Due pizzerie colpite nella notte con proiettili sparati contro ingressi e vetrate. Bigliettini con minacce ai gestori ritrovati dalle forze di polizia, un altro locale dove i Vigili del Fuoco sventano un incendio dalle cause oscure. E poi tre auto e un furgone bruciati con la benzina versata sui seggiolini dai finestrini spaccati nel parcheggio di un quartiere. Il tutto nell’arco di due settimane. Reggio Emilia è preoccupata di questa nuova escalation di violenza. Venerdì il prefetto Maria Grazia Forte ha riunito il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Seduti attorno a un tavolo, il questore Antonio Sbordone, i comandanti di Carabinieri e Guardia di Finanza, Cristiano Desideri e Roberto Piccinini, il procuratore capo di Reggio Emilia Marco Mescolini. Hanno fatto il punto sulle indagini e ragionato su come tutelare l’incolumità dei gestori dei locali minacciati. Fino ad oggi sono quattro: in media fa un’intimidazione ogni tre giorni.
La “profezia” del pentito – Cosa sta succedendo nel capoluogo reggiano? Chi e perché ha deciso di uscire allo scoperto a colpi di minacce, incendi e sparatorie? È solo una guerra tra bande o c’è qualcosa di più serio? Reggio è pur sempre la città del processo Aemilia, il primo maxi procedimento alla ‘ndrangheta del Nord Italia. Proprio alla fine del processo, il collaboratore di giustizia Antonio Valerio si era rivolto alla corte con una dichiarazione che aveva fatto scalpore: “A Reggio Emilia siete tutti sotto scacco. Non illudiamoci che la cosca verrà eliminata con le condanne, perché altri ‘ndranghetisti fuori si stanno riorganizzando con mezzi e metodi diversi. Dovranno sparare se vogliono il comando, come abbiamo fatto noi cutresi nel Novanta”. Era l’ottobre scorso: tre mesi dopo quelle parole sembrano quasi profetiche. Non è detto che siano azioni di ‘ndrangheta ma è naturale che sia quella una delle direzioni verso cui guardano le indagini. “Siamo nel 2019 e non nel 2010”, dice uno degli investigatori più esperti, sottolineando che la conoscenza del crimine organizzato oggi in provincia consente di avviare indagini mirate.
La sparatoria a Cadelbosco Sopra – Sei colpi di pistola sono stati sparati nella notte tra il 31 gennaio e l’1 febbraio contro la vetrata della pizzeria La Perla nel centro di Cadelbosco Sopra, comune alle porte di Reggio Emilia e residenza di nomi importanti del processo, segnati da pesanti condanne: Antonio Crivaro (ha preso 19 anni in primo grado), Luigi Brugnano (10 anni e 6 mesi), Floro Vito Gianni (20 anni e 11 mesi), Eugenio Sergio (23 anni), Luigi Silipo (21 anni e 8 mesi) e il fratello Antonio (14 anni definitivi nel rito abbreviato). Tenevano i conti dei loro affari alla filiale del Monte Paschi di Siena e incontravano vittime e amici attorno alla chiesa della Beata Vergine Addolorata, entrambe a due passi dalla pizzeria, il cui titolare è da sempre Pasquale Calabrese, originario del salernitano.
Gli incendi a Cadè – Protagonisti di Aemilia si incontrano anche vicino a un’altra scena del delitto, via Vanvitelli nella frazione di Cadè in direzione Parma, dove 48 ore dopo gli spari a Cadelbosco sono stati bruciati tre auto e un furgone, nel parcheggio sul quale si affaccia anche l’abitazione di Davide Arabia, crotonese accusato di usura dai sostituti procuratori di Aemilia ma non rinviato a giudizio per la caduta dell’aggravante mafiosa. Eppure fino ai primi anni Duemila il clan dei Dragone, ancora vincenti in provincia, imponeva ai costruttori cutresi a Reggio Emilia, con la sola forza del proprio nome, l’affidamento di lavori all’impresa Artedile srl dei fratelli Giuseppe e Pasqualino Arabia, che erano loro alleati. A meno di 300 metri di distanza dal parcheggio delle auto bruciate, dicono i verbali di Aemilia, Romolo Villirillo, condannato in via definitiva (12 anni e 2 mesi) come uno dei capi della cosca reggiana, aveva la disponibilità di un appartamento intestato al proprio nipote nel quale si tenevano riunioni importanti della consorteria reggiana.
Gli altri attentati – I cinque spari nella notte del 7 febbraio alla Pizzeria Piedigrotta 3, sulla via Emilia ad est di Reggio, colpiscono invece un locale tra i più noti e frequentati della città, i cui titolari sono di origini siciliane. Era stato Calogero Lorenzo Fragale, arrivato da Messina nel 1975, a mettere in piedi con quel marchio napoletano una catena di locali di successo. Alla sua morte, avvenuta nel 2016 dopo una lunga malattia, la pizzeria è rimasto nelle mani del socio Luigi Celio di origini campane. Elementi poco chiari anche nel principio d’incendio che ha colpito una terza pizzeria, La Pignatta 2, nella zona industriale Mancasale. É stato un passante ad accorgersi del fumo nero che usciva dal locale nel pomeriggio del 16 gennaio e ad avvisare i vigili del fuoco intervenuti in tempo evitare la diffusione delle fiamme. Si è ipotizzato un cortocircuito della friggitrice o del frigorifero, ma la pizzeria era chiusa e sull’ingresso posteriore del locale sono stati notati segni di scasso.
Violenza alla vigilia del processo – Le indagini dovranno dire se esistono eventuali collegamenti tra le quattro vicende: i bigliettini con minacce trovati dalla polizia, la natura dolosa degli incendi e l’uso delle armi sono elementi che potrebbero avvalorare la pista della criminalità organizzata. L’escalation avviene alla vigilia del nuovo processo che lunedì 11 febbraio inizierà davanti alla corte d’Assise di Reggio Emilia per gli omicidi di Nicola Vasapollo e Giuseppe Ruggiero: era il 1992 e da quel momento cominciò l’inarrestabile ascesa di Nicolino Grande Aracri al vertice della ‘ndrangheta in Emilia. Oggi la cosca autonoma che ha preso il comando della provincia è con le spalle al muro, segnata dalle condanne del 2018. Non è forse un caso che intimidazioni e attentati siano arrivati proprio alla vigilia di questo nuovo processo. Il territorio è appetibile, la domanda di soluzioni illecite ancora forte, gli interessi economici in gioco enormi. Il bastone del potere, invece, è sempre meno saldamente in mano ai vecchi clan. È in questa vuoto che a Reggio Emilia sono tornate a parlare le armi.
Cronaca
Reggio Emilia, auto incendiate e spari contro le pizzerie: escalation di violenza nella città del processo alla ‘ndrangheta
In due settimane due sparatorie e quattro veicoli a fuoco nel capoluogo emiliano: tutti in zone riconducibili ad alcuni dei principali imputati del procedimento contro i clan al nord. E alla vigilia dell'inizio di un nuovo procedimento, per due omicidi commessi nel 1992. Indagano gli investigatori. Alla fine del processo Aemilia, il pentito Valerio aveva detto: “Non illudiamoci che la cosca verrà eliminata con le condanne, perché altri ‘ndranghetisti fuori si stanno riorganizzando con mezzi e metodi diversi. Dovranno sparare se vogliono il comando, come abbiamo fatto noi cutresi nel Novanta”
Due pizzerie colpite nella notte con proiettili sparati contro ingressi e vetrate. Bigliettini con minacce ai gestori ritrovati dalle forze di polizia, un altro locale dove i Vigili del Fuoco sventano un incendio dalle cause oscure. E poi tre auto e un furgone bruciati con la benzina versata sui seggiolini dai finestrini spaccati nel parcheggio di un quartiere. Il tutto nell’arco di due settimane. Reggio Emilia è preoccupata di questa nuova escalation di violenza. Venerdì il prefetto Maria Grazia Forte ha riunito il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico. Seduti attorno a un tavolo, il questore Antonio Sbordone, i comandanti di Carabinieri e Guardia di Finanza, Cristiano Desideri e Roberto Piccinini, il procuratore capo di Reggio Emilia Marco Mescolini. Hanno fatto il punto sulle indagini e ragionato su come tutelare l’incolumità dei gestori dei locali minacciati. Fino ad oggi sono quattro: in media fa un’intimidazione ogni tre giorni.
La “profezia” del pentito – Cosa sta succedendo nel capoluogo reggiano? Chi e perché ha deciso di uscire allo scoperto a colpi di minacce, incendi e sparatorie? È solo una guerra tra bande o c’è qualcosa di più serio? Reggio è pur sempre la città del processo Aemilia, il primo maxi procedimento alla ‘ndrangheta del Nord Italia. Proprio alla fine del processo, il collaboratore di giustizia Antonio Valerio si era rivolto alla corte con una dichiarazione che aveva fatto scalpore: “A Reggio Emilia siete tutti sotto scacco. Non illudiamoci che la cosca verrà eliminata con le condanne, perché altri ‘ndranghetisti fuori si stanno riorganizzando con mezzi e metodi diversi. Dovranno sparare se vogliono il comando, come abbiamo fatto noi cutresi nel Novanta”. Era l’ottobre scorso: tre mesi dopo quelle parole sembrano quasi profetiche. Non è detto che siano azioni di ‘ndrangheta ma è naturale che sia quella una delle direzioni verso cui guardano le indagini. “Siamo nel 2019 e non nel 2010”, dice uno degli investigatori più esperti, sottolineando che la conoscenza del crimine organizzato oggi in provincia consente di avviare indagini mirate.
La sparatoria a Cadelbosco Sopra – Sei colpi di pistola sono stati sparati nella notte tra il 31 gennaio e l’1 febbraio contro la vetrata della pizzeria La Perla nel centro di Cadelbosco Sopra, comune alle porte di Reggio Emilia e residenza di nomi importanti del processo, segnati da pesanti condanne: Antonio Crivaro (ha preso 19 anni in primo grado), Luigi Brugnano (10 anni e 6 mesi), Floro Vito Gianni (20 anni e 11 mesi), Eugenio Sergio (23 anni), Luigi Silipo (21 anni e 8 mesi) e il fratello Antonio (14 anni definitivi nel rito abbreviato). Tenevano i conti dei loro affari alla filiale del Monte Paschi di Siena e incontravano vittime e amici attorno alla chiesa della Beata Vergine Addolorata, entrambe a due passi dalla pizzeria, il cui titolare è da sempre Pasquale Calabrese, originario del salernitano.
Gli incendi a Cadè – Protagonisti di Aemilia si incontrano anche vicino a un’altra scena del delitto, via Vanvitelli nella frazione di Cadè in direzione Parma, dove 48 ore dopo gli spari a Cadelbosco sono stati bruciati tre auto e un furgone, nel parcheggio sul quale si affaccia anche l’abitazione di Davide Arabia, crotonese accusato di usura dai sostituti procuratori di Aemilia ma non rinviato a giudizio per la caduta dell’aggravante mafiosa. Eppure fino ai primi anni Duemila il clan dei Dragone, ancora vincenti in provincia, imponeva ai costruttori cutresi a Reggio Emilia, con la sola forza del proprio nome, l’affidamento di lavori all’impresa Artedile srl dei fratelli Giuseppe e Pasqualino Arabia, che erano loro alleati. A meno di 300 metri di distanza dal parcheggio delle auto bruciate, dicono i verbali di Aemilia, Romolo Villirillo, condannato in via definitiva (12 anni e 2 mesi) come uno dei capi della cosca reggiana, aveva la disponibilità di un appartamento intestato al proprio nipote nel quale si tenevano riunioni importanti della consorteria reggiana.
Gli altri attentati – I cinque spari nella notte del 7 febbraio alla Pizzeria Piedigrotta 3, sulla via Emilia ad est di Reggio, colpiscono invece un locale tra i più noti e frequentati della città, i cui titolari sono di origini siciliane. Era stato Calogero Lorenzo Fragale, arrivato da Messina nel 1975, a mettere in piedi con quel marchio napoletano una catena di locali di successo. Alla sua morte, avvenuta nel 2016 dopo una lunga malattia, la pizzeria è rimasto nelle mani del socio Luigi Celio di origini campane. Elementi poco chiari anche nel principio d’incendio che ha colpito una terza pizzeria, La Pignatta 2, nella zona industriale Mancasale. É stato un passante ad accorgersi del fumo nero che usciva dal locale nel pomeriggio del 16 gennaio e ad avvisare i vigili del fuoco intervenuti in tempo evitare la diffusione delle fiamme. Si è ipotizzato un cortocircuito della friggitrice o del frigorifero, ma la pizzeria era chiusa e sull’ingresso posteriore del locale sono stati notati segni di scasso.
Violenza alla vigilia del processo – Le indagini dovranno dire se esistono eventuali collegamenti tra le quattro vicende: i bigliettini con minacce trovati dalla polizia, la natura dolosa degli incendi e l’uso delle armi sono elementi che potrebbero avvalorare la pista della criminalità organizzata. L’escalation avviene alla vigilia del nuovo processo che lunedì 11 febbraio inizierà davanti alla corte d’Assise di Reggio Emilia per gli omicidi di Nicola Vasapollo e Giuseppe Ruggiero: era il 1992 e da quel momento cominciò l’inarrestabile ascesa di Nicolino Grande Aracri al vertice della ‘ndrangheta in Emilia. Oggi la cosca autonoma che ha preso il comando della provincia è con le spalle al muro, segnata dalle condanne del 2018. Non è forse un caso che intimidazioni e attentati siano arrivati proprio alla vigilia di questo nuovo processo. Il territorio è appetibile, la domanda di soluzioni illecite ancora forte, gli interessi economici in gioco enormi. Il bastone del potere, invece, è sempre meno saldamente in mano ai vecchi clan. È in questa vuoto che a Reggio Emilia sono tornate a parlare le armi.
Articolo Precedente
Torino, corteo anarchici contro sgombero dell’Asilo: 12 fermi e 4 feriti. Black bloc assaltano bus di linea. Salvini: “Infami”
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Ucraina, Starmer e Macron propongono un mese di tregua. Von der Leyen: ‘L’Europa deve riarmarsi’. Meloni: ‘Trump-Zelensky? No alle inutili tifoserie’
Mondo
500 coloni assaltano la moschea di Al-Aqsa. Israele: “Hamas non firma il piano Witkoff, stop agli aiuti a Gaza”. Gli Usa d’accordo
Fatti quotidiani
Ultimi giorni per un anno di abbonamento al Fatto a un prezzo speciale. L’appello di Travaglio
Roma, 2 mar. (Adnkronos) - La capitale si prepara ad accogliere il ‘Resp Festival’, un evento innovativo che promette di trasformare Ariccia in un epicentro di suoni, luci e performance artistiche. Organizzato dal gruppo 06, il Festival si terrà presso il nuovo mega club ‘Factory46’, una struttura di 2.000 mq, (in Via Quarto Negroni 46, Ariccia), dotata di impianto audio all’avanguardia, giardino e zona food. L’evento si svolgerà dal 15 marzo per cinque sabati consecutivi, offrendo un’esperienza sensoriale unica, e rappresentando un nuovo capitolo nella scena della musica elettronica di Roma, portando con sé una ventata di innovazione e sperimentazione.
Il Resp Festival vanta un cartellone con 20 Dj internazionali e italiani, che si esibiranno ogni sabato dalle 23:00 alle 5:00, in un mix di performance dal vivo, spettacoli laser e led wall mozzafiato. Il primo sabato, 15 marzo, vedrà la partecipazione della star internazionale Pablo Say dalla Spagna, insieme alla talentuosa Debora Savasto e Katoff dall’Inghilterra. Tra gli altri protagonisti ci saranno Manuel Le Saux e Sygma, DJ e producer resident del festival. I tanti artisti porteranno sul palco una varietà di stili e influenze, creando un’esperienza sonora unica e coinvolgente.
“Siamo incredibilmente entusiasti di presentare il Resp Festival. Questo evento rappresenta un’opportunità unica per esplorare nuove frontiere della musica elettronica e delle arti visive. Miriamo a creare un’esperienza dinamica e coinvolgente per tutti i partecipanti. Abbiamo lavorato duramente per portare artisti di fama internazionale e talenti emergenti, creando un programma che celebra la diversità e l’innovazione. Non vediamo l’ora di condividere questa avventura con il nostro pubblico e di vedere come il Festival contribuirà a far crescere la scena culturale romana e non solo”, ha spiegato Sergio Serafini, organizzatore del Resp Festival e fondatore del gruppo 06.
Dopo l’inaugurazione del 15 marzo, si prosegue sabato 22 marzo con un evento misterioso e imperdibile, ‘Top Secret’. Poi sabato 29 marzo, si terrà una serata dedicata alle donne DJ, con la partecipazione di Alessandra Roncone, Las Mellizas, Francesca Fagiani, Kalhea e Consuelo. Sabato 5 aprile, sarà ‘La notte House of Vibe’ con il leggendario Joe T. Vannelli e Kristine.
Mentre sabato 12 aprile ci sarà il gran finale con la crew dell’Insomnia Discoacropoli d’Italia di Pisa, guidata dal fondatore Antonio Velasquez e DJ come Gabry Fasano, Alessandro Tognetti, Antonio Marki, Sandro Vibot e Riccardo Brush. Il Resp Festival non è solo un evento musicale, ma anche un’occasione per esplorare nuove forme di espressione artistica e per abbattere le barriere, connettendo presente e futuro, radici e prospettive. Inoltre il Festival si propone come un punto di incontro per artisti e pubblico, promuovendo la condivisione, il movimento e l’ascolto.
Il festival è accessibile con un unico biglietto Full Pass da € 69,90 per tutte le cinque serate, acquistabile online su Xceed. Non manca anche l’aspetto della solidarietà e della cultura. In collaborazione con Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo), il Festival avrà anche una componente solidale, con l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere il valore del dono del midollo osseo. Ogni serata vedrà anche la presentazione di libri da parte di giovani scrittori emergenti. Inoltre il festival sarà molto attento anche alla sicurezza e garantirà un’esperienza senza preoccupazioni, grazie ai servizi navetta gratuiti per raggiungere la location in totale tranquillità.
Milano, 2 mar. (Adnkronos) - Altra sconfitta per il Milan di Conceicao con una diretta concorrente per l'Europa. Dopo il ko con il Bologna nel recupero, i rossoneri escono sconfitti da San Siro anche con la Lazio, per 2-1 in una gara folle, decisa al 98' da un calcio di rigore realizzato da Pedro, dopo che Chukwueze aveva riportato in parità la sfida pareggiando il gol di Zaccagni, con i rossoneri in dieci uomini per l'espulsione di Pavlovic. I rossoneri scivolano così in nona posizione, superati anche dalla Roma, mentre la Lazio sale a 50 punti e si riprende la quarta posizione, ai anni della Juventus impegnata domani con il Verona, e si avvicina all'Atalanta terza a 55 punti.
Conceiçao per la sfida interna, con la Curva che è entrata a gara iniziata per protesta, conferma nove undicesimi della formazione scesa in campo dal 1' contro il Bologna. Inserisce Gabbia al posto di Thiaw al centro della difesa e Pulisic per Joao Felix nel tridente offensivo con Leao e Reijnders alle spalle di Gimenez. In mezzo al campo Musah e Fofana, sugli esterni Jimenez a destra con Theo Hernandez a sinistra. Baroni, invece, deve rinunciare a Castellanos e Romagnoli e in difesa schiera Gila con Gigot davanti a Provedel. Sugli esterni Marusic e Nuno Tavares, con Rovella e Guendouzi a centrocampo, mentre in avanti Tchaouna, con Dia, Isaksen e Zaccagni a supporto.
La Lazio parte subito forte e al 3' Rovella serve Dia che scatta sul filo del fuorigioco ma viene fermato da intervento prodigioso di Maignan. Un minuto dopo sul cross di Nuno Tavares dalla sinistra, svetta Dia di testa ma non inquadra la porta. Poi al 6' tocca a Nuno Tavares a rendersi pericoloso ma Pavlovic sbroglia. Al 12' Isaksen fa partire un violento sinistro dalla distanza, ma la palla sfiora il palo alla sinistra di Maignan. Il Milan reagisce nel momento in cui i tifosi rossoneri fanno il proprio ingresso in curva Sud ma non basta. Al 19' Leao viene pescato al limite dell'area laziale e imbuca per Reijnders, bravo nel centrare la porta in caduta ma non abbastanza da impensierire Provedel. La Lazio riprende ad offendere e al 28' passa: Tchaouna tocca per Marusic che impegna Maignan con il destro in diagonale, sulla respinta arriva Zaccagni che insacca in spaccata con il sinistro per l'1-0. Dopo la rete ospite, Conceiçao si gioca subito la carta Joao Felix per provare a dare la scossa decisiva, ma nel finale Zaccagni va vicinissimo al raddoppio con un destro al volo, fuori di un soffio.
A inizio ripresa il tecnico rossonero fa uscire Jiménez per mettere dentro Walker, ma la Lazio continua a rendersi pericolosa. Al 50' ennesima ripartenza con Nuno Tavares che serve Gigot al centro dell'area ma il difensore biancoceleste calcia debolmente e Maignan blocca. Al 51' Pulisic serve Joao Felix che sii gira e calcia di prima intenzione ma manda di poco sopra la traversa. La gara è aperta e la Lazio al 54' sfiora il bis con Zaccagni: Guendouzi serve il compagno che rientra sul destro e calcia a giro ma manda la palla fuori di pochissimo. Al 55' ancora Joao Felix protagonista, poi la palla arriva a Pulisic che non trova la porta da pochi passi.
Il Milan rischia, si sbilancia e la squadra di Baroni affonda ancora al 58' con Gila che in girata di sinistro spedisce il pallone sopra la traversa. La partita si complica ulteriormente per il Milan al 67': recupero di Guendouzi al limite della propria area e palla per Isaksen che scappa via a Pavlovic che lo stende e per l'arbitro Manganiello è rosso diretto per il giocatore serbo. Milan in dieci e sotto di un gol. Al 71' punizione tagliata di Nuno Tavares dalla sinistra, Maignan non ci arriva e Theo Hernandez rischia l'autorete, poi la difesa rossonera spazza via.
il Milan con le poche energie rimaste prova a raggiungere il pari che arriva un po' a sorpresa all'84' con Chukwueze che di testa trova l'angolino sul cross morbido di Leao sul secondo palo per l'1-1. I rososneri provano anche a vincerla ma la Lazio non ci sta e all'86' Dia serve Isaksen che controlla al limite e calcia in porta col destro, ma Maignan non si fa sorprendere e blocca. Finale concitato che si decide al 98' grazie a Pedro che realizza su calcio di rigore il gol vittoria del 2-1 dopo l'on field Review con Manganiello che assegna il penalty per il fallo di Maignan su Isaksen. Pedro glaciale spiazza il francese e stende il Milan, alla terza sconfitta consecutiva e in piena crisi con Conceicao sempre più in bilico.
Roma, 2 mar (Adnkronos) - "Il vertice di Londra di oggi ha dimostrato che la posizione assunta da Giorgia Meloni in questi giorni è ampiamente condivisa, da Starmer a Tusk a molti altri leader. Quando Giorgia Meloni dice che le due sponde dell’Atlantico non devono dividersi, questo è proprio uno dei messaggi forti che arrivano da Londra". Lo ha detto l’europarlamentare di Fratelli d’Italia- Ecr Carlo Fidanza, capo delegazione del partito a Bruxelles, intervenendo in studio a '4 di sera' su Rete 4.
"E’ importante la posizione espressa dal premier italiano per cui vanno tenuti uniti gli USA e l’Europa. Da 75 anni la Nato garantisce la sicurezza dell’Europa, quindi prima di ragionare di soluzioni anche un po’ avventuristiche fuori dalla cornice Nato, occorre fare ogni sforzo possibile, tenendo gli Usa dentro al tavolo della trattativa sull’Ucraina -ha aggiunto-. Senza la deterrenza militare della Nato, e quindi senza la presenza degli Usa, è impensabile dare reali garanzie di sicurezza all’Ucraina. Una sicurezza che l’Europa da sola non è in grado di garantire e che serve anche per evitare che la Russia faccia ciò che ha fatto con l’Ucraina con altri Stati europei”.
Roma, 2 mar. - (Adnkronos) - Appello per una giovane 26enne di origini siriane scomparsa da Latina ieri. Ayah Krdi, si legge su post dell'associazione Penelope Lazio (associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse Odv), "si è allontanata da casa per recarsi alla casa di riposo Sasn Francesco di Latina. Era a piedi, con il cellulare. Potrebbe trovarsi presso stazioni di autobus o metro".
L'appello continua dando una descrizione della giovane: "è alta 1,64 mt, corporatura media, indossa un velo nero come copricapo, una giacca di colore nero e grigio, jeans, scarpe da ginnastica bianche ed ha una borsa nera. Potrebbe avere bisogno di aiuto", chiude l'appello dell'associazione pubblicando anche una foto della giovane.
Roma, 2 mar. - (Adnkronos) - L'ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino ha chiesto di poter accedere al regime di semilibertà. Nel 2017 era stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere per il naufragio della nave da crociera avvenuto nella notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio provocando 32 vittime e centinaia di feriti. Schettino ha maturato il termine che gli consente di accedere alle misure alternative al carcere avendo già scontato la metà della pena. L'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma si terrà martedì 4 marzo.
Schettino, recluso nel carcere romano di Rebibbia, beneficia attualmente di 45 giorni all'anno di permessi ottenuti grazie alla buona condotta mantenuta nel carcere romano. L'ex comandante della Costa Concordia tre anni fa aveva ottenuto la possibilità di lavorare in carcere e gli era stato affidato il compito di contribuire alla digitalizzazione dei documenti giudiziari della strage di Ustica e della strage di via Fani a Roma con il sequestro e l'omicidio dello statista democristiano Aldo Moro.
Una delle persone sopravvissute al naufragio, Vanessa Brolli, 27 anni, che era in vacanza sulla Costa Concordia con i fratelli, i genitori e altri parenti per festeggiare i 50 anni di matrimonio dei nonni, ha dichiarato una volta appreso la notizia: "Dispiace sapere che potrebbe tornare a casa. Schettino deve pagare per le sue colpe. A prescindere dalla decisione dei giudici siamo certi che Schettino vivrà il resto dei suoi giorni con addosso il peso di questa tragedia. Questa è la più grande pena per lui. Anche se dovesse uscire dal carcere, dovrà convivere con questa colpa per tutta la vita".
Roma, 2 mar (Adnkronos) - "Ursula Von der Leyen dice che è 'urgente riarmare l’Europa', Macron parla di 'invio di truppe' in Ucraina. Per la Lega invece è urgente lavorare per la Pace. L’Occidente intero ha il dovere di evitare a tutti i costi il rischio di una Terza Guerra Mondiale, bene fa il governo italiano a cercare di tenerlo unito e il presidente Trump, con responsabilità e pragmatismo, a spingere tutti in questa direzione". Lo scrive la Lega in un post sui social.
Roma, 2 mar. (Adnkronos) - "We stand with Ukraine! Continuiamo a sostenere con forza e decisione, a livello nazionale ed europeo, la resistenza del popolo ucraino. Continuiamo a lavorare per una pace giusta, sicura e duratura. Continuiamo a difendere la libertà, i diritti, la democrazia”. Lo ha scritto su X Piero De Luca, deputato e capogruppo Pd in commissione Politiche europee, che ha partecipato alla manifestazione a sostengo dell’Ucraina che si è tenuta a Roma.