Centinaia di Comuni non rispettano la legge approvata nel 2007 che impone di eliminare dagli spazi pubblici i simboli ereditati dal franchismo. E così il ministero della Giustizia di Madrid ha sollecitato le 656 amministrazioni inadempienti, visto che numerose strade portano ancora i nomi di alti funzionari della dittatura. Il capo del governo socialista, Pedro Sanchez, da quando è arrivato al governo all’inizio di giugno si è impegnato a riabilitare la memoria delle centinaia di migliaia di vittime repubblicane della guerra civile spagnola del 1936-1939 e della dittatura di Francisco Franco che ne seguì, dal 1939 al 1975. Principale simbolo di questo impegno è la sua volontà di riesumare Franco dal suo monumentale mausoleo nella Valle de los Caidos, piano ancorato da mesi per l’opposizione dei discendenti del dittatore.
Nella sua richiesta ai Comuni, il ministero intende far applicare la legge del 2007 sulla memoria storica, che obbliga le amministrazioni pubbliche ad “adottare le misure pertinenti per rimuovere stemmi, insegne, targhe e altri oggetti o nomi che facciano apologia, personale o collettiva, del sollevamento militare, della guerra civile e della dittatura“. Votata sotto il governo del socialista José Luis Rodriguez Zapatero (2004-2011), questa legge è ancora contestata dai conservatori, secondo i quali riapre inutilmente ferite del passato. Secondo i dati del ministero, che cita l’Istituto nazionale di statistica, “figure importanti del franchismo danno ancora il nome a 1.171 strade e luoghi spagnoli”.