La Francia, come la Germania, si era detta pronta ad accogliere parte dei 47 migranti a bordo della Sea Watch, che il 31 gennaio è arrivata in porto a Catania dopo essere rimasta 8 giorni fermi davanti al porto di Siracusa. Ma ora, fa sapere il Viminale, Parigi ha cambiato idea e ha fatto sapere al ministero dell’Interno che “prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici e ha aggiunto che appoggerà l’Italia per chiedere rimpatri più efficaci in alcuni paesi africani a partire dal Senegal“.
Ora, continua il Viminale, “ci si aspetta che Parigi dimostri con i fatti la buona volontà, collaborando per rimpatriare al più presto decine di senegalesi irregolari che si trovano in territorio italiano”. “Anche i francesi non vogliono clandestini”, dicono fonti del ministero dell’Interno, le quali aggiungono che ora il Viminale chiede un accordo con Parigi per favorire il rimpatrio dei senegalesi. Sul caso interviene anche Salvini che, in Abruzzo per la campagna elettorale, dice: “Faremo a meno della Francia, non dei francesi che sono un popolo stupendo. Evidentemente chi sta governando ha le idee un po’ confuse. La Francia ha respinto negli ultimi due anni 60mila migranti. Ognuno risponde alla propria coscienza e io sono contento di quello che abbiamo fatto”.
Le dichiarazioni sulla Sea Watch si innestano nel picco di tensione diplomatica delle ultime ore con il rientro da Roma dell’ambasciatore francese. Un rientro che il portavoce del governo francese, Benjamin Griveaux, ai microfoni di Europe 1 “non è permanente, ma era importante dare un segnale” perché l’Italia è “un alleato storico” di Parigi e “uno dei paesi fondatori dell’Unione europea“. Mentre Salvini e Di Maio si sono dichiarati “disponibili” al dialogo con il governo francese, Griveaux ha osservato che “il dialogo non è mai stato rotto”, sottolineando che “c’è un capo del governo in Italia, è Conte“, che Macron ha “già incontrato più volte”.