Se chiami Nada solo per un duetto, vuol dire che in gara a Sanremo 2019 ci deve essere musica davvero di alto livello. Nada (Malanina), classe ’53, livornese, nome proprio suggerito dalla zingara che lesse la mano a mamma, a nemmeno 16 anni proprio al Festival sente un po’ di spifferi nel cuore. Franco Migliacci e Claudio Mattone le regalano Ma che freddo fa, e dal 1969 il mondo per lei non è più lo stesso. Nel 1971 vittoria a Sanremo in coppia con Nicola Di Bari per Il cuore è uno zingaro. “Per quattro anni fui prigioniera dello spettacolo. Cantavo, uscivo dal palcoscenico, vomitavo e rientravo. Ero diventata anoressica. In un periodo mi sono nutrita con le flebo”.
Negli anni settanta le frequentazioni (fallimentari) d’autore (l’avvocato Paolo Conte, e soprattutto il tumultuoso rapporto con Piero Ciampi); poi il matrimonio con il bassista de I Camaleonti, anche solo per togliersi di dosso l’etichetta delle minorenne graziosa; ed ecco gli anni ’80, acconciatura punk e Amore disperato, una delle hit più ballate nelle discoteche, usata in film popolari, come del resto Ma che freddo fa che finisce venduta perfino in Giappone. Successo, morte, rinascita. Successo, morte, rinascita. Il ritorno a Sanremo nel 1999 (decimo posto) sotto l’egida di Mauro Pagani con Dove sei sei che contiene i prodromi di una fase più recente e vagamente sperimentale, grazie all’incontro con un certo John Parish, che culmina nell’album Tutto l’amore che mi manca (2004). Dentro, tra mille perle, c’è un brano di assoluta e incontrastata bellezza: Ti troverò. Il duetto a Sanremo è con Motta.