All’urlo di “Claudio, Claudio, Claudio!” dal parte del pubblico in platea, inizia il terzo appuntamento con il Festival di Sanremo. Immancabile la “tassa” proveniente dal repertorio di Baglioni: stasera tocca Viva L’Inghilterra. “Anche questa sera siamo vivi”: il dirottatore artistico presenta i suoi compagni d’avventura, una Virginia Raffaele vestita finalmente con un abito meraviglioso e un Bisio gasato, che debutta subito prendendo in giro Baglioni.
LA GARA – “Soldi, soldi, soldi”. La gara comincia con il tormentone di Mahmood: funziona (e sta già andando fortisismo in radio). Nigiotti si becca un applauso lunghissimo: punta al podio?
Claudio Bisio sale sul palco con un reperto di grammofono trovato nel backstage dell’Ariston: “Forse i più giovani non sanno neanche cosa sia, mentre i più vecchi avranno un effetto nostalgia”. Lo aziona e “prende vita” con la voce di Virginia Raffaele, che intona (alla grande) Mamma Son Tanto Felice. Lo fa magistralmente: il grammofono s’inceppa, si spegne, si riaccende, accelera la velocità. E lei sta al ritmo. Ecco, sono queste le cose che funzionano di Virginia Raffaele e che fa fare bene. Ci voleva tanto?
Bisio, prima di presentare Anna Tatangelo, replica lo sketch sugli haters proposto ieri sera. Ne legge uno: “Perché non parli del traffico di organi? Forse perché non ti pagano? Vai Bisio, vai a metterti il rolex”. Lui lo blasta: “Cercavo un nesso tra me, il Rolex e il traffico di organi: non l’ho trovato. Però, spero di non fare gaffe, posso dire essere contrario al traffico di organi, e anche alla tratta delle bianche e delle sparatorie”.
Ultimo vuole arrivare primo (sì, è una battuta che non fa neanche ridere), ma il pezzo non decolla.
Bisio e Raffaele vogliono rispondere alla violenza cercando di lanciare un messaggio di armonia intonando Ci vuole un fiore di Sergio Endrigo. Ma qualcosa va – volutamente – storto: ci si perde per dieci minuti in storture come filtro, Floris, fiordo, flipper al posto di “fiore”. Bisio finge di perdere la pazienza: “Virginia, Veniamo qui a cantare la purezza e non ne becchi una giusta”. Poi entra in scena un coro. Ma lo sketch non decolla mai.
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Intanto sui social Striscia la notizia sfotte la tinta di Venditti: “Attenzione, vernice fresca”. Poco carini.
Tinta prima degli esami#striscia #striscialanotizia #sanremo2019 #festivaldisanremo #sanremo #venditti pic.twitter.com/hDOrmL34XI
— Striscia la notizia (@Striscia) 7 febbraio 2019
Irama si presenta sul palco con una giacca di dubbio gusto (e verrebbe voglia di salutare anche stasera il costumista dei Casamonica). “Bella giacca”, gli dice Bisio a fine esibizione.
Patty Pravo, con Briga, esce di scena autocompiacendosi: “Siamo una bella coppia ehhhhh”. Simone Cristicchi torna in hotel con una standing ovation. Bisio: “Noi non possiamo dire niente, ma voi sì”. Ha detto tutto: anche a lui piace la preghiera laica di Cristicchi. L’energia la portano i Boomdabash, anche loro tra i più trasmessi in radio.
La gara si chiude con le quote indie-rock e “pro-migranti”: Motta e Zen Circus. Il momento buono per far andare a dormire nonne e zie. Nino D’Angelo e Livio Cori chiudono la gara ben prima di mezzanotte: stasera si finirà prima dell’una? Magari!
GLI OSPITI – “Nata sotto il segno dei pesciiii”: si fa il karaoke con uno scongelato Antonello Venditti. Solo lui può salire sul palco dell’Ariston in jeans, ma poco importa: ha il suo perché. Baglioni lo raggiunge e lo porta in platea, ma lui si infastidisce: “Basta che mi dite dove devo andare. Al regista piace quella telecamera? Ma ne abbiamo tante di là. Ah c’è un trucco? Sul palco c’è gente che lavora… e io che mi chiedevo perché scendere qua”. Alla fine duetta con Baglioni in Notte prima degli esami. Prima di congedarsi, scende in platea con il cappello in mano. No, non chiedere l’elemosina: lo regala a una spettatrice in prima fila.
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Ecco Alessandra Amoroso, una “super” ospite con soli dieci anni di carriera. “Viene qui a celebrare la sua carriera”, la presenta Bisio. Mah. Lei canta il suo singolo Dalla Tua Parte con un vestito eccentrico con delle “ali” piene di piume nere, poi duetta con Baglioni su Io che non vivo. “Grazie zio”, dice a fine esibizione: ma a chi si riferisce? Forse a Baglioni? D’altronde ha sempre detto che lo considera uno di famiglia. “Sei stato la prima persona che mi ha dato una mano”, dice al dittatore artistico. Ma, tra l’altro, non è stata la De Filippi la prima a darle una mano? Alla fine, quando le portano i fiori di Sanremo, lei si commuove e piange a dirotto dall’emozione. “Scusate, sono molto emozionata”. Siamo abituati: Sandrina piange sempre.
“Virginia, mi hai reso la vita un inferno. Porca puttana. Mi hai fatto passare per rimbambita, maniaca sessuale, pazza”: Ornella Vanoni torna a Sanremo per massacrare la Raffaele che l’ha imitata nel passato. “Ho passato un inferno per te”. Ornellona sembra la sua parodia e il risultato è spassosissimo: le due si prendono in giro a vicenda, si imitano a vicenda. “Ornella, arancione così sembri un cerino”. Poi presenta la sua amica Patty Pravo, che va a salutare (anche se non avrebbe potuto). “A una certa età si fa quel che si vuole. Ah, volevo dire alla Rai che sono qui gratis. Mai più aggratis. L’ho fatto solo per te Virginia”.
E chi lo avrebbe mai detto che Raf e Umberto Tozzi avrebbero infiammato l’Ariston con un momento in pieno stile revival, che sembrava scritto per I Migliori Anni? Il battito animale, Ti Pretendo, Tu, Gloria, Gente di mare: il pubblico le canta tutte a squarciagola. E pensare che l’ultima volta che Raf è venuto in gara è stato eliminato a pesci in faccia, mentre Tozzi non fa un singolo di rilevanza da secoli. Ma a Sanremo vale tutto.
“Non si può parlare di politica, è vietatissimo. Ma un piccolo politico di un piccolo paese forse può parlarne”. Sale sul palco Palmiro Cangini, l’assessore di Roncofritto Superiore che è il personaggio interpretato da Paolo Cevoli (in quota Bisio). Ed è subito Zelig. “Non si può parlar di politica, anche perché questi sono di un permaloso…”, dice. “Tra l’altro io suono con il sosia di quello che è arrivato secondo ad Amici otto anni fa e nella tribute band dei Jalisse”. Il direttore Teresa De Santis di Rai1 ride di gusto dalla prima fila. Ma si sono divertiti solo loro.
Il momento più ignorante della serata? La “gag” con Rovazzi. Si appropria della conduzione per un attimo (“Bentornati al Festival di Sanremo. Mi sto un po’ cagando addosso, per problemi tecnici devo sostituire il direttore artistico Baglioni… chiamatemi pure distruttore artistico”) ed è un pretesto per farsi annunciare da Bisio. “Ho scritto un pezzo apposito per il Festival”, ma poi parte Andiamo a comandare. La mamma dal pubblico lo smonta: “Preferisco Baglioni”. Il maestro d’orchestra: “Credo di aver toccato il momento più basso della mia carriera, io me ne andrei…”. Perlomeno si prende in giro. La mamma dal pubblico lo smonta: “Preferisco Baglioni”. Il maestro d’orchestra: “Credo di aver toccato il momento più basso della mia carriera, io me ne andrei…”. Senza orchestra, è costretto a recitare il testo di Tutto molto interessante. Perlomeno si prende in giro e si mette in gioco. Bravo Rovazzino.
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In “Faccio quello che voglio” @rovazzi e @claudiobaglioniofficial .” #sanremo2019
A un certo punto sale Fausto Leali per 10 secondi sul palco al grido di “Questo Festival è truccato, lo vince Fausto Lealiii”. Poi cantano tutti insieme Faccio quello che voglio. Rovazzi si congeda con le lacrime agli occhi e il ricordo del papà scomparso nel 2010. “Caro papà, non so come contattarti, tutto questo è anche colpa tua. Volevo salutarti visto che l’ultima volta non ho fatto in tempo”. Da un’emozione all’altra: ecco Serena Rossi per omaggiare Mimì Bertè con Almeno tu nell’universo.
Commovente il ricordo di Mimì: “Voglio dire una sola cosa: quando pensavo a Mia Martini prima di lavorare a questo progetto, iniziato un anno e mezzo fa, pensavo a una violenza, a una discriminazione. Mimì era tanto altro e penso che dobbiamo chiederle scusa per tutto quello che le è stato fatto. E questo film è un atto d’amore”.
La serata si conclude con la classifica provvisoria della sala stampa. Tra i migliori, nella zona blu: Simone Cristicchi, Mahmood, Irama e Ultimo. Nella zona gialla, nel limbo: Motta, Enrico Nigiotti, Francesco Renga e The Zen Cirucs. Tra i rossi: Anna Tatangelo, Nino D’Angelo e Livio Cori, Boomdabash, Patty Pravo con Briga.