Ringrazia, declina e ribadisce la linea: sulle vicende venezuelane il M5s preferisce evitare ingerenze. “Siamo ben consapevoli che il Venezuela sta attraversando un periodo storico complesso e doloroso – ha scritto il vicepremier Luigi Di Maio in una lettera pubblicata dal quotidiano Avvenire, intesa come risposta all’incontro chiestogli dall’autoproclamato presidente venezuelano Juan Guaidò – Al riguardo è mia piena convinzione che il governo italiano debba evitare ogni ingerenza esterna e come ha già fatto rendersi disponibile come mediatore tra le parti per aiutare il Venezuela a tracciare un percorso comune di legittimazione politica che arrivi attraverso nuove elezioni, libere e monitorate da organismi internazionali”.
La situazione per il momento non cambia, quindi. Sono finora 19 i Paesi europei che – Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania in testa– hanno legittimato le rivendicazioni di Guaidò e l’Italia non è tra questi: anzi, il governo italiano ha bloccato per due volte il tentativo europeo di arrivare a una dichiarazione comune dei 28. E se la Lega è più propensa a riconoscere il giovane presidente dell’Assemblea nazionale nel ruolo di capo del governo, il M5s resta sulle sue posizioni. Pur ringraziando “per la Sua cortese lettera del 5 febbraio scorso e per le parole che ha voluto trasmettermi sulla vicinanza da sempre dimostrata dal popolo e dal Governo italiano nei confronti del Venezuela, vicinanza e solidarietà che voglio innanzitutto confermarLe – scrive Di Maio – siano i venezuelani a decidere del loro futuro, in modo pacifico e democratico e soprattutto alle urne”. “Ritengo necessario – aggiunge – che il Governo italiano mantenga una linea di neutralità e di non ingerenza sul processo che condurrà a tali elezioni, incoraggiando piuttosto un dialogo costruttivo tra le parti, anche con l’obiettivo di non alimentare un’ulteriore divisione a livello internazionale e le sue possibili conseguenze in termini di destabilizzazione del Paese”.
“In tal senso – continua – reputo la parole di Papa Francesco molto importanti e una Sua risposta a questo appello sarebbe un gesto utile all’instaurazione di un dialogo”. “Il ministro degli Esteri italiano Moavero sarà a Montevideo per partecipare al vertice ministeriale del gruppo di contatto internazionale sul Venezuela a lavorare per quest’obiettivo, che consideriamo l’unica via percorribile per il futuro del popolo venezuelano”, ha concluso il vicepremier.
Che questa mattina è tornato sull’argomento in tv: “Penso che l’Italia debba essere neutrale”, ha ribadito Di Maio intervistato su Unomattina. “Non dobbiamo schierarci né con Maduro né con Guaidò. Non vogliamo – ha aggiunto ricordando l’importanza del Venezuela per quanto riguarda il petrolio – un’altra Libia. Ci devono essere elezioni. Garantiremo il dialogo. Gheddafi era un dittatore ma lo dovevano buttare giù i libici, non le bombe Nato“.
Politica
Venezuela, Di Maio a Guaidò: “Italia evita ogni ingerenza esterna, siano venezuelani a decidere del loro futuro”
E' quanto scrive il vicepremier in una lettera pubblicata dal quotidiano "Avvenire", in risposta all'incontro chiestogli dall'autoproclamato presidente venezuelano Juan Guaidò: "Non dobbiamo schierarci né con Maduro né con Guaidò. Non vogliamo un’altra Libia"
Ringrazia, declina e ribadisce la linea: sulle vicende venezuelane il M5s preferisce evitare ingerenze. “Siamo ben consapevoli che il Venezuela sta attraversando un periodo storico complesso e doloroso – ha scritto il vicepremier Luigi Di Maio in una lettera pubblicata dal quotidiano Avvenire, intesa come risposta all’incontro chiestogli dall’autoproclamato presidente venezuelano Juan Guaidò – Al riguardo è mia piena convinzione che il governo italiano debba evitare ogni ingerenza esterna e come ha già fatto rendersi disponibile come mediatore tra le parti per aiutare il Venezuela a tracciare un percorso comune di legittimazione politica che arrivi attraverso nuove elezioni, libere e monitorate da organismi internazionali”.
La situazione per il momento non cambia, quindi. Sono finora 19 i Paesi europei che – Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania in testa– hanno legittimato le rivendicazioni di Guaidò e l’Italia non è tra questi: anzi, il governo italiano ha bloccato per due volte il tentativo europeo di arrivare a una dichiarazione comune dei 28. E se la Lega è più propensa a riconoscere il giovane presidente dell’Assemblea nazionale nel ruolo di capo del governo, il M5s resta sulle sue posizioni. Pur ringraziando “per la Sua cortese lettera del 5 febbraio scorso e per le parole che ha voluto trasmettermi sulla vicinanza da sempre dimostrata dal popolo e dal Governo italiano nei confronti del Venezuela, vicinanza e solidarietà che voglio innanzitutto confermarLe – scrive Di Maio – siano i venezuelani a decidere del loro futuro, in modo pacifico e democratico e soprattutto alle urne”. “Ritengo necessario – aggiunge – che il Governo italiano mantenga una linea di neutralità e di non ingerenza sul processo che condurrà a tali elezioni, incoraggiando piuttosto un dialogo costruttivo tra le parti, anche con l’obiettivo di non alimentare un’ulteriore divisione a livello internazionale e le sue possibili conseguenze in termini di destabilizzazione del Paese”.
“In tal senso – continua – reputo la parole di Papa Francesco molto importanti e una Sua risposta a questo appello sarebbe un gesto utile all’instaurazione di un dialogo”. “Il ministro degli Esteri italiano Moavero sarà a Montevideo per partecipare al vertice ministeriale del gruppo di contatto internazionale sul Venezuela a lavorare per quest’obiettivo, che consideriamo l’unica via percorribile per il futuro del popolo venezuelano”, ha concluso il vicepremier.
Che questa mattina è tornato sull’argomento in tv: “Penso che l’Italia debba essere neutrale”, ha ribadito Di Maio intervistato su Unomattina. “Non dobbiamo schierarci né con Maduro né con Guaidò. Non vogliamo – ha aggiunto ricordando l’importanza del Venezuela per quanto riguarda il petrolio – un’altra Libia. Ci devono essere elezioni. Garantiremo il dialogo. Gheddafi era un dittatore ma lo dovevano buttare giù i libici, non le bombe Nato“.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.