico è aumentato rispettivamente del 55% e del 35%. Il budget medio indicato nella fase iniziale delle ricerche è di 1.800 euro al mese per un bilocale in affitto, cifra che si abbassa poi a 1.200 euro una volta appurato che il mattone in Italia costa meno rispetto al Regno Unito. Un bilocale nel quartiere Isola di Milano, ad esempio, costa circa il 30% in meno rispetto ad un immobile simile nella zona Camden a Londra.
Per quanto riguarda la provenienza geografica delle ricerche, la città britannica da cui si è registrato il maggior incremento di traffico è Liverpool: +103% in un anno. Al secondo posto Bristol, con un’impennata del 95%; seguono Edimburgo (+75%) e Londra (+45%). «Un’eventuale migrazione di ritorno dal Regno Unito all’Italia – afferma Carlo Giordano, Amministratore Delegato di Immobiliare.it – porterebbe a un’ulteriore accelerazione del mercato degli affitti e quindi ad altri aumenti dei canoni di locazione».