Dalla gestione delle Ong in mare al piano di chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto. Il Consiglio d’Europa ha inviato una lettera al premier Giuseppe Conte dove si dice “profondamente preoccupato” per quanto sta facendo l’Italia in tema di migrazioni. La missiva, inviata lo scorso 31 gennaio ma resa nota solo oggi, porta la firma della commissaria per i diritti umani dell’organizzazione, Dunja Mijatovic.
In particolare, Strasburgo critica “alcune misure recenti che ostacolano e criminalizzano il lavoro delle Ong che svolgono un ruolo cruciale nel salvare vite umane in mare, vietando lo sbarco nei porti italiani e cedendo la responsabilità delle operazioni di ricerca e salvataggio ad autorità che appaiono riluttanti o incapaci a proteggere i migranti salvati dalla tortura o da trattamenti inumani o degradanti”. La Mijatovic sottolinea gli “sforzi lodevoli per salvare vite umane” di Roma, ricordando però anche l’impegno del Consiglio che continua a fare pressioni sugli altri Paesi europei per non lasciare sola l’Italia nella gestione migranti. “Allo stesso tempo, vi esorto a garantire che i diritti umani delle persone soccorse in mare non siano mai messi a rischio a causa degli attuali disaccordi tra gli Stati membri sullo sbarco e che gli aspetti umanitari abbiano sempre la priorità”, continua nella lettera nella quale accenna anche al decreto Sicurezza, provvedimento di bandiera della Lega, convertito in legge lo scorso 28 novembre. “Questo atto legislativo solleva diverse preoccupazioni dal punto di vista dei diritti umani nel campo dell’asilo e della migrazione”, scrive ancora, ribadendo “la necessità di salvare vite in mare e di accogliere i richiedenti asilo e i migranti che arrivano sulle coste italiane”.
La commissaria sposta poi l’attenzione su un altro tema caldo: la chiusura del centro di accoglienza di Castelnuovo di Porto, in provincia di Roma. Una decisione che preoccupa il Consiglio, rammaricato “dell’apparente rapidità con cui le persone sono state trasferite” e impensierito per il fatto che “questa misura potrebbe interrompere gli encomiabili sforzi messi in atto a livello locale per l’integrazione e la riabilitazione dei residenti di questo centro negli anni passati”. Non solo, nella lettera l’organizzazione si dice favorevole al ridimensionamento dei Cara che spesso, per le loro grandi dimensioni “non favoriscono buone condizioni di accoglienza e integrazione”, ma sottolinea come “gli sforzi per cambiare il quadro di accoglienza esistente dovrebbero essere bilanciati con la necessità di salvaguardare i diritti umani di tutti i residenti per un’adeguata accoglienza, cura e assistenza, che sono essenziali per rispettare la loro dignità umana”.
“Anche supponendo che servizi equivalenti saranno forniti altrove, il brusco trasferimento dei residenti minerebbe gli sforzi significativi già fatti per la loro integrazione – conclude la commissaria nella lettera – in questo contesto, accolgo con calore gli sforzi del Comune di Castelnuovo di Porto, degli enti regionali e della società civile per continuare a ospitare famiglie e bambini nella stessa area per non interrompere l’importante lavoro già fatto per la loro inclusione sociale nella comunità locale e per assicurare ai bambini il diritto all’unità familiare, alla salute, alla sicurezza sociale e all’istruzione, come sottolineato anche dall’autorità nazionale per bambini e adolescenti in una nota del 23 gennaio”. Cruciale, infine, condurre un’analisi caso per caso della situazione di tutti i residenti per identificare i casi più vulnerabili e quindi “assicurare che gli sforzi e le risorse sull’integrazione non vadano sprecati”.
La pubblicazione della lettera arriva nel giorno in cui è iniziato il trasferimento di alcuni migranti ospiti del Cara di Mineo, l’altro centro di accoglienza che il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva promesso di chiudere entro la fine dell’anno. Due in tutto i bus partiti dal centro, il primo con 25 persone ha lasciato la struttura in tarda mattinata diretto al Centro di assistenza straordinaria di Trapani, mentre l’altro pullman con 19 persone è partito intorno alle 14. Il secondo gruppo sarà portato nei Csa di Siracusa e Ragusa. Si tratta di soli uomini non sposati che sono da anni ospiti della struttura di Mineo, dove erano presenti poco meno di 1.200 persone. I prossimi trasferimenti sono previsti il 17 febbraio e il 27.