Mi Mix 3 è il nuovo smartphone Android con cui Xiaomi intende attirare l’attenzione. Quello che abbiamo provato è uno smartphone di alto livello che punta sul design ricercato e su prestazioni spinte per conquistare un’utenza esigente ma con un budget relativamente limitato. Il prezzo di listino di 549,90 euro non è basso, ma è contenuto rispetto ai top di gamma di buona parte dei concorrenti. Online si riescono a strappare cifre un pochino più basse.
La protagonista assoluta è l’ottimizzazione software, che ha permesso alla piattaforma Snapdragon 845 di dare il meglio di sé. Per usare la fotocamera frontale tuttavia torna in auge il meccanismo dello slider, che non vedevamo da tempo, e che non a tutti è congeniale. Lo schermo è convincente e l’autonomia molto buona, però il comparto fotografico è ancora distante dai concorrenti più blasonati e il peso non è dei più leggeri. Da aggiungere poi la mancanza della presa jack per le cuffie e l’assenza di certificazioni di impermeabilità. Questi dettagli in ogni caso non inficiano un’esperienza utente di primo livello, ma vanno tenuti in conto per un acquisto consapevole.
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Partiamo proprio dallo slider, perché gli utenti più giovani forse faticano a capire di che cosa si tratta. È un meccanismo che permette di nascondere la fotocamera frontale, nel senso che letteralmente non si vede, ma c’è. Per usarla bisogna farla comparire sfruttando un meccanismo a slitta che si attiva manualmente. L’idea non è male di per sé perché non toglie spazio allo schermo. Durante le prove non l’abbiamo apprezzata perché impone di usare lo slider ogni volta che si vuole scattare un selfie, sbloccare lo smartphone con il riconoscimento del volto, utilizzare la funzione “specchio”, e via dicendo. Con gli smartphone moderni queste operazioni si fanno in automatico, qui l’immediatezza viene meno perché bisogna attivare il meccanismo a slitta.
Detto questo, Xiaomi ha compiuto un piccolo capolavoro costruttivo perché è riuscita nell’intento di realizzare uno slider solido, che non si apre mai per sbaglio. Merito dell’impiego di magneti per lo scorrimento, e di materiali pregiati per la scocca (metallo e ceramica). L’effetto collaterale però è un prodotto che ha uno spessore maggiore dei concorrenti (8,5 mm) e un peso di 218 grammi che non è poco per un prodotto con schermo da 6,39 pollici. In compenso il Mi Mix 3 non è particolarmente scivoloso, ha pulsanti fisici che si raggiungono facilmente e un sensore per il riconoscimento delle impronte digitali (posizionato sul retro) sempre veloce e preciso nello sblocco.
D’effetto le colorazioni: Nero Onice, Blu Zaffiro e Verde Giada, che non lo fanno passare inosservato. Ottimo il design dello schermo circondato da cornici estremamente ridotte. La cover è particolare per via dello slider ed è inclusa nella confezione di vendita.
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Per quanto riguarda lo schermo, la risoluzione Full-HD+ (1.080 x 2.340 pixel) è inferiore a quella di molti altri top di gamma, ma è più che sufficiente per fruire di qualsiasi tipo di contenuto. La scelta di non alzare troppo questo parametro ha permesso di contenere i consumi, a beneficio dell’autonomia. Nei test siamo riusciti a fare un uso “normale” dello smartphone per 27 ore (4 ore con lo schermo sempre acceso).
Da notare poi che sono convincenti sia la resa cromatica sia i contrasti, come da tradizione per i modelli Super AMOLED. Da lodare anche la luminosità e il trattamento oleofobico del vetro anteriore, che insieme assicurano una buona leggibilità dei contenuti anche all’aperto, sotto alla luce diretta del sole. Ciliegina sulla torta è la copertura in Gorilla Glass 5 per una migliore resistenza agli urti accidentali.
Sotto l’aspetto delle prestazioni, il Mi Mix 3 è un fulmine. Merito del processore Snapdragon 845, dell’ottimizzazione software e dei 6 Gigabyte di memoria RAM. Lo spazio di archiviazione interno è invece di 128 Gigabyte, non espandibili. Durante le prove abbiamo appurato che tutte le operazioni, anche le più complesse, sono pressoché immediate. Lo smartphone vanta anche un’ottima dissipazione del calore.
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Un aspetto importante per gli acquirenti moderni è la qualità fotografica. Come accennato in apertura, è anche l’ambito in cui Xiaomi patisce un po’ il distacco rispetto a determinati brand. I passi in avanti compiuti dal produttore cinese con questo modello sono notevoli, ma c’è ancora margine di miglioramento. La fotocamera posteriore da 12 Megapixel scatta immagini ricche di dettagli in diurna. In notturna subentra un po’ di rumore, compensato meglio che in passato dalla stabilizzazione ottica. Molto migliorati i video, che arrivano fino alla qualità 4K a 60 frame per secondo. La fotocamera frontale da 24 Megapixel scatta selfie tutto sommato convincenti, complice anche la presenza del secondo sensore da 2 Megapixel che si occupa della profondità di campo. Da sottolineare che anche la fotocamera frontale dispone del flash, che ovviamente fa la differenza in notturna.
Tecnologia
Xiaomi Mi Mix 3 è uno smartphone veloce e con buona autonomia, ma pecca di immediatezza per l’uso del meccanismo a slitta
Xiaomi Mi Mix 3 è uno smartphone al top di gamma con un prezzo interessante, ottime prestazioni e autonomia buona. Peccato per il meccanismo a slitta che nasconde la fotocamera frontale e qualche limite nella dotazione accessoria.
Mi Mix 3 è il nuovo smartphone Android con cui Xiaomi intende attirare l’attenzione. Quello che abbiamo provato è uno smartphone di alto livello che punta sul design ricercato e su prestazioni spinte per conquistare un’utenza esigente ma con un budget relativamente limitato. Il prezzo di listino di 549,90 euro non è basso, ma è contenuto rispetto ai top di gamma di buona parte dei concorrenti. Online si riescono a strappare cifre un pochino più basse.
La protagonista assoluta è l’ottimizzazione software, che ha permesso alla piattaforma Snapdragon 845 di dare il meglio di sé. Per usare la fotocamera frontale tuttavia torna in auge il meccanismo dello slider, che non vedevamo da tempo, e che non a tutti è congeniale. Lo schermo è convincente e l’autonomia molto buona, però il comparto fotografico è ancora distante dai concorrenti più blasonati e il peso non è dei più leggeri. Da aggiungere poi la mancanza della presa jack per le cuffie e l’assenza di certificazioni di impermeabilità. Questi dettagli in ogni caso non inficiano un’esperienza utente di primo livello, ma vanno tenuti in conto per un acquisto consapevole.
Partiamo proprio dallo slider, perché gli utenti più giovani forse faticano a capire di che cosa si tratta. È un meccanismo che permette di nascondere la fotocamera frontale, nel senso che letteralmente non si vede, ma c’è. Per usarla bisogna farla comparire sfruttando un meccanismo a slitta che si attiva manualmente. L’idea non è male di per sé perché non toglie spazio allo schermo. Durante le prove non l’abbiamo apprezzata perché impone di usare lo slider ogni volta che si vuole scattare un selfie, sbloccare lo smartphone con il riconoscimento del volto, utilizzare la funzione “specchio”, e via dicendo. Con gli smartphone moderni queste operazioni si fanno in automatico, qui l’immediatezza viene meno perché bisogna attivare il meccanismo a slitta.
Detto questo, Xiaomi ha compiuto un piccolo capolavoro costruttivo perché è riuscita nell’intento di realizzare uno slider solido, che non si apre mai per sbaglio. Merito dell’impiego di magneti per lo scorrimento, e di materiali pregiati per la scocca (metallo e ceramica). L’effetto collaterale però è un prodotto che ha uno spessore maggiore dei concorrenti (8,5 mm) e un peso di 218 grammi che non è poco per un prodotto con schermo da 6,39 pollici. In compenso il Mi Mix 3 non è particolarmente scivoloso, ha pulsanti fisici che si raggiungono facilmente e un sensore per il riconoscimento delle impronte digitali (posizionato sul retro) sempre veloce e preciso nello sblocco.
D’effetto le colorazioni: Nero Onice, Blu Zaffiro e Verde Giada, che non lo fanno passare inosservato. Ottimo il design dello schermo circondato da cornici estremamente ridotte. La cover è particolare per via dello slider ed è inclusa nella confezione di vendita.
Per quanto riguarda lo schermo, la risoluzione Full-HD+ (1.080 x 2.340 pixel) è inferiore a quella di molti altri top di gamma, ma è più che sufficiente per fruire di qualsiasi tipo di contenuto. La scelta di non alzare troppo questo parametro ha permesso di contenere i consumi, a beneficio dell’autonomia. Nei test siamo riusciti a fare un uso “normale” dello smartphone per 27 ore (4 ore con lo schermo sempre acceso).
Da notare poi che sono convincenti sia la resa cromatica sia i contrasti, come da tradizione per i modelli Super AMOLED. Da lodare anche la luminosità e il trattamento oleofobico del vetro anteriore, che insieme assicurano una buona leggibilità dei contenuti anche all’aperto, sotto alla luce diretta del sole. Ciliegina sulla torta è la copertura in Gorilla Glass 5 per una migliore resistenza agli urti accidentali.
Sotto l’aspetto delle prestazioni, il Mi Mix 3 è un fulmine. Merito del processore Snapdragon 845, dell’ottimizzazione software e dei 6 Gigabyte di memoria RAM. Lo spazio di archiviazione interno è invece di 128 Gigabyte, non espandibili. Durante le prove abbiamo appurato che tutte le operazioni, anche le più complesse, sono pressoché immediate. Lo smartphone vanta anche un’ottima dissipazione del calore.
Un aspetto importante per gli acquirenti moderni è la qualità fotografica. Come accennato in apertura, è anche l’ambito in cui Xiaomi patisce un po’ il distacco rispetto a determinati brand. I passi in avanti compiuti dal produttore cinese con questo modello sono notevoli, ma c’è ancora margine di miglioramento. La fotocamera posteriore da 12 Megapixel scatta immagini ricche di dettagli in diurna. In notturna subentra un po’ di rumore, compensato meglio che in passato dalla stabilizzazione ottica. Molto migliorati i video, che arrivano fino alla qualità 4K a 60 frame per secondo. La fotocamera frontale da 24 Megapixel scatta selfie tutto sommato convincenti, complice anche la presenza del secondo sensore da 2 Megapixel che si occupa della profondità di campo. Da sottolineare che anche la fotocamera frontale dispone del flash, che ovviamente fa la differenza in notturna.
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Politica
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Zonaeuro
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Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Giorgia Meloni è fuggita di nuovo, non la vedevamo dal dicembre scorso e le volte che si è palesata in aula si contano sulle dita di una mano. Si è chiusa per mesi nel silenzio imbarazzato di chi non sa cosa dire o non vuole dire cosa pensa". Lo ha detto Elly Schlein alla Camera.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - La Lega "ha sostanzialmente commissariato la presidente Meloni dicendo che non ha mandato per esprimersi al Consiglio Ue". Lo ha detto Elly Schlein alla Camera.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Nessun impegno, nessun nuovo modello e nessuna certezza su occupazione e investimenti. Oltre i modi garbati di Joh Elkann non c’è nulla di nuovo". Lo affermano Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli di Alleanza Verdi Sinistra.
"Abbiamo chiesto - proseguono i due leader di Avs - a John Elkann di fare davvero il Presidente e il Ceo dell’azienda che dirige. Solo lui potrebbe e dovrebbe dare garanzie concrete su investimenti e occupazione in Italia. Dal 2014 ad oggi il settore ha perso 15mila lavoratori, con un danno sociale ed economico enorme per il paese. Vogliamo riportare le produzioni delocalizzate in Italia, come quella della grande Panda in Serbia, interrompendo il trasferimento degli stabilimenti all’estero. È inaccettabile che Stellantis continui a produrre modelli di grande diffusione lontano dal nostro Paese utilizzando l’immagine made in Italy solo per gli spot".
"Chiediamo un progetto industriale chiaro, che preveda investimenti definiti, nuovi modelli da realizzare in Italia e precise garanzie sul fronte produttivo e occupazionale. Tocca costatare che anche oggi non è arrivata nessuna risposta sulla Gigafactory di Termoli, sul reshoring delle produzioni trasferite all’estero, così come la fine della spinta alle delocalizzazioni, che impoveriscono il nostro tessuto industriale. L’audizione di oggi evidenzia anche - concludono Bonelli e Fratoianni - l’inadeguatezza del governo Meloni, più impegnato a fare la guerra alla transizione ecologica che a investire seriamente nelle infrastrutture necessarie, come le stazioni di ricarica e le Gigafactory. La destra non capisce che, se l’Europa non procederà con determinazione verso l’elettrico, sarà schiacciata dai colossi globali come l’americana Tesla e la cinese Byd. Serve una politica industriale lungimirante, non la difesa di modelli ormai superati".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Oplà! L’ennesima giravolta di Giorgia l’Influencer è servita". Lo scrive Matteo Renzi sui social postando una dichiarazione del 2016 della premier Giorgia Meloni. "Sull'Europa avevano le idee più chiare nel 1941 i firmatari del Manifesto di Ventotene, detenuti in carcere", disse Meloni parlando di Renzi, Hollande e Merkel.
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - "Criticare un Manifesto è legittimo. Non rispettare la storia di ha dato la propria vita è un errore, ma questo non è accaduto". Lo ha detto in aula Maurizio Lupi di Noi Moderati nelle dichiarazioni di voto dopo le comunicazioni delle premier Giorgia Meloni. "Rispettare la storia non vuol dire non avere la libertà o la legittimità di criticare contenuti e idee diverse dalla propria storia, questo è il sale delle forza della democrazia".
Roma, 19 mar. (Adnkronos) - “La presidente del Consiglio che rinnega i valori della Costituzione sulla quale pure ha giurato: come si può? Come si possono insultare i padri non solo dell’Europa ma anche della nostra patria? Non è solo un’anti europeista che getta la maschera, e su questo avevamo pochi dubbi visto che la sua idea di Europa è più quella di Orban che la nostra ,il fatto più grave è che Meloni, con il suo discorso sul manifesto di Ventotene, insulta la storia e la memoria del nostro Paese". Così in una nota l’eurodeputata del Pd, Irene Tinagli.
"Mi voglio augurare che i vertici delle istituzioni, i presidenti di Camera e Senato in primis, vogliamo intervenire a tutela della democrazia, duramente contestata da chi dovrebbe governare l’Italia ed invece la oltraggia. La verità è fin troppo banale: all'Europa libera e unita, la Meloni preferisce l’autoritarismo di Orban e la sudditanza a Trump”.
Roma, 19 mar (Adnkronos) - "Abbiamo assistito all'ennesimo show della influencer Meloni, dopo un intervento scialbo, il grande colpo finale, l'attacco al Manifesto di Ventotene, preparato da giorni con giornalisti amici e le Tv, che serve per stare sui giornali per il Manifesto di Ventotene anzichè per le divisioni della maggioranza o la mancanza di una linea chiara di questo governo". Lo ha detto Maria Elena Boschi in aula alla Camera.
"Penso che abbia mandato di traverso il pranzo al presidente Mattarella, che ha anche ricordato che il Manifesto di Ventotene è un punto di riferimento nella costruzione europea", ha aggiunto la capogruppo di Iv a Montecitorio, che tra le altre cose ha sottolineato: "La Lega ha linea chiara, e l'ha detto: lei no ha mandato per andare al Consiglio Ue".