Il vicepremier e ministro dell’Interno in conferenza stampa alla Camera: "E' un voto abruzzese, non credo che gli amici dei 5 Stelle debbano temere nulla. Nessuna conseguenza sul governo, non ci sarà alcun rimpasto"
Mette nel mirino il centrosinistra e rassicura gli alleati. Ma alla luce del risultato detta l’agenda di governo, mettendo al primo posto l’Autonomia. In attesa di arrivare all’Aquila nel pomeriggio, Matteo Salvini ha festeggiato la vittoria del centrodestra alle regionali in Abruzzo prendendosi la scena con una conferenza stampa alla Camera dei deputati. “Dai dati dei Comuni si vede che un pezzo del voto di sinistra è arrivato a noi: operai, insegnanti, lavoratori“, ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno – Ci sono percentuali commoventi, sono felice. E’ il secondo dato elettorale vero dopo Trento e Bolzano da quando stiamo al governo. Indagini, minacce, giuri d’onore, possono inventarsi quello che vogliono ma la realtà vince sulla realtà virtuale”. “Assurdo che ci sia chi festeggia di non governare più – ha aggiunto poi, mettendo nel mirino il Partito Democratico – Poi se uno si accontenta di perdere, va bene così. Sono felice che il Pd festeggi le sconfitte“.
Il risultato del voto di domenica è inequivocabile. Il candidato di Fratelli d’Italia Marco Marsilio ha conquistato il 48% delle preferenze, con il Carroccio che è passato dal 13,9% delle scorse politiche al 27,84. Marcozzi, candidato del M5s, si è fermata al 20% quando il Movimento a marzo scorso prese quasi il 40% dei voti: quasi 200mila voti persi, 25mila in meno in confronto con le Regionali del 2014. E tra i 5 Stelle cominciano a levarsi le voci di chi chiede una “riflessione“. Ma Salvini si sente di rassicurare gli alleati di governo: “Fossi nei 5s non sarei preoccupato. E’ un voto abruzzese, non credo che gli amici dei 5 Stelle debbano temere nulla – ha affermato nel punto con i giornalisti – hanno preso il voto delle ultime regionali, difficilmente traducibile sul piano politico. Le europee sono un appuntamento più politico”.
A chi domanda se il voto potrà avere delle conseguenze sul governo, il vicepremier risponde: “Non cambia niente, nessun cambio, nessun rimpasto, il lavoro continua”. Oggi non è all’ordine del giorno nemmeno “riaggiornare il contratto di governo. Io quel contratto lo onoro fino in fondo“, ha assicurato Salvini ricordando che le priorità del Carroccio sono l’Autonomia, l’acqua pubblica, la legittima difesa, “che dovrebbe essere legge entro marzo“. Inoltre, “stiamo lavorando ad una riforma fiscale complessiva, che vorremmo presentarvi entro marzo” e “abbiamo bene in mente la tabella di marcia dei prossimi 4 anni”, ha concluso Salvini lanciando un messaggio perché chi ha orecchie per intendere intenda: la Lega ho dimostrato ancora una volta di essere il partito più forte, è il sottotesto, ora si fa come diciamo noi.
Il tono è quello del pater familias che consola e rassicura: nella maggioranza tornerà la calma, soprattutto nei Cinque Stelle “con i fatti e con il lavoro: quota 100 già si tocca, si sa quando si va in pensione. Per evidenti motivi tecnici il reddito di cittadinanza invece non è percepibile, lo sarà nelle prossime settimane. E i Cinque Stelle vedranno il coronamento della loro battaglia politica”. “Se posso – ha aggiunto – mi vedrò con Luigi Di Maio e Conte”.
Interpellato, poi, sulle parole del sottosegretario leghista Claudio Borghi secondo cui “manca una norma che dica chiaramente di chi sono le riserve auree“, Salvini replica: “”Non ho studiato bene l’idea di usare l’oro per sterilizzare l’Iva: voglio approfondire, l’importante è che sia certificato che quell’oro è degli italiani“.