In vista del 15 febbraio, considerata dai tre governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che hanno avviato l’iter per l’autonomia rafforzata la prima data clou, il tema diventa l’argomento principale dell’assemblea congressuale dell’Upi (Unione delle Province d’Italia). Venerdì dovrebbe infatti arrivare il via libera del governo al progetto sull’autonomia, al centro anche del messaggio rivolto dal capo dello Stato Sergio Mattarella alle Province: “L’Italia di domani, cui guarda il tema prescelto dall’assemblea, è l’orizzonte comune al quale tendere in una prospettiva di equilibrata distribuzione di competenze e responsabilità tra i livello di governo, secondo i principi costituzionali di autonomia, sussidiarietà e buon andamento dell’amministrazione”. In un altro messaggio, la seconda carica dello Stato Elisabetta Casellati definisce il completamento delle Autonomie “è un tema dirimente per il futuro del nostro Paese e una pre-condizione fondamentale per rilanciare e rafforzare il rapporto di fiducia tra elettori e istituzioni”. La presidente del Senato si dice “certa” che “gli enti locali sapranno affrontare le sfide del futuro anche attraverso la propensione all’innovazione sociale che ne ha sempre qualificato l’azione amministrativa”.

Nel frattempo continuano le critiche all’autonomia delle Regioni del Sud e delle opposizioni. Lunedì il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva provato a smorzare le perplessità spiegando che in ogni caso lui opererà da garante della coesione nazionale. E, aveva aggiunto, “non sottrarremo nulla al Sud”. Nel frattempo il fronte del ‘no’ continua a farsi sentire, col sostegno di molti esponenti della sinistra. Per il 14 febbraio è stata organizzata una conferenza stampa davanti a Montecitorio per esprimere una posizione contraria al ddl in via di approvazione. Tra i contrari anche parte del Pd, nonostante tra chi ha avviato l’iter ci sia anche il governatore democratico Stefano Bonaccini: “Non mi interessa il fronte del nord né i residui fiscali: l’unità della nazione è un valore costituzionale sacro”, ha detto all’assemblea congressuale dell’Upi. “L’autonomia deve essere un fine, non uno strumento – ha aggiunto – la stessa richiesta di autonomia ha bisogno di Province in piedi, non il contrario. Né mi interessa il centralismo regionale che potrebbe sostituirsi allo stato centrale”.

“Non è un giorno in più o un giorno in meno a preoccuparmi. L’importante è che si facciamo le cose per bene“, ha detto il presidente dell’Emilia Romagna parlando dei tempi del percorso per l’autonomia. Tempi su cui solleva perplessità la senatrice di Forza Italia, Anna Maria Bernini: “L’autonomia differenziata resta in alto mare a tre giorni dal 15 febbraio”, elencando i ministeri che ancora non hanno dato il via libera a cedere alcune competenze.  “Venerdì assisteremo così a un via libera ‘salvo intese‘, l’ennesimo rinvio di un punto ‘fondamentale’ del contratto di governo. Un governo sempre più ‘salvo intese'”, attacca Bernini. “E’ ora di mettere a punto il sistema delle autonomie – sostiene invece Pier Luigi Bersani – un paese serio cosa fa in questi casi. Si da un anno e mezzo, fa una Bicamerale per la riforma delle autonomie. E rimette a punto, in chiave autonomistica sì, ma ordinata. Questo deve fare”, spiega il parlamentare di Liberi e Uguali, ad Agorà su Rai3.

“Un appello che rivolgo alle Regioni, affinché, soprattutto nel processo di attuazione del regionalismo differenziato, guardino a Province e Città metropolitane come luogo naturale cui decentrare le funzioni amministrative che si andranno consolidando”, ha detto il presidente uscente dell’Upi, Achille Variati, nel corso dell’assemblea a Roma. Michele de Pascale, presidente della Provincia di Ravenna, è stato eletto a suo successore all’unanimità.

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