Juan Guaidò ha chiesto di incontrare i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Fonti del governo italiano ha reso noto che il presidente dell’Assemblea nazionale autoproclamato capo del governo del Venezuela ha inviato due lettere, una al capo politico del M5s, l’altra al segretario della Lega, chiedendo un faccia a faccia a Roma “nel più breve tempo possibile” “finalizzato ad uno scambio di opinioni sulla decisiva transizione che stiamo vivendo in Venezuela”. Sono finora 19 i Paesi europei che – trascinati da Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania – hanno legittimato le rivendicazioni di Guaidò e l’Italia non è tra questi: anzi, il governo italiano ha bloccato per due volte il tentativo europeo di arrivare a una dichiarazione comune dei 28.
“Le chiedo la disponibilità – scrive Guaidò nelle due lettere – a un incontro a Roma nel più breve tempo possibile con la nostra delegazione, finalizzato ad uno scambio di opinioni sulla decisiva transizione che stiamo vivendo in Venezuela. In particolare – si legge nella lettera – vorremmo poter rappresentare la necessità che in Venezuela si possa giungere in tempi rapidi, e grazie al sostegno della Comunità internazionale, a libere elezioni democratiche“.
Guaidò esordisce nello scritto esprimendo “i più profondi sentimenti di riconoscenza per la costante vicinanza dimostrata al nostro amato Venezuela”, rinnovando la “massima e proficua collaborazione” tra i due Paesi. Poi fa notare che “il complesso periodo storico che il Venezuela sta attraversando, pone ciascuno di noi dinanzi a grandi speranze che leggiamo negli occhi dei nostri concittadini. Ciò comporta grandi responsabilità sia al cospetto della nostra Patria, sia nei confronti della Comunità Internazionale tutta”.
“Per tali ragioni – e avendo a mente gli indissolubili legami che uniscono il Venezuela e la Repubblica Italiana – credo – scrive ancora Guaidò – sia importante e utile inviare in Italia una delegazione ufficiale, guidata dal Presidente della Commissione Esteri dell’Assemblea Nazionale Francisco Sucre e dal nostro Rappresentante europeo per gli Aiuti Umanitari Rodrigo Diamanti” al fine di illustrare il piano di azione per il ripristino della democrazia in Venezuela “mediante l’indizione di elezioni libere e trasparenti e risolvere l’attuale crisi umanitaria che sta colpendo tutti i venezuelani e più di 100mila italiani che vivono in Venezuela”.
Oggi il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha lasciato Luanda, capitale dell’Angola, per raggiungere Montevideo dove domani parteciperà per l’Italia alla riunione del gruppo di Contatto per il Venezuela. I Paesi che prenderanno parte all’incontro a livello di ministri degli Esteri copresieduto dal presidente uruguaiano Tabaré Vazquez e dall’Alto Rappresentante per la Politica estera Ue, Federica Mogherini, sono: Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna e Svezia, insieme a Bolivia, Costa Rica, Ecuador, Messico e Uruguay.
Questa mattina le associazioni italo-venezuelane hanno dato vita ad un sit-in in piazza Montecitorio, a Roma. Con canti, striscioni e slogan hanno definito “una vergogna” il rifiuto del governo italiano di riconoscere Juan Guaidó come presidente ad interim del Paese perché ciò “nega al popolo l’unica via d’uscita dal regime che opprime il Venezuela”. Agli esponenti della Lega che sono andati a rassicurarli, Franco Zicchieri, William De Vecchis e Alessandro Pagano, non hanno mandato a dire che è stato un “fatto grave l’astensione al Parlamento Europeo dell’Italia nelle votazioni per la mozione di fiducia a Guaidó” e hanno chiesto con forza alla Lega “coerenza“.
Ad esprimere solidarietà stamani sono scesi in piazza Piero Fassino e Maurizio Martina del Pd, esponenti di Fratelli d’Italia, Casini e il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani (Forza Italia). “Sappiamo che il vento negativo arriva dal Movimento 5 stelle che – ha sintetizzato il portavoce del Comitato dei venezuelani in Italia, Carlos Cosmo Gullì – inseguendo un sogno rivoluzionario in realtà sta appoggiando un criminale, un dittatore e un affamatore del popolo come Maduro”.
Politica
Venezuela, Guaidò chiede un incontro a Salvini e Di Maio: “Piano di ripristino della democrazia”
L'autoproclamato presidente ha inviato una lettera ai due vicepremier: "Vorremmo poter rappresentare la necessità che nel Paese si possa giungere in tempi rapidi, e grazie al sostegno della Comunità internazionale, a libere elezioni democratiche". Moavero Milanesi è volato a Montevideo per il gruppo di contatto. In mattinata le associazioni italo-venezuelane hanno dato vita ad un sit-in in piazza Montecitorio
Juan Guaidò ha chiesto di incontrare i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Fonti del governo italiano ha reso noto che il presidente dell’Assemblea nazionale autoproclamato capo del governo del Venezuela ha inviato due lettere, una al capo politico del M5s, l’altra al segretario della Lega, chiedendo un faccia a faccia a Roma “nel più breve tempo possibile” “finalizzato ad uno scambio di opinioni sulla decisiva transizione che stiamo vivendo in Venezuela”. Sono finora 19 i Paesi europei che – trascinati da Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania – hanno legittimato le rivendicazioni di Guaidò e l’Italia non è tra questi: anzi, il governo italiano ha bloccato per due volte il tentativo europeo di arrivare a una dichiarazione comune dei 28.
“Le chiedo la disponibilità – scrive Guaidò nelle due lettere – a un incontro a Roma nel più breve tempo possibile con la nostra delegazione, finalizzato ad uno scambio di opinioni sulla decisiva transizione che stiamo vivendo in Venezuela. In particolare – si legge nella lettera – vorremmo poter rappresentare la necessità che in Venezuela si possa giungere in tempi rapidi, e grazie al sostegno della Comunità internazionale, a libere elezioni democratiche“.
Guaidò esordisce nello scritto esprimendo “i più profondi sentimenti di riconoscenza per la costante vicinanza dimostrata al nostro amato Venezuela”, rinnovando la “massima e proficua collaborazione” tra i due Paesi. Poi fa notare che “il complesso periodo storico che il Venezuela sta attraversando, pone ciascuno di noi dinanzi a grandi speranze che leggiamo negli occhi dei nostri concittadini. Ciò comporta grandi responsabilità sia al cospetto della nostra Patria, sia nei confronti della Comunità Internazionale tutta”.
“Per tali ragioni – e avendo a mente gli indissolubili legami che uniscono il Venezuela e la Repubblica Italiana – credo – scrive ancora Guaidò – sia importante e utile inviare in Italia una delegazione ufficiale, guidata dal Presidente della Commissione Esteri dell’Assemblea Nazionale Francisco Sucre e dal nostro Rappresentante europeo per gli Aiuti Umanitari Rodrigo Diamanti” al fine di illustrare il piano di azione per il ripristino della democrazia in Venezuela “mediante l’indizione di elezioni libere e trasparenti e risolvere l’attuale crisi umanitaria che sta colpendo tutti i venezuelani e più di 100mila italiani che vivono in Venezuela”.
Oggi il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha lasciato Luanda, capitale dell’Angola, per raggiungere Montevideo dove domani parteciperà per l’Italia alla riunione del gruppo di Contatto per il Venezuela. I Paesi che prenderanno parte all’incontro a livello di ministri degli Esteri copresieduto dal presidente uruguaiano Tabaré Vazquez e dall’Alto Rappresentante per la Politica estera Ue, Federica Mogherini, sono: Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna e Svezia, insieme a Bolivia, Costa Rica, Ecuador, Messico e Uruguay.
Questa mattina le associazioni italo-venezuelane hanno dato vita ad un sit-in in piazza Montecitorio, a Roma. Con canti, striscioni e slogan hanno definito “una vergogna” il rifiuto del governo italiano di riconoscere Juan Guaidó come presidente ad interim del Paese perché ciò “nega al popolo l’unica via d’uscita dal regime che opprime il Venezuela”. Agli esponenti della Lega che sono andati a rassicurarli, Franco Zicchieri, William De Vecchis e Alessandro Pagano, non hanno mandato a dire che è stato un “fatto grave l’astensione al Parlamento Europeo dell’Italia nelle votazioni per la mozione di fiducia a Guaidó” e hanno chiesto con forza alla Lega “coerenza“.
Ad esprimere solidarietà stamani sono scesi in piazza Piero Fassino e Maurizio Martina del Pd, esponenti di Fratelli d’Italia, Casini e il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani (Forza Italia). “Sappiamo che il vento negativo arriva dal Movimento 5 stelle che – ha sintetizzato il portavoce del Comitato dei venezuelani in Italia, Carlos Cosmo Gullì – inseguendo un sogno rivoluzionario in realtà sta appoggiando un criminale, un dittatore e un affamatore del popolo come Maduro”.
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Yemen, i ribelli Houthi attaccano la portaerei “Truman” nel mar Rosso in risposta ai raid Usa: “Operazione con 18 missili e un drone”
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Un team negoziale israeliano sta attualmente discutendo la questione degli ostaggi con i mediatori egiziani in Egitto. Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una dichiarazione.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Le autorità della Macedonia del Nord stanno indagando su un possibile caso di "corruzione" in relazione all'incendio che ha ucciso almeno 59 persone in una discoteca. Lo ha riferito il ministro degli Interni Pance Toskovsky.
"Questa azienda non ha una licenza legale per lavorare. Questa licenza, come molte altre cose in Macedonia nel passato, è legata alla corruzione", ha detto Toskovsky durante una conferenza stampa a Kocani, una piccola città nell'est del paese balcanico dove è avvenuta la tragedia durante un concerto nella notte tra sabato e domenica.