“Analisi costi-benefici sul Tav Torino-Lione? Il governo ovviamente ha le carte, sono al Ministero delle Infrastrutture e dei Traporti e Salvini, così come altri, possono visionarle tranquillamente quando vogliono. A Salvini basterebbe alzare il telefono a sentire Toninelli“. Sono le parole del sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, intervistato nella trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus.
E spiega: “Quella seguita da Danilo Toninelli è stata una procedura obbligata, perché la Commissione Europea cofinanzia il Tav quindi abbiamo l’obbligo di fornirle prioritariamente tutte le documentazioni. Ma il governo è in possesso di tutte le carte. Tanto per cambiare, questo fatto è stato motivo di scontro politico. Io su questo tema sono tranchant, ecco perché ho detto quella frase sulle mozzarelle. A riguardo, credo che la Campania e la Puglia abbiano molto da dire” – continua – “Il Tav è un’opera da 20 miliardi che viene pagata dal cittadino di Agrigento, come da quello di Afragola e quello di Venezia. Il Tav Torino-Lione è un’opera che il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, spinge tantissimo, perché ovviamente porta introiti alla sua regione, ma questa è un’opera che pagano tutti i cittadini italiani, quando in Sicilia, per andare da Palermo ad Agrigento, ci vogliono 6 ore di treno”.
L’esponente M5s precisa: “Non c’è nessuna penale da pagare. Il buco di cui parla Salvini è il tunnel geognostico, non un tunnel vero e proprio, perché praticamente sono 5 metri di scavo. Alla Lega piace questo racconto secondo cui loro sono il partito per il “si” e noi quelli per il “no”. Il problema è che nella storia dell’Italia quelli per il “si” erano gli stessi favorevoli all’aumento delle pensioni e degli stipendi dei parlamentari, alle grandi opere che non servivano a nessuno, alle trivellazioni in mare. Noi siamo per il “si” alle cose intelligenti e per il “no” alle cose stupide, o, meglio, a quelle che riteniamo tali, perché, per carità, si può sempre sbagliare politicamente”.
Circa i sondaggi sul calo del M5s a fronte di un successo crescente della Lega, Di Stefano osserva: “Noi non ci aspettiamo nulla dalla Lega. Non l’abbiamo scelta per amore o fiducia. Abbiamo scelto la Lega perché ha accettato di condividere con noi quel contratto di governo. E’ ovvio che a ogni elezioni loro cercheranno di farci le scarpe e noi faremo altrettanto. L’importante è che nel contratto di governo ci sia sincerità nelle operazioni che si fanno. La verità è che la Lega rivendica battaglie semplici. In più, cavalcano una sola battaglia, l’immigrazione” – prosegue – “e la comunicano come una loro vittoria perché ne parlano con toni sicuramente meno responsabili. In realtà, le scelte sull’immigrazione sono state compiute fisicamente dal ministro Salvini, dal ministro Toninelli e dal ministro Di Maio. E’ facile dire: ‘Con noi sono diminuiti gli sbarchi dell’85%'”.
E chiosa: “Io credo che gli italiani, quando in questa primavera inizieranno a vedere il reddito di cittadinanza attivo, la possibilità di avere qualche domenica di respiro per i lavoratori, il rialzo del salario minimo garantito ai livelli europei, capiranno e sapranno che sono battaglie del M5s. E le cose cambieranno. Non abbiamo mai preteso di governare per fare campagna elettorale. Quello che facciamo lo facciamo perché lo riteniamo giusto. Se porta consenso, ci fa piacere, altrimenti non fa niente”.