Quindici richieste di rinvio a giudizio nel primo filone dell’inchiesta sullo stadio dell’As Roma. Fra i destinatari, oltre all’ex capo di Eurnova, Luca Parnasi, i collaboratori del costruttore e alcuni dei politici tirati in ballo lo scorso giugno, dall’ex assessore regionale Pd, Michele Civita, al consigliere capitolino di Forza Italia, Davide Bordoni, passando per il consigliere regionale berlusconiano Adriano Palozzi. La Procura di Roma, dunque, conferma l’impianto dell’indagine che ha portato agli arresti – per gran parte dei quali il gip successivamente ha deciso per la revoca della custodia cautelare – fra gli altri, dei vecchi vertici della società proprietaria di parte dei terreni che dovranno ospitare il futuro impianto di Tor di Valle. Una richiesta sottoscritta dal procuratore aggiunto Paolo Ielo il 5 febbraio, lo stesso giorno in cui la sindaca Virginia Raggi in Campidoglio annunciava che lo stadio “si farà” nonostante il parere controverso sulla mobilità fornito dal Politecnico di Torino. Non compare nel provvedimento l’ex consulente di Virginia Raggi – e attuale consigliere d’amministrazione di Acea – Luca Lanzalone, per il quale è stato disposto il giudizio immediato.
IL FILONE RELATIVO ALL’ITER STADIO – Questo filone d’indagine, va ricordato, riguarda il presunto traffico d’influenze che secondo gli inquirenti sarebbe stato messo in piedi a latere dell’iter per l’approvazione del progetto dello stadio. Nel capo d’imputazione ai danni di Luca Parnasi, Luca Caporilli, Simone Contasta, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri e Gianluca Talone, si legge che questi si sarebbero “associati allo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti contro la Pubblica Amministrazione ed altri ad essi funzionali, al fine di ottenere (…) provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del Nuovo Stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali riconducibili all’operatività del sodalizio”. Si procede separatamente, invece, rispetto al presunto finanziamento illecito da parte di Parnasi alle fondazioni ‘Più Voci’ e ‘Eyu’, considerate rispettivamente vicine alla Lega e al Pd.
I POLITICI – Fra gli accusati di corruzione c’è l’ex assessore Michele Civita. Secondo la procura, “Luca Parnasi prometteva indebitamente (…) l’assunzione del figlio Daniele Civita presso la società denominata Be Consulting Spa” per “sollecitare la rapida chiusura della conferenza dei servizi” e “in genere per l’asservimento della funzione agli interessi dei Parnasi e del gruppo imprenditoriale a lui riconducibili”. Una “imprecisata somma di denaro”, invece, sarebbe stata consegnata a Davide Bordoni, capogruppo forzista in Assemblea Capitolina. “Ribadisco in maniera chiara e forte la mia estraneità ai fatti evidenziando come si legge anche dalle carte che non ho avuto alcun ruolo e neanche avrei potuto averlo su tutta la vicenda”, ha detto l’esponente azzurro. Più complessa la vicenda relativa ad Adriano Palozzi, che avrebbe ricevuto soldi da Parnasi come contributo elettorale attraverso bonifici registrati a nome della sua società Pixie Social Media srl.
I FUNZIONARI PUBBLICI – Tra i funzionari pubblici coinvolti nella vicenda c’è anche il Soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Roma, Francesco Prosperetti, avvicinato dai collaboratori di Parnasi – secondo gli inquirenti – nel tentativo di convincerlo a rimuovere il vincolo sulle tribune dell’ex ippodromo di Tor di Valle, uno dei principali ostacoli burocratici per l’iter dello stadio in conferenza dei servizi. “Quello che avevo da dire è tutto nell’interrogatorio che su mia richiesta ho reso ai giudici nello scorso mese di novembre. Confido che sarà dimostrata la mia totale estraneità”, ha detto Prosperetti. Per la sua posizione il Ministero dei Beni Culturali sta valutando misure cautelative che, eventualmente, verranno comunicate più avanti. L’altro dipendente pubblico coinvolto è Daniele Leoni, dipendente del Comune di Roma, accusato di aver incassato – attraverso la fondazione ‘Fiorentino Sullo’ – la cifra di 1.500 euro; in quel momento Leoni partecipava come tecnico ai lavori di approvazione dell’iter in qualità di funzionario del Dipartimento Urbanistica, dovendo fornire “un parere in merito ai criteri di calcolo degli oneri da porre a carico del proponente”.
L’ITER DELLO STADIO E I POSSIBILI SVILUPPI – Come ribadito sin dall’inizio dalla procura di Roma, né l’As Roma né il Comune di Roma sono stati coinvolti dall’indagine. Più precisamente, non ci sono prove o segnali che l’iter per l’esito positivo della conferenza dei servizi possa essere stato “dopato”. Dunque, non c’è alcun illecito che possa bloccarne il decorso amministrativo. Gli inquirenti di Piazzale Clodio, tra l’altro, sarebbero pronti a notificare un’accusa di “illecito amministrativo” nei confronti di Eurnova Spa, società “depuratasi” dalla presenza degli indagati e affidata nei mesi scorsi all’ad Giovanni Naccarato. “Non ci è stato notificato ancora nulla. Tuttavia, possiamo già anticipare che questo eventuale atto non inficerebbe nella trattativa di vendita dei terreni”, spiegano ambienti vicini alla società fondata dalla famiglia Parnasi. Trattativa il cui esito positivo è indispensabile affinché la costruzione dello stadio si concretizzi anche di fronte all’approvazione di tutti gli atti amministrativi.