È stato colpito nella regione orientale di Dayr az Zor, dove centinaia di miliziani dell’Isis asserragliati nell’ultimo bastione si oppongono all’avanzata delle forze filo-Usa. È stato trasportato a Suleimanye, nel Kurdistan iracheno, per essere curato
Il fotografo italiano Gabriele Micalizzi è rimasto “gravemente ferito al volto” in Siria, “ma non dovrebbe essere in pericolo di vita”. È stato colpito da una scheggia di un razzo Rpg a Baghuz, nella zona orientale di Dayr az Zor, dove centinaia di miliziani dell’Isis asserragliati nell’ultimo bastione si oppongono all’avanzata delle forze filo-Usa e curdo-arabe, determinate a spazzare via lo Stato islamico dal Paese. Dopo essere stato trasferito in un primo momento all’ospedale della base americana “Omar Field”, Micalizzi – 34enne milanese che a ilfattoquotidiano.it aveva raccontato un anno fa la sua vita di fotografo freelance – è stato portato a bordo di un aereo della coalizione a Suleimanye, nel Kurdistan iracheno. Insieme a lui c’è anche un alto comandante curdo, con nome di battaglia ‘Baghuz’ (dal nome della località dove si combatte), ferito nello stesso attacco di cui è stato vittima il fotografo italiano. “È vigile e cosciente”, ha riferito Alessandro Sala dell’agenzia Cesura, collettivo di fotografi indipendenti di cui Micalizzi è tra i fondatori. Ne faceva parte anche Andrea Rocchelli, ucciso a Sloviansk, in Ucraina, insieme ad Andrej Mironov il 24 maggio 2014.
Il Rojava information center riferisce su Twitter che il giornalista “è stato ferito in un attacco dell’Isis nell’operazione finale in corso per liberare il villaggio di Baghouz dalle ultime sacche del califfato” ma “non è in pericolo di vita e sarà riportato presto in aereo in Italia“. Un rientro che potrebbe avvenire anche oggi stesso secondo Alberto Simoni, caporedattore esteri de La Stampa, in contatto con Francesco Semprini, l’inviato del quotidiano torinese che “fino a ieri sera” era col fotografo italiano ferito oggi a Deir Azzor. Intanto la procura di Roma ha aperto un’indagine coordinata dal sostituto procuratore Sergio Colaiocco che ha affidato la delega ai carabinieri del Ros per ricostruire la dinamica dei fatti. Si procede per attentato con finalità di terrorismo. L’unità di crisi della Farnesina è al lavoro e segue il caso dal primo momento per prestare ogni possibile assistenza.
Chi è Gabriele Micalizzi – Noto a livello internazionale per i suoi reportage di guerra e diplomato all’Accademia di Belle Arti – si legge sulla sua biografia online – ha iniziato coprendo notizie locali a Milano e successivamente ha focalizzato la sua attenzione sul Medio Oriente ed altre aree di crisi. Le sue foto sono state pubblicate da New York Times, New Yorker, Newsweek, Wall Street Journal e, in Italia, da Espresso, Repubblica, Internazionale e Corriere della Sera.
La dinamica – Fausto Biloslavo, uno dei giornalisti italiani che sta seguendo l’attacco sul terreno, ha spiegato che Micalizzi “è stato ferito sulla palazzina dove la Cnn aveva piazzato la postazione per effettuare le riprese dell’offensiva”. L’altro fotoreporter che si trovava sul tetto dell’edificio, il brasiliano Gabriel Chaim della Cnn, “è rimasto illeso”. “Ho lasciato ieri in tarda serata l’area, avevo in programma di rientrare nei prossimi giorni. Mentre Gabriele aveva deciso di rimanere almeno un’altra settimana, fino alla fine della battaglia”, racconta Biloslavo. I jihadisti stanno resistendo con ferocia agli attacchi delle forze curdo-arabe, coadiuvate dai massicci bombardamenti aerei e di artiglieria della Coalizione: “Hanno le spalle al muro, non hanno più nulla da perdere”, dice Biloslavo ricordando che i miliziani asserragliati “sono soprattutto stranieri”. Nello scambio di colpi, un miliziano curdo è rimasto ucciso ed un altro ferito.
L’offensiva contro Isis nella Siria orientale – Sabato 9 febbraio l’alleanza arabo-curda delle Forze democratiche siriane (Fds) sostenuta dagli Stati Uniti in Siria ha annunciato di avere lanciato la sua “battaglia decisiva” per “eliminare” i jihadisti dello Stato islamico dal villaggio di Baghouz. L’offensiva a Deir Ezzor è in corso da settembre. Le Fds “hanno iniziato a muoversi verso l’ultimo villaggio rimasto sotto il controllo dei jihadisti in Siria – ha detto sabato il portavoce Mustafa Bali, citato dalla tv Rudaw – Presto il villaggio di Baghouz (nella provincia di Deir Ezzor sarà ripulito dalla presenza dell’Is). Stamani il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdel Rahman, ha confermato la “lenta” avanzata delle Fds e le minacce rappresentate dai cecchini dell’Is, dalle mine collocate dai jihadisti sulla strada e dai tunnel scavati dai miliziani. Secondo Mustafa Bali, ci sono “decine di ostaggi delle Fds in mano all’Is”. L’agenzia di stampa siriana Sana ha riferito che oggi quattro civili hanno perso la vita nella provincia di Deir Ezzor, nella Siria orientale, a causa di una ”aggressione della coalizione internazionale a guida Usa contro alcune case alla periferia della città di al-Baghouz”.