Il centrodestra si prende l’Abruzzo. L’appuntamento elettorale arrivato a pochi mesi dalla nascita del governo gialloverde segna la vittoria della coalizione Lega-Fdi-Fi con il trionfo del Carroccio primo partito e il crollo del Movimento 5 stelle che non riesce a superare il 20 per cento. Il candidato Fdi Marco Marsilio ha vinto con il 48,03% dei consensi e 299mila voti assoluti. Al secondo posto si posiziona Giovanni Legnini (centrosinistra) con il 31,28%. Terza piazza per Sara Marcozzi (M5s) che si ferma al 20,2%. Per Stefano Flajani (Casapound) lo 0,42% dei voti. Se il confronto viene fatto con le scorse elezioni politiche, il Carroccio guadagna 60mila voti, mentre i 5 stelle ne perdono quasi 200mila (precisamente 186mila). Rispetto alle Regionali di cinque anni fa, i grillini perdono invece 24mila voti. Il centrosinistra regge il colpo grazie alle aiuto delle varie liste civiche, ma il Pd perde altri 40mila voti rispetto alle politiche (e 105mila rispetto al 2014). Anche Fi cala nei consensi rispetto alle ultime regionali, passando dal 16,75% del 2014 al 9,1%, perdendo oltre 58 mila voti. FdI è il quinto partito in Regione che raddoppia i suoi voti, passando dal 2,95% (si presentava con Alleanza Nazionale nel 2014) al 6,50%, con 38.813 preferenze.
L’affluenza al voto è calata dell’8 per cento rispetto alla scorsa tornata, passando dal 61,55 per cento al 53,11. In provincia dell’Aquila l’affluenza è stata del 54,70%, in quella di Chieti del 50,18%, a Pescara del 54,77% e a Teramo del 53,84%.
I risultati – Il Carroccio guadagna 50mila voti assoluti rispetto alle politiche di marzo, i 5 stelle ne perdono 200mila
I risultati segnalano la crescita esponenziale della Lega rispetto alle elezioni nazionali di marzo scorso: il Carroccio ottiene il 27,54 dei voti contro il 13,9 per cento delle politiche. I voti assoluti sono oltre 164mila, mentre a marzo scorso ne ottennero 104.932. Alle Regionali del 2014 il candidato del centrodestra Chiodi prese 202mila voti, ma il Carroccio nemmeno si presentò in coalizione. Oggi la Lega stacca di parecchi punti anche gli altri partiti della coalizione: Forza Italia si è ferma al’9%, Fdi raggiunge il 6,44%, Azione politica il 3,25% e Unione di Centro-Democrazia Cristiana-Idea il 2,88. Le due province che hanno premiato più di tutte il centrodestra sono state L’Aquila e Teramo: qui il centrodestra ha superato agevolmente la soglia del 50% (all’Aquila addirittura al 53,8%). Rispetto al totale regionale Legnini meglio nelle province dell’Aquila e Chieti, 5 stelle castigati a Teramo e L’Aquila.
Crolla invece il Movimento 5 stelle. La candidata Sara Marcozzi, consigliere regionale uscente, si ferma al 20 per cento delle preferenze (126mila voti assoluti, di cui 117mila alla lista M5s). A L’Aquila hanno toccato addirittura il 12,96 per cento. Un risultato senza precedenti se paragonato con le politiche di marzo 2018: in Abruzzo i 5 stelle presero il 39,9 per cento ovvero 303mila voti, quasi duecentomila voti in più rispetto a queste regionali. Se invece il confronto viene fatto con le regionali di cinque anni fa, la perdita è ridotta: Marcozzi, anche allora candidata presidente, prese 148mila voti (di cui 141 alla lista M5s).
Per il centrosinistra i numeri danno qualche segnale positivo. La lista di Legnini arriva al 31,45% dei voti con 186mila preferenze. Per il Partito democratico la situazione però rimane molto critica: il simbolo Pd raccoglie l’11,14% (62mila voti) e perde anche rispetto alle scorse politiche quando prese il 13,82% (105mila voti). Alle regionali del 2014 i dem, oltre a vincere la Regione con il candidato di coalizione, presero come partito il 25,4 per cento delle preferenze (170mila voti). Il centrosinistra esulta perché guarda i dati complessivi della coalizione: alle nazionali di marzo prese il 17,6% dei voti contro il 31% di Legnini candidato. Nel 2014 D’Alfonso però vinse con il 46,26% delle preferenze.
Cosa cambia ora per il centrodestra? Toti: “La decrescita felice è il programma di Forza Italia”
La vittoria di Marco Marsilio, già senatore Fdi, permette al partito di Giorgia Meloni di conquistare per la prima volta la guida di una Regione. E non a caso, ha scelto come prima cosa di parlare de l’Aquila: “La priorità assoluta è la ricostruzione, rimasta ferma negli ultimi tempi, una vergogna da cancellare”, ha detto. E ha quindi rievocato l’impegno del centrodestra, dicendo che bisogna “replicare quel modello”: “La priorità è rimettere in condizione le persone di rientrare nelle proprie case”. Per quanto riguarda lo stato di salute della coalizione, il governatore non si è espresso: “Credo”, ha aggiunto Marsilio, “che il fatto che i cittadini abbiano di nuovo votato grande fiducia e grande sostegno al centrodestra sia dal mio punto di vista un fatto positivo. Se poi questo aprirà ragionamenti e riflessioni a livello nazionale, non lo so. Il mio dovere è far funzionare il centrodestra in Abruzzo e dimostrare che questa formula di governo è la migliore possibile”. In realtà la partita dentro il centrodestra è più aperta che mai con Salvini che domina la scena in modo quasi assoluto. In questo senso va letto il commento del governatore Fi della Liguria Giovanni Toti, tra le voci più critiche dentro Forza Italia: “Dopo il Trentino, arriva l’Abruzzo. Il centrodestra è in ottima salute: la Lega vola, Fratelli d’Italia cresce, cresce persino l’Udc, Forza Italia cala ancora e perde circa altri 5 punti dalle elezioni di un anno fa. Ma guai a chi dice qualcosa, guai a chi pensa di cambiare qualcosa. La decrescita felice non è più programma del Cinque Stelle, è il programma della nostra classe dirigente. C’è qualcuno che ha voglia di fare qualcosa e mettersi in gioco, oppure dobbiamo scomparire per salvare ancora per qualche mese la poltrona dei nostri dirigenti? Sveglia!!!”.
Chi esulta è il Carroccio, ormai leader indiscusso della coalizione: “E’ evidente”, ha detto Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera ad Agorà Rai 3, “che questo voto sulla Lega a distanza di un anno dalle elezioni politiche sia anche un voto a favore delle politiche che la Lega sta portando avanti al governo”.
GRAZIE Abruzzo! Grazie Italia.??
Più forti degli attacchi, delle bugie e delle polemiche: da domani al lavoro!?#elezioniAbruzzo pic.twitter.com/Tyz0Luezko— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) February 11, 2019
M5s non commenta. La candidata uscente Marcozzi: “Confermato il risultato di 5 anni fa”
I big 5 stelle tacciono ed evitano per il momento di commentare il risultato. Il crollo rispetto alle politiche, anche se si tratta di due tipi di elezioni diverse, avrà inevitabilmente degli effetti anche sugli equilibri del governo. La candidata Marcozzi, consigliera uscente, è l’unica a rilasciare dichiarazioni: “Credo che il M5s non abbia nulla da rimproverarsi, ha confermato il risultato di 5 anni fa. La sconfitta è del Pd e di FI che hanno consegnato i loro voti alla Lega”, ha detto. “Sono loro che dovrebbero farsi un esame di coscienza”.
Nel silenzio generale è intervenuta la senatrice Elena Fattori, già considerata una delle voci più critiche dentro il Movimento: “Purtroppo tradire la propria identità non paga”, ha commentato. “Spero fortemente che ci sia uno scatto di orgoglio da parte del mondo 5 Stelle prima delle Europee per non lasciare che abbiano la meglio le peggiori destre sovraniste. La sovranità che proponeva il Movimento era un approccio diverso. Sicuramente occorre un ripensamento delle modalità usate sin qui che hanno avuto un effetto devastante sulla natura profonda e sulla fiducia nel Movimento. Purtroppo chi lo aveva capito sin dall’inizio non solo non è stato ascoltato ma emarginato nelle azioni politiche reali. Non è ancora troppo tardi ma rischia di essere tardi molto presto”.
Tra le prime voci che hanno invocato riflessione dentro il Movimento c’è anche il deputato M5s Giorgio Trizzino: “Il risultato elettorale in Abruzzo deve fare riflettere. Il governo del cambiamento è una intuizione che in qualche modo potrebbe ricordare le ‘convergenze parallele’ di Aldo Moro. Ma mentre Moro puntava ad una geniale operazione di inclusione sociale e politica in nome di una idea grande della Democrazia e della Giustizia Sociale, la Lega di Salvini, oggi forte del consenso imprenditoriale del Nord e di vaste fasce di popolazione del centro e del sud e della propria struttura organizzativa, ha puntato scientificamente fin dal primo momento ad indebolire ideologicamente e politicamente il Movimento 5 stelle, con il chiaro obiettivo di usarlo fino in fondo prima di gettarlo via”.
La sinistra respira, ma non abbastanza per festeggiare. Il Pd perde ancora voti
Sul fronte del centrosinistra non si festeggia, ma si tira un sospiro di sollievo per aver evitato il crollo. Il candidato democratico Legnini ha retto il colpo e, grazie all’apporto delle varie liste civiche, ha ridotto i danni del Pd (il partito ha preso l’11,2 per cento dei voti). “Grazie a Giovanni Legnini e al Pd per l’impegno straordinario in Abruzzo”, ha scritto su Twitter il candidato alla segreteria Maurizio Martina. “Siamo l’unica alternativa alla destra. La propaganda 5 stelle sbatte contro la realtà. Un nuovo centrosinistra aperto al civismo è la strada da percorrere per tornare a vincere fianco a fianco”. Anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, esponente Leu, ha parlato di un “risultato da cui ripartire”: “In Abruzzo stravince la destra a danno del Movimento 5 stelle che sprofonda. Ma la coalizione unitaria di centrosinistra di Giovanni Legnini, dai progressisti ai cattolici, dai liberali ai socialisti e a forze civiche, recupera e ottiene un 30%, aumentando in voti assoluti. È un risultato da cui ripartire, un’indicazione politica per future elezioni. La sinistra e le forze democratiche insieme, senza cedimenti e politicismi, possono costruire un argine al nazionalpopulismo e alla demagogia della Lega e del Movimento 5 stelle. Grazie Giovanni e grazie amici e compagni dell’Abruzzo”.