Il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca ha confermato in un’aula di tribunale, processo ai poliziotti accusati del depistaggio su via D’Amelio, il suo racconto sull’orologio da 500 milioni che sarebbe stato visto da Giuseppe Graviano al polso di Silvio Berlusconi. Davanti ai pm e al Tribunale ma anche alla figlia di Paolo Borsellino, Fiammetta, presente in aula, Brusca ha ricostruito così il suo incontro dell’estate del 1995 nelle campagne del trapanese con Matteo Messina Denaro alla presenza di Vincenzo Sinacori, oggi collaboratore di giustizia, e Nicola Di Trapani. “Si parlava di orologi e a un certo punto lui (Matteo Messina Denaro, Ndr) mi fa che Giuseppe Graviano in uno di questi incontri – non so quanti ne abbia avuti se uno, due tre, non lo so – aveva visto un orologio di lusso del valore di 500 milioni di lire dell’epoca e io allora gli risposi: ‘e che è? Avrà avuto diamanti, tutti brillanti?’. Allora lui mi rispose: ‘è glielo ha visto’. E finì”. Il pm Stefano Luciani chiede allora la cosa più importante: dove stava questo orologio visto da Graviano? Brusca lo interrompe: “Al polso di Silvio Berlusconi in un incontro a quattr’occhi (…) non lo aveva visto su una rivista”. Il racconto di Matteo, per Brusca era chiaro: “Giuseppe Graviano gli ha visto un orologio a Berlusca, come lo chiamavano loro, non con nomi in codice, così chiaro”