Ebbene sì, e anche qui “ha stato il PD!1!1!”. Nelle vesti, questa volta, di quel comunista dal ghigno mefistofelico che risponde al nome di Claudio Baglioni. “C’è lui dietro il complotto”, “ha fatto vincere un extracomunitario, per di più musulmano (sic)!”, “che schifo questo Sanremo, povera Italia. Salvini spazali (sic) via”.
Confesso: sono crollato prima della proclamazione del Festival. La mattina mi sveglio e che succede? Leggo che per la nuova idola dei sovranisti, Maria Giovanna Maglie (che, peraltro, ignoranza mia, fino a l’altro ieri non avevo mai sentito nominare) c’è “un vincitore molto annunciato” con “la frasetta in arabo, il Ramadan, il narghilé” e, quindi, “il meticciato assicurato”. Leggo che Salvini ha aizzato, come di consueto, i suoi ultrà. Perché preferiva Ultimo (legittimo) ma che Mahmood “……..” (18 puntini di sospensione) “mah………” (con altri 18 puntini di sospensione). E poi leggo di commenti vergognosi, che riporto: “Ma e il festival dei clandestini pdiotafrica????? non e piu il festival della canzone italiana (sic)”, “se il padre e egiziano per mè e egiziano anche se nato in Italia non centra dove nasci ma da chi nasci (sic)”, a cui segue il sillogismo “la madre non centra e italiana il seme non e italiano e dal seme che nascono le piante e per mè e una pianta egiziana (sic)”. E poi, ancora: “Il Festival islamico si impadronisce di Sanremo”, “se avessimo chiuso i porti, questo non avrebbe cantato a Sanremo”, “la canzone? Improponibile!!! La persona? Arabo musulmano e frocio!!! (sic)”.
Un mese fa ho scritto che siamo più razzisti di quanto pensiamo. E mi sono preso un sacco di insulti. Ora, chiedo: se queste schifezze sul vincitore del Festival non sono bile razzista, che cosa sono? Se qualcuno me lo spiega, argomentando, accetto volentieri. Con un’aggiunta: la facile giustificazione degli italiani “esasperati” e che “non ne possono più” non la accetto, visto che poggia su basi che non sono basi. Se non altro perché, qui, si sta parlando di un italiano. Di un milanese.
Preciso: non tiratemi fuori le percentuali che hanno portato alla vittoria di Mahmood e la storia del voto della giuria degli esperti. Perché posso criticare il sistema che assegna il premio, certo. Ma da qui a insultare un ragazzo che, per metà, ha origini egiziane, ne passa. E ciò che passa, in mezzo, si chiama proprio intolleranza. O, meglio, razzismo.