Un nuovo potenziale bersaglio molecolare contro il melanoma è stato individuato da un gruppo di ricercatori italiani del Fox Chase Cancer Center di Philadelphia. A firmare lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Oncogene, Rossella Tricarico e Pietro Mancuso, che lavorano presso il laboratorio coordinato da Alfonso Bellacosa. Gli studiosi italiani hanno, in particolare, scoperto che un enzima, una sorta di correttore di bozze del Dna, ha un ruolo fondamentale nella crescita e nella sopravvivenza delle cellule del melanoma. Si tratta di un tumore della pelle molto aggressivo, che causa ogni anno più di 7.000 vittime solo in Italia, e che nasce dalla proliferazione incontrollata delle cellule che producono la melanina, responsabile della colorazione della pelle. Un tumore la cui incidenza è raddoppiata negli ultimi 10 anni nel mondo.

Il gruppo italiano si è concentrato sullo studio dei meccanismi di riparazione del Dna, sistemi di protezione grazie ai quali le cellule correggono errori e danni all’alfabeto della vita, che possono portare la cellula a impazzire iniziando a dividersi in modo incontrollato. Lo stesso gruppo in passato aveva già scoperto il ruolo di uno di questi sistemi di riparazione, contro il cancro colo-rettale.

“Adesso abbiamo dimostrato nei topi che, riducendo la presenza o l’attività di un enzima denominato Tdg (Timina Dna glicosidasi), è possibile non solo compromettere la crescita delle cellule di melanoma e causarne la morte, ma anche impedire la formazione dello stesso tumore”, spiega Tricarico. Lo stesso effetto, invece, non si produce sulle cellule della pelle. I ricercatori hanno, infatti, osservato che la riduzione della quantità dell’enzima correttore di bozze “influenza solo marginalmente la crescita dei melanociti, suggerendo – conclude Tricarico – che una terapia anti-melanoma basata su questo enzima potrebbe non avere effetti collaterali sulle cellule normali”.

Lo studio su Oncogene

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