Nel 2008 era stata condannata a 16 anni di carcere per l’omicidio del figlio Samuele ma “da fine settembre o inizio ottobre” Annamaria Franzoni è tornata in libertà. La pena si è ridotta a poco più di 10 anni di reclusione grazie a tre anni di indulto e ai 45 giorni di ‘sconto‘ per buona condotta ottenuti ogni sei mesi trascorsi sia in carcere che ai domiciliari. “La notizia – aggiunge l’avvocato Cristiano Prestinenzi che la difende insieme ai colleghi Paola Salvio e Lorenzo Imperato – si è saputa solo adesso, con diversi mesi di ritardo, anche perché la nostra assistita voleva mantenere il massimo riserbo“. Savio aggiunge poi che “il raggiungimento del fine pena non deve suscitare stupore”, visto che “si tratta di un calcolo matematico frutto dei benefici penitenziari di legge che prevedono 45 giorni di sconto di pena ogni semestre di detenzione patito”. Dal 2014 Franzoni si trovava ai domiciliari.
Condannata nel 2008 a 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele di tre anni, a Cogne, in Valle d’Aosta, il 30 gennaio 2002, nelle scorse settimane è stata informata dal tribunale di sorveglianza di Bologna che la sua pena è espiata. Torna in libertà con mesi di anticipo rispetto alle previsioni grazie alla buona condotta. Da giugno 2014 era ai domiciliari a Ripoli Santa Cristina, sull’Appennino bolognese. Franzoni, che si è sempre proclamata innocente, era stata condannata in via definitiva il 21 maggio 2008, quando la Cassazione aveva confermato la sentenza della Corte d’Appello di Torino: la stessa notte era entrata nel carcere di Bologna, dove è rimasta fino al 2014. Poi è rimasta per quasi cinque anni ai domiciliari, ottenendo però il beneficio del lavoro esterno in una coop sociale e alcuni permessi per stare a casa con i due figli. Il più piccolo era nato un anno dopo il delitto.
Il processo – È il 30 gennaio 2002 quando il piccolo Samuele, di appena tre anni, viene ucciso nella villetta di Montroz dove vive con i genitori e il fratellino. I soccorritori, chiamati dalla madre, Annamaria Franzoni, lo trovano con gravissime ferite alla testa: il piccolo morirà poco dopo. Annamaria viene accusata dell’omicidio del figlio, che è stato ripetutamente colpito da un corpo contundente, ma si proclama innocente fin dall’inizio e non cambierà mai versione. Dal 14 al 30 marzo 2002, la mamma di Samuele viene rinchiusa nel carcere di Torino, per essere poi scarcerata su decisione del Tribunale del riesame che accoglie il ricorso presentato dal legale della donna. Per il Tribunale gli indizi non sono sufficienti, ma la decisione viene a sua volta annullata il 10 giugno dalla Cassazione, che rimanda tutto ad un nuovo collegio giudicante del Tribunale della libertà che questa volta, il 4 ottobre del 2002, dichiara valido l’ordine di custodia per la Franzoni.
La perizia psichiatrica – Poco dopo la procura di Torino apre un fascicolo, il cosiddetto ‘Cogne bis’, in cui si ipotizza la creazione di false prove: 11 gli indagati, fra cui i Lorenzi e il loro legale. Del caso principale si torna a parlare il 2 novembre, quando l’avvocato Taormina presenta il ricorso in appello. Il secondo grado di giudizio si apre il 16 novembre 2005 nel tribunale di Torino. La battaglia inizia già dalla prima udienza, quando il pg Vittorio Corsi chiede una nuova perizia psichiatrica che viene depositata nel mese di giugno. I periti, che hanno lavorato solo sulle carte e sulle registrazioni di alcune trasmissioni televisive perché Franzoni ha rifiutato di sottoporsi a un nuovo esame, concludono per un vizio parziale di mente e parlano di “stato crepuscolare orientato”. Annamaria era stata interrogata qualche giorno dopo l’inizio del dibattimento e ancora una volta ai giudici aveva ribadito la sua innocenza. Nuovi sopralluoghi, perizie neurologiche e tecniche, interrogatori e colpi di scena caratterizzano anche il processo d’appello che si protrae per oltre un anno e mezzo. Il legale Carlo Taormina nel novembre 2006 rinuncia al mandato in aperta contestazione con la Corte e con quella che per lui, come ha ripetuto più volte, è “una sentenza già scritta”.
Prima che il provvedimento diventi definitivo, il gip aostano, però, lo ritira per cessate esigenze cautelari. La donna resta indagata a piede libero. A difenderla, ora, c’è l’avvocato Carlo Taormina che il 25 giugno 2002 la famiglia Franzoni include nel collegio difensivo, provocando l’uscita di scena di Carlo Federico Grosso, che l’aveva assistita subito dopo il delitto. Intanto, l’8 aprile 2002, Annamaria a Novara incontra i periti incaricati di accertare la sua capacità di intendere e di volere. La perizia stabilirà che Annamaria è sana di mente e che lo era anche al momento dell’omicidio.
La condanna – Il 19 luglio 2004 il gup di Aosta, Eugenio Gramola, condanna la mamma di Cogne a trent’anni di carcere, il massimo della pena previsto con il rito abbreviato (scelto dalla difesa). Per Annamaria, che nel frattempo ha avuto un nuovo figlio, Gioele, però non si aprono le porte del carcere. Insieme al marito Stefano Lorenzi e ai due figli si ‘rifugia’ nel paese natale, protetta dalla famiglia che non ha mai smesso di credere nella sua innocenza, e aspetta l’appello. A fine di luglio l’avvocato Taormina consegna un esposto alla guardia di finanza di Roma a nome dei Lorenzi. Nel documento viene fatto il nome di quello che, secondo la difesa, sarebbe il vero assassino.
D’ora in avanti sarà un legale d’ufficio ad occuparsi del processo, l’avvocato Paola Savio, che dopo qualche mese diventa avvocato di fiducia. Il procuratore generale, Vittorio Corsi e l’avvocato Savio si confrontano per due udienze ciascuno. Il primo, al termine di una requisitoria durata diverse ore, nella quale, uno dopo l’altro, analizza tutti gli elementi ‘clou’ del processo, dall’arma del delitto (mai trovata), al pigiama, dagli zoccoli, al calzino mancante, al ruolo che la famiglia Franzoni ha svolto negli anni in cui si è dipanata la vicenda, chiede, per Annamaria la conferma della sentenza di primo grado, 30 anni, non senza prima averla invitata a confessare ed aver invocato la ‘pietas’ della Corte.
L’avvocato difensore risponde con due giornate di arringa durante le quali ribatte punto per punto alle affermazioni dell’accusa e al termine chiede l’assoluzione piena per la sua cliente. Qualche giorno dopo il pg replica, conferma la sua accusa e chiede nuovamente ad Annamaria il coraggio della confessione, mentre la difesa il coraggio lo chiede alla Corte. La parola fine tocca, però ad Annamaria. Tra le lacrime ribadisce la sua innocenza e chiede giustizia. La Corte però decide diversamente e dopo oltre 9 ore di Camera di Consiglio la condanna a 16 anni per l’omicidio del figlio (13 con l’indulto). Contro la sentenza, i legali presentano ricorso in Cassazione che verrà respinta il 21 maggio 2008 confermando la sentenza emessa poco più di un anno prima dalla Corte d’Assise di Torino. Anna Maria Franzoni aspetta la sentenza a Ripoli Santa Cristina, sull’Appennino tosco-emiliano, a casa di un’amica.
La detenzione e i domiciliari – E a casa la raggiungono i carabinieri per notificarle l’arresto e trasferirla in carcere a Bologna. Il 5 settembre 2012 viene respinta la sua richiesta di avvalersi degli arresti domiciliari. Il 10 dicembre 2013, Franzoni ripropone la richiesta al Tribunale di Sorveglianza di Bologna una nuova richiesta di assegnazione ai domiciliari. È in questo contesto che viene ordinata l’ultima perizia psichiatrica, quella che, riguardo al rischio di recidiva, sostiene che la donna sia ‘socialmente pericolosa’.
Di parere opposto, invece, le conclusioni del consulente della difesa, professor Pietro Pietrini. In seguito viene depositata l’integrazione della perizia, richiesta dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna, in base a cui per Franzoni c’è la possibilità di risocializzazione, dentro ma anche fuori dal carcere. Nel giugno 2014 il Tribunale di sorveglianza concede i domiciliari a Franzoni, che dal 7 ottobre 2013 lavora in una cooperativa sociale legata al carcere Dozza di Bologna, dove cuce borse, astucci e altri accessori. Nei giorni scorsi finisce di scontare definitivamente la pena, con anticipo grazia a degli sconti di pena.
Giustizia & Impunità
Caso Cogne, Franzoni è libera: pena scontata. 16 anni ridotti a 10 per indulto e buona condotta
Era stata condannata per l'omicidio del figlio Samuele di tre anni, morto il 30 gennaio 2002. Dal 2014 era ai domiciliari. Aveva ottenuto il beneficio del lavoro esterno in una coop sociale e alcuni permessi per stare a casa con i due figli. Il più piccolo era nato un anno dopo il delitto
Nel 2008 era stata condannata a 16 anni di carcere per l’omicidio del figlio Samuele ma “da fine settembre o inizio ottobre” Annamaria Franzoni è tornata in libertà. La pena si è ridotta a poco più di 10 anni di reclusione grazie a tre anni di indulto e ai 45 giorni di ‘sconto‘ per buona condotta ottenuti ogni sei mesi trascorsi sia in carcere che ai domiciliari. “La notizia – aggiunge l’avvocato Cristiano Prestinenzi che la difende insieme ai colleghi Paola Salvio e Lorenzo Imperato – si è saputa solo adesso, con diversi mesi di ritardo, anche perché la nostra assistita voleva mantenere il massimo riserbo“. Savio aggiunge poi che “il raggiungimento del fine pena non deve suscitare stupore”, visto che “si tratta di un calcolo matematico frutto dei benefici penitenziari di legge che prevedono 45 giorni di sconto di pena ogni semestre di detenzione patito”. Dal 2014 Franzoni si trovava ai domiciliari.
Condannata nel 2008 a 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele di tre anni, a Cogne, in Valle d’Aosta, il 30 gennaio 2002, nelle scorse settimane è stata informata dal tribunale di sorveglianza di Bologna che la sua pena è espiata. Torna in libertà con mesi di anticipo rispetto alle previsioni grazie alla buona condotta. Da giugno 2014 era ai domiciliari a Ripoli Santa Cristina, sull’Appennino bolognese. Franzoni, che si è sempre proclamata innocente, era stata condannata in via definitiva il 21 maggio 2008, quando la Cassazione aveva confermato la sentenza della Corte d’Appello di Torino: la stessa notte era entrata nel carcere di Bologna, dove è rimasta fino al 2014. Poi è rimasta per quasi cinque anni ai domiciliari, ottenendo però il beneficio del lavoro esterno in una coop sociale e alcuni permessi per stare a casa con i due figli. Il più piccolo era nato un anno dopo il delitto.
Il processo – È il 30 gennaio 2002 quando il piccolo Samuele, di appena tre anni, viene ucciso nella villetta di Montroz dove vive con i genitori e il fratellino. I soccorritori, chiamati dalla madre, Annamaria Franzoni, lo trovano con gravissime ferite alla testa: il piccolo morirà poco dopo. Annamaria viene accusata dell’omicidio del figlio, che è stato ripetutamente colpito da un corpo contundente, ma si proclama innocente fin dall’inizio e non cambierà mai versione. Dal 14 al 30 marzo 2002, la mamma di Samuele viene rinchiusa nel carcere di Torino, per essere poi scarcerata su decisione del Tribunale del riesame che accoglie il ricorso presentato dal legale della donna. Per il Tribunale gli indizi non sono sufficienti, ma la decisione viene a sua volta annullata il 10 giugno dalla Cassazione, che rimanda tutto ad un nuovo collegio giudicante del Tribunale della libertà che questa volta, il 4 ottobre del 2002, dichiara valido l’ordine di custodia per la Franzoni.
La perizia psichiatrica – Poco dopo la procura di Torino apre un fascicolo, il cosiddetto ‘Cogne bis’, in cui si ipotizza la creazione di false prove: 11 gli indagati, fra cui i Lorenzi e il loro legale. Del caso principale si torna a parlare il 2 novembre, quando l’avvocato Taormina presenta il ricorso in appello. Il secondo grado di giudizio si apre il 16 novembre 2005 nel tribunale di Torino. La battaglia inizia già dalla prima udienza, quando il pg Vittorio Corsi chiede una nuova perizia psichiatrica che viene depositata nel mese di giugno. I periti, che hanno lavorato solo sulle carte e sulle registrazioni di alcune trasmissioni televisive perché Franzoni ha rifiutato di sottoporsi a un nuovo esame, concludono per un vizio parziale di mente e parlano di “stato crepuscolare orientato”. Annamaria era stata interrogata qualche giorno dopo l’inizio del dibattimento e ancora una volta ai giudici aveva ribadito la sua innocenza. Nuovi sopralluoghi, perizie neurologiche e tecniche, interrogatori e colpi di scena caratterizzano anche il processo d’appello che si protrae per oltre un anno e mezzo. Il legale Carlo Taormina nel novembre 2006 rinuncia al mandato in aperta contestazione con la Corte e con quella che per lui, come ha ripetuto più volte, è “una sentenza già scritta”.
Prima che il provvedimento diventi definitivo, il gip aostano, però, lo ritira per cessate esigenze cautelari. La donna resta indagata a piede libero. A difenderla, ora, c’è l’avvocato Carlo Taormina che il 25 giugno 2002 la famiglia Franzoni include nel collegio difensivo, provocando l’uscita di scena di Carlo Federico Grosso, che l’aveva assistita subito dopo il delitto. Intanto, l’8 aprile 2002, Annamaria a Novara incontra i periti incaricati di accertare la sua capacità di intendere e di volere. La perizia stabilirà che Annamaria è sana di mente e che lo era anche al momento dell’omicidio.
La condanna – Il 19 luglio 2004 il gup di Aosta, Eugenio Gramola, condanna la mamma di Cogne a trent’anni di carcere, il massimo della pena previsto con il rito abbreviato (scelto dalla difesa). Per Annamaria, che nel frattempo ha avuto un nuovo figlio, Gioele, però non si aprono le porte del carcere. Insieme al marito Stefano Lorenzi e ai due figli si ‘rifugia’ nel paese natale, protetta dalla famiglia che non ha mai smesso di credere nella sua innocenza, e aspetta l’appello. A fine di luglio l’avvocato Taormina consegna un esposto alla guardia di finanza di Roma a nome dei Lorenzi. Nel documento viene fatto il nome di quello che, secondo la difesa, sarebbe il vero assassino.
D’ora in avanti sarà un legale d’ufficio ad occuparsi del processo, l’avvocato Paola Savio, che dopo qualche mese diventa avvocato di fiducia. Il procuratore generale, Vittorio Corsi e l’avvocato Savio si confrontano per due udienze ciascuno. Il primo, al termine di una requisitoria durata diverse ore, nella quale, uno dopo l’altro, analizza tutti gli elementi ‘clou’ del processo, dall’arma del delitto (mai trovata), al pigiama, dagli zoccoli, al calzino mancante, al ruolo che la famiglia Franzoni ha svolto negli anni in cui si è dipanata la vicenda, chiede, per Annamaria la conferma della sentenza di primo grado, 30 anni, non senza prima averla invitata a confessare ed aver invocato la ‘pietas’ della Corte.
L’avvocato difensore risponde con due giornate di arringa durante le quali ribatte punto per punto alle affermazioni dell’accusa e al termine chiede l’assoluzione piena per la sua cliente. Qualche giorno dopo il pg replica, conferma la sua accusa e chiede nuovamente ad Annamaria il coraggio della confessione, mentre la difesa il coraggio lo chiede alla Corte. La parola fine tocca, però ad Annamaria. Tra le lacrime ribadisce la sua innocenza e chiede giustizia. La Corte però decide diversamente e dopo oltre 9 ore di Camera di Consiglio la condanna a 16 anni per l’omicidio del figlio (13 con l’indulto). Contro la sentenza, i legali presentano ricorso in Cassazione che verrà respinta il 21 maggio 2008 confermando la sentenza emessa poco più di un anno prima dalla Corte d’Assise di Torino. Anna Maria Franzoni aspetta la sentenza a Ripoli Santa Cristina, sull’Appennino tosco-emiliano, a casa di un’amica.
La detenzione e i domiciliari – E a casa la raggiungono i carabinieri per notificarle l’arresto e trasferirla in carcere a Bologna. Il 5 settembre 2012 viene respinta la sua richiesta di avvalersi degli arresti domiciliari. Il 10 dicembre 2013, Franzoni ripropone la richiesta al Tribunale di Sorveglianza di Bologna una nuova richiesta di assegnazione ai domiciliari. È in questo contesto che viene ordinata l’ultima perizia psichiatrica, quella che, riguardo al rischio di recidiva, sostiene che la donna sia ‘socialmente pericolosa’.
Di parere opposto, invece, le conclusioni del consulente della difesa, professor Pietro Pietrini. In seguito viene depositata l’integrazione della perizia, richiesta dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna, in base a cui per Franzoni c’è la possibilità di risocializzazione, dentro ma anche fuori dal carcere. Nel giugno 2014 il Tribunale di sorveglianza concede i domiciliari a Franzoni, che dal 7 ottobre 2013 lavora in una cooperativa sociale legata al carcere Dozza di Bologna, dove cuce borse, astucci e altri accessori. Nei giorni scorsi finisce di scontare definitivamente la pena, con anticipo grazia a degli sconti di pena.
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Roma, 28 dic. (Adnkronos) - "Inaugurato ad Abu Dhabi dal Ministro della Difesa Guido Crosetto il 7° Villaggio Italia, nell’ambito del Tour Mondiale di Nave Amerigo Vespucci, ambasciatore del Made in Italy nel mondo, giunto alla sua 31esima tappa e per la prima volta negli Emirati Arabi Uniti insieme alla 'Esposizione Mondiale Itinerante Pluriennale' delle eccellenze italiane alla quale aderiscono, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, 11 Ministeri. Con questa tappa il Vespucci ha superato le 42 mila miglia marine, pari a due volte la lunghezza dell'equatore. Alla cerimonia inaugurale, condotta da Serena Autieri, era presente, tra gli altri, anche Sua Eccellenza Salem Al Jabri, Assistant Minister per gli Affari Militari e di Sicurezza in rappresentanza del Ministro degli Affari Esteri degli Emirati Arabi Uniti. Già ieri Sua Altezza lo Sceicco Ahmed Hamdan Al Nahyan Pres. Sailing and Rowing Federation aveva partecipato alla Welcome Ceremony". Lo comunica in una nota il ministero della Difesa.
Il Ministro della Difesa Guido Crosetto, nel suo discorso ha sottolineato che: “Molto spesso il mezzo con cui l'Italia porta aiuto sono le Forze Armate, perché non abbiamo paura di essere i primi quando si tratta di fare una gara di solidarietà, così come non abbiamo avuto paura in questi anni di essere i primi nelle missioni internazionali, dove c'era bisogno di uomini e donne che assicurassero la pace. L'abbiamo fatto e lo facciamo anche quando è difficile farlo. Siamo orgogliosi di farlo, e siamo orgogliosi di farlo con gli amici, e gli Emirati lo sono stati in questi anni e lo saranno nei prossimi. Perché la pace non si fa da soli. La pace si fa allargando gli interlocutori che lottano ogni giorno per la pace. La pace si fa mettendo insieme comunità, storie diverse, idee diverse, religioni diverse che sanno affrontare le crisi di un'umanità sempre più complessa. Per questo è doppiamente importante ciò che ha fatto Nave Vespucci. Noi abbiamo portato in giro l'Italia, abbiamo portato in giro la bellezza italiana. Abbiamo legato in 42.000 miglia nautiche mondi diversi, nazioni diverse. L'abbiamo affrontato e ci siamo rivolti allora a tutti nello stesso modo, raccontando cosa siamo, cosa siamo da secoli, quali sono i nostri valori, la nostra cultura, che è una cultura di integrazione, che è una cultura di pace, che è una cultura di rispetto. Noi non siamo una nazione che si è mai rivolta a nessun popolo guardandolo dall'alto in basso. Noi ci rivolgiamo a qualunque persona, in qualunque luogo del mondo, guardando al nostro interlocutore con rispetto, lo stesso che diamo ai nostri amici, lo stesso che diamo alle nostre famiglie, lo stesso che diamo ai nostri connazionali. Questo ci hanno insegnato, questo presidiano le Forze Armate, oltre alla libertà, oltre alla difesa del nostro Paese, e questo ha trasmesso nave Vespucci attraverso il suo equipaggio, le sue donne e i suoi uomini, in questi quasi due anni di navigazione”.
"Atteso per domani al Villaggio Italia di Abu Dhabi, il Presidente della Camera dei Deputati Lorenzo Fontana. Alla cerimonia odierna - prosegue il comunicato - sono intervenuti: il Ministro della Difesa Guido Crosetto; il Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale On. Maria Tripodi; l’Ambasciatore d’Italia negli Emirati Arabi Uniti Lorenzo Fanara; il Comandante in Capo della Squadra Navale, Ammiraglio Aurelio De Carolis; Luca Andreoli, Amministratore Delegato di Difesa Servizi. Il Capitano di Vascello Giuseppe Lai, Comandante di Nave Amerigo Vespucci è intervenuto alla cerimonia insieme a una rappresentanza dell’equipaggio di Nave Vespucci".
Roma, 28 dic. (Adnkronos) - Nei primi tre mesi del 2025, le intenzioni d’acquisto degli italiani saranno all’insegna di una cautela (-1,5%) condizionata soprattutto dal settore della mobilità che vede sia le auto nuove (-19,4%) che le usate (-12,5%) con il freno a mano tirato. E' quanto emerge dall'Osservatorio mensile Findomestic, gruppo Bnp Paribas, anticipato dall'Adnkronos.
"Secondo le nostre ultime rilevazioni – commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic - in un contesto che resta di preoccupazione, in cui da oltre 2 anni la maggioranza degli italiani guarda al futuro con pessimismo, si colgono alcuni segnali di miglioramento: diminuiscono dal 42% al 39% le famiglie che si dichiarano in una situazione "molto" o "abbastanza problematica e quanto meno sotto Natale è salita dal 26 al 33 la percentuale di chi ritiene che quello attuale sia un buon momento per fare acquisti".
La crescita delle intenzioni d’acquisto di infissi (+20%), grandi elettrodomestici (+17,6%), ristrutturazioni (+15,3%) e mobili (+11,2%) mette in evidenza come gli italiani continuino a progettare acquisti per rendere più efficiente la propria abitazione. "I bonus governativi in approvazione su mobili, infissi, ma anche elettrodomestici - sottolinea Bardazzi - certamente influenzano le intenzioni d’acquisto del settore casa che, fatta eccezione per gli infissi, soffrono nei segmenti più legati all’efficienza energetica: isolamento termico (-0,7%), impianti fotovoltaici (-3,7%) e pompe di calore (-4,7%)". Secondo i dati dell’Osservatorio Findomestic, bene anche la telefonia (+9%), attrezzature per il fai da te (+5,1%), tablet (+4%), fotocamere (+2%) e Tv, mentre viaggi e vacanze (-0,9%) toccano uno dei punti più bassi dell’anno come già avvenuto lo scorso luglio. In negativo anche i piccoli elettrodomestici (-4,5%), Pc (-4,9%), attrezzature sportive (-5,4%), motoveicoli (-8%), le e-bike (-12,5%) e i monopattini elettrici (-19%).
A NATALE TRA I REGALI PIU' GETTONATI ABBIGLIAMENTO, LIBRI E MUSICA. L’Osservatorio di dicembre di Findomestic ha stilato una classifica dei regali più scelti dagli italiani quest’anno: su tutti articoli di abbigliamento e accessori (46% delle preferenze) seguiti da libri e musica (34%), cibo e gift card (30%). Più distanziati i trattamenti estetici, e la profumeria (19% di preferenze), giochi o videogiochi (15%) e i pacchetti benessere (10%). Gli articoli tecnologici sono stati preferiti dal 20% del campione, mentre nel 2022 era il 34%. "Anche in questo caso - aggiunge Bardazzi – la prudenza di consumatori particolarmente attenti al budget familiare ha influito sulle scelte d’acquisto: la spesa media dichiarata per i regali nel 2024 è stata di 308 euro, oltre 20 euro in meno rispetto al 2021".
NEL 2024 I BENI DUREVOLI CRESCIUTI PIU’ DEGLI ALTRI MERCATI. Tra i prodotti più venduti nel 2024 le friggitrici (+30.2%), i robot da cucina (+25.5%), le mini-aspirapolvere (+16,6%), le macchine per il caffè (+9%) e i prodotti per la cura dei capelli (+7.8%) e tra i grandi elettrodomestici ci sono anche lavastoviglie (+4.1%). Nel contesto di stagnazione pressoché generalizzata dei consumi fanno eccezione i beni durevoli, che crescono più degli altri mercati e chiuderanno il 2024 a quota +4,2%, raggiungendo il valore record di 78,33 miliardi secondo le stime dell’Osservatorio annuale dei consumi di Findomestic, realizzato dalla società di credito al consumo del Gruppo Bnp Paribas in collaborazione con Prometeia. La performance è trainata dal comparto mobilità, in espansione del 7,6% nonostante il raffreddamento dei prezzi: il fatturato toccherà i 45,2 miliardi soprattutto grazie all’incremento del 9,6% in valore delle auto usate. Il settore dei beni per la casa, invece, dopo la flessione del 2023, rimarrà sostanzialmente invariato (-0,1%), attestandosi a 33,1 miliardi con il rialzo del 6,5% dei piccoli elettrodomestici e il consolidamento dell’1,6% dei grandi elettrodomestici che fanno da contrappeso ai lievi cali previsti nei mobili (-0,2%) e nella telefonia (-0,6%) e alle perdite più consistenti nell’elettronica di consumo (-4,1%) e nell’information technology (-4,4%).
UMBRIA SCALATRICE, LOMBARDIA REGINA. Le regioni in cui si rilevano gli incrementi più marcati della spesa in durevoli sono Umbria (+6,6% per 1,3 miliardi totali), Valle d’Aosta (+6,4% per 200 milioni) e Abruzzo (+6% per 1,6 miliardi), mentre le crescite più contenute si registrano in Liguria (+1,2% per 2,1 miliardi), Piemonte (+3,3% per 6,7 miliardi) e Campania (+3,4% per 4,8 miliardi). Guardando ai dati in valore assoluto, la Lombardia vale il 20% del mercato complessivo dei beni durevoli con un giro d’affari di 15,7 miliardi (+3,8%), oltre il doppio rispetto a quelli del Lazio, secondo con 7,7 miliardi (+4,2%), e del Veneto, terzo con 7,3 miliardi (+5,1%). La spesa media per famiglia calcolata dall’Osservatorio Findomestic, giunto alla trentunesima edizione, è di 2.955 euro, in aumento del 3,8% rispetto al 2023. Il valore più elevato si registra in Piemonte con 3.601 euro; al secondo e terzo posto si collocano le famiglie di Valle d’Aosta e Lombardia rispettivamente con 3.558 e 3.536 euro. In coda alla graduatoria, invece, la Sardegna con 2.138 euro, preceduta dalla Sicilia con 2.142 euro e dalla Calabria con 2.150 euro.
Roma, 28 dic. (Adnkronos) - Nei primi tre mesi del 2025, le intenzioni d’acquisto degli italiani saranno all’insegna di una cautela (-1,5%) condizionata soprattutto dal settore della mobilità che vede sia le auto nuove (-19,4%) che le usate (-12,5%) con il freno a mano tirato. E' quanto emerge dall'Osservatorio mensile Findomestic, gruppo Bnp Paribas, anticipato dall'Adnkronos.
"Secondo le nostre ultime rilevazioni – commenta Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio Findomestic - in un contesto che resta di preoccupazione, in cui da oltre 2 anni la maggioranza degli italiani guarda al futuro con pessimismo, si colgono alcuni segnali di miglioramento: diminuiscono dal 42% al 39% le famiglie che si dichiarano in una situazione "molto" o "abbastanza problematica e quanto meno sotto Natale è salita dal 26 al 33 la percentuale di chi ritiene che quello attuale sia un buon momento per fare acquisti".
La crescita delle intenzioni d’acquisto di infissi (+20%), grandi elettrodomestici (+17,6%), ristrutturazioni (+15,3%) e mobili (+11,2%) mette in evidenza come gli italiani continuino a progettare acquisti per rendere più efficiente la propria abitazione. "I bonus governativi in approvazione su mobili, infissi, ma anche elettrodomestici - sottolinea Bardazzi - certamente influenzano le intenzioni d’acquisto del settore casa che, fatta eccezione per gli infissi, soffrono nei segmenti più legati all’efficienza energetica: isolamento termico (-0,7%), impianti fotovoltaici (-3,7%) e pompe di calore (-4,7%)". Secondo i dati dell’Osservatorio Findomestic, bene anche la telefonia (+9%), attrezzature per il fai da te (+5,1%), tablet (+4%), fotocamere (+2%) e Tv, mentre viaggi e vacanze (-0,9%) toccano uno dei punti più bassi dell’anno come già avvenuto lo scorso luglio. In negativo anche i piccoli elettrodomestici (-4,5%), Pc (-4,9%), attrezzature sportive (-5,4%), motoveicoli (-8%), le e-bike (-12,5%) e i monopattini elettrici (-19%).
A NATALE TRA I REGALI PIU' GETTONATI ABBIGLIAMENTO, LIBRI E MUSICA. L’Osservatorio di dicembre di Findomestic ha stilato una classifica dei regali più scelti dagli italiani quest’anno: su tutti articoli di abbigliamento e accessori (46% delle preferenze) seguiti da libri e musica (34%), cibo e gift card (30%). Più distanziati i trattamenti estetici, e la profumeria (19% di preferenze), giochi o videogiochi (15%) e i pacchetti benessere (10%). Gli articoli tecnologici sono stati preferiti dal 20% del campione, mentre nel 2022 era il 34%. "Anche in questo caso - aggiunge Bardazzi – la prudenza di consumatori particolarmente attenti al budget familiare ha influito sulle scelte d’acquisto: la spesa media dichiarata per i regali nel 2024 è stata di 308 euro, oltre 20 euro in meno rispetto al 2021".
NEL 2024 I BENI DUREVOLI CRESCIUTI PIU’ DEGLI ALTRI MERCATI. Tra i prodotti più venduti nel 2024 le friggitrici (+30.2%), i robot da cucina (+25.5%), le mini-aspirapolvere (+16,6%), le macchine per il caffè (+9%) e i prodotti per la cura dei capelli (+7.8%) e tra i grandi elettrodomestici ci sono anche lavastoviglie (+4.1%). Nel contesto di stagnazione pressoché generalizzata dei consumi fanno eccezione i beni durevoli, che crescono più degli altri mercati e chiuderanno il 2024 a quota +4,2%, raggiungendo il valore record di 78,33 miliardi secondo le stime dell’Osservatorio annuale dei consumi di Findomestic, realizzato dalla società di credito al consumo del Gruppo Bnp Paribas in collaborazione con Prometeia. La performance è trainata dal comparto mobilità, in espansione del 7,6% nonostante il raffreddamento dei prezzi: il fatturato toccherà i 45,2 miliardi soprattutto grazie all’incremento del 9,6% in valore delle auto usate. Il settore dei beni per la casa, invece, dopo la flessione del 2023, rimarrà sostanzialmente invariato (-0,1%), attestandosi a 33,1 miliardi con il rialzo del 6,5% dei piccoli elettrodomestici e il consolidamento dell’1,6% dei grandi elettrodomestici che fanno da contrappeso ai lievi cali previsti nei mobili (-0,2%) e nella telefonia (-0,6%) e alle perdite più consistenti nell’elettronica di consumo (-4,1%) e nell’information technology (-4,4%).
UMBRIA SCALATRICE, LOMBARDIA REGINA. Le regioni in cui si rilevano gli incrementi più marcati della spesa in durevoli sono Umbria (+6,6% per 1,3 miliardi totali), Valle d’Aosta (+6,4% per 200 milioni) e Abruzzo (+6% per 1,6 miliardi), mentre le crescite più contenute si registrano in Liguria (+1,2% per 2,1 miliardi), Piemonte (+3,3% per 6,7 miliardi) e Campania (+3,4% per 4,8 miliardi). Guardando ai dati in valore assoluto, la Lombardia vale il 20% del mercato complessivo dei beni durevoli con un giro d’affari di 15,7 miliardi (+3,8%), oltre il doppio rispetto a quelli del Lazio, secondo con 7,7 miliardi (+4,2%), e del Veneto, terzo con 7,3 miliardi (+5,1%). La spesa media per famiglia calcolata dall’Osservatorio Findomestic, giunto alla trentunesima edizione, è di 2.955 euro, in aumento del 3,8% rispetto al 2023. Il valore più elevato si registra in Piemonte con 3.601 euro; al secondo e terzo posto si collocano le famiglie di Valle d’Aosta e Lombardia rispettivamente con 3.558 e 3.536 euro. In coda alla graduatoria, invece, la Sardegna con 2.138 euro, preceduta dalla Sicilia con 2.142 euro e dalla Calabria con 2.150 euro.
Roma, 28 dic. (Adnkronos) - "Quella approvata oggi al Senato, con l'ennesimo voto di fiducia, è la manovra economica dello sceriffo di Nottingham: sono riusciti a tagliare i servizi sociali, la scuola e il trasporto pubblico, aumentare l'età pensionabile, nel pubblico impiego, a settant'anni. Contrariamente alla propaganda del governo e della maggioranza questa manovra ammazza la sanita con incrementi dell'1% rispetto a quando già fissato nel 2024: in Italia 2 milioni e 800 mila persone non si possono curare a causa delle lunghe liste di attesa e gli stanziamenti in manovra sono assolutamente insufficienti". Così Angelo Bonelli parlamentare di Avs e co-portavoce di Europa Verde.
" La maggioranza ha trovato, però, 14 miliardi di euro per il Ponte sullo stretto di Messina azzerando i fondi per il sud e il trasporto rapido di massa, continuano a tutelare le banche e le società energetiche che in due anni hanno realizzato 130 miliardi di euro di extraprofitti che non sono stati tassati. Di contro l'Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) annuncia gli aumenti del 18% previsti per i primi mesi del 2025: saranno interessate oltre 3 milioni di persone vulnerabili, molti over 75 e disabili. Difendono l'accumulazione della ricchezza, ma tartassano lavoratori e pensionati", conclude Bonelli.
Roma, 28 dic. (Adnkronos) - "Al netto del Pnrr, questo Paese è in recessione. Il Pnrr dà un contributo dello 0,7% nel 2024 mentre il Paese cresce dello 0,5. Ne deriva che tutto quello che voi avete fatto al di fuori del Pnrr ha portato il Paese in recessione. Avete cercato persino di rovinare il Pnrr, con una rimodulazione che ha rallentato quasi il 15% delle opere del Piano. Addirittura la cifra rivendicata da questo Governo è rappresentata dallo spread e dalle agenzie rating, neanche fosse un Governo Monti. Dal Governo Meloni al Governo Montiloni è un attimo. Ricordo che qualcuno, dai banchi dell’opposizione, diceva che “lo spread è stato utilizzato come arma contro la democrazia e contro la possibilità per la politica di scegliere cosa fosse bene per i suoi cittadini”. Sapete chi lo diceva? Giorgia Meloni nel 2018. E’ evidente che questo Governo, il settimo più longevo della storia, non sta facendo nulla di quanto promesso, dalle pensioni minime a mille euro alla flat tax per tutti, alla cancellazione della Legge Fornero”. Lo ha detto Stefano Patuanelli, presidente dei senatori M5S, durante le dichiarazioni di voto nell’aula di palazzo madama sulla Legge di bilancio.
Roma, 28 dic. (Adnkronos) - “Il capogruppo della Lega al Senato, Romeo, ha dedicato la seconda parte della sua dichiarazione di voto in diretta tv a dire cosa manca e cosa non va bene nella legge di cui bilancio. Due considerazioni. La prima: i contrasti all’interno della Lega sono ormai un fatto pubblico. Vedremo con quali sviluppi. La seconda: la narrazione che tutto va bene e l’Italia fa meglio degli altri non regge più. E i primi a non crederci siedono tra i banchi della maggioranza”. Lo scrive sui social il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd.
Roma, 28 dic. (Adnkronos) - Prima il botta e risposta in aula con Ignazio La Russa che chiama "camerata" e invita al "rispetto delle opposizioni", poi un lungo sfogo tra Transatlantico e buvette del Senato con i cronisti. Tema la norma anti-Renzi, la norma ad personam che per Matteo Renzi costituisce "un precedente gravissimo", infilata nella manovra "notte tempo" in commissione per colpire "un dirigente dell'opposizione".
"Sarò pure antipatico -argomenta- e avrò pure il 2 per cento nei sondaggi, ma sono un dirigente dell'opposizione. A me personalmente non importa: farò una conferenza in meno. Sono stati assolto da tutto e sono felice. Ma questo è un precedente gravissimo perché se Schlein va a Chigi, se volesse, potrebbe colpire un parlamentare dell'opposizione". E Renzi non ha dubbi su chi sia il 'mandante' della norma: "L'hanno voluta le sorelle Meloni per colpirmi. Sono state Giorgia e Arianna. Perché? Perché io quando faccio campagna elettorale posso arrivare, come alle europee, quasi al 4 per cento e sono voti che valgono doppio perché sono tolti al centrodestra".
Ma nella maggioranza, riferisce Renzi, molti gli avrebbero espresso solidarietà e avanzato critiche sulla norma. "Anche dirigenti di Fdi, anche agli auguri al Quirinale. Chi? Nomi non ne faccio". E conclude: "Me ne andrei all'estero ma resto qui per dare fastidio....".