A dirlo è l'ultimo rapporto dell'organizzazione presentato a Strasburgo. Nel 2018 tredici segnalazioni riguardanti il nostro Paese, il triplo dello scorso anno. Salvini e Di Maio citati per le minacce sulla scorta a Saviano e per gli insulti ai giornalisti. Minacce e attacchi in crescita in tutto il Vecchio continente
In Italia “la libertà di stampa è chiaramente deteriorata nel 2018″ e molte delle segnalazioni riguardanti il nostro Paese sono arrivate dopo l’insediamento del “nuovo governo, il primo giugno”. A dirlo è il rapporto presentato a Strasburgo dalle 12 organizzazioni che gestiscono la piattaforma del Consiglio d’Europa per la protezione del giornalismo e l’incolumità dei giornalisti, in cui si afferma che “la libertà di stampa sul continente non è mai stata così fragile dalla fine della guerra fredda”.
A rendere evidente il peggioramento della situazione in Italia, uno dei quattro Paesi insieme a Turchia, Russia, e Ungheria a cui è dedicato un paragrafo a parte, è “il brusco aumento” di segnalazioni di violazioni alla libertà di stampa fatte sulla piattaforma nel 2018, “triplicate rispetto all’anno precedente”.
Secondo il rapporto, intitolato Democrazia a rischio: minacce e attacchi contro la libertà dei media in Europa, “la crescente violenza contro i giornalisti è particolarmente preoccupante” e l’Italia “è uno dei Paesi col più alto numero di segnalazioni nel 2018” per attacchi e minacce a giornalisti, “tredici, come per la Russia“. “I due vicepremier, Di Maio e Salvini, esprimono regolarmente una retorica particolarmente ostile a media e giornalisti sui social”, si legge nel documento.
“Tra le altre cose – si legge -, il vicepremier Matteo Salvini ha minacciato di togliere la scorta al giornalista Roberto Saviano, nonostante siano note le minacce di morte che ha ricevuto da parte delle organizzazioni criminali”. Nemmeno l’altro vicepremier viene risparmiato: “Di Maio ha insultato i giornalisti (dopo il processo al sindaco di Roma, Virginia Raggi) e ha dato inizio a una politica per abolire i fondi pubblici alla stampa”.
Il rapporto valuta la situazione della libertà dei mezzi d’informazione in Europa sulla base di 140 gravi violazioni segnalate alla piattaforma nel corso del 2018. E i risultati non sono incoraggianti: il numero di attacchi contro i giornalisti è costantemente aumentato nel Vecchio continente. Le minacce segnalate, incluse le minacce di morte, sono raddoppiate nel corso dello scorso anno e non vi sono stati progressi nei numerosi casi d’impunità di lunga data per l’omicidio di giornalisti. Inoltre, i cronisti continuano a essere detenuti arbitrariamente, mentre diverse nuove iniziative legislative indeboliscono la libertà dei media.
“La libertà di espressione è fondamentale per la realizzazione di ogni altro diritto umano e merita la massima attenzione da parte dei nostri Stati membri – ha commentato il Segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jaglandl – Il rapporto può fungere da base per un dialogo con gli Stati membri su come migliorare la situazione nel settore della libertà dei media”.
La Piattaforma del Consiglio d’Europa è istituita dall’Organizzazione nel 2015, in cooperazione con diverse Ong internazionali attive nel campo della libertà di espressione e con associazioni di giornalisti, con l’obiettivo di raccogliere informazioni utili per generare azioni di tutela o provvedimenti correttivi.
I dodici partner della piattaforma sono: Federazione europea dei giornalisti, Federazione internazionale dei giornalisti, Associazione dei giornalisti europei, Article 19, Reporter senza frontiere, Comitato per la protezione dei giornalisti, Index on Censorship, International Press Institute, International News Safety Institute, Rory Peck Trust, Unione europea di radiodiffusione e Pen International.