Massimo Merlo è stato in carica, in quota area del centrosinistra, dal settembre del 1993 al maggio del 1994. È indagato per associazione mafiosa ed è stato arrestato dalla squadra mobile della Questura. Con il fratello Massimo, di 47 anni, è ritenuto ai vertici del gruppo Merlo che, secondo l’accusa, dal 2016 sarebbe confluito nella cosca Tomasello-Mazzaglia-Toscano legata alla 'famiglia' Santapaola-Ercolano
C’è anche l’ex sindaco di Biancavilla, Marcello Merlo, tra gli arrestati dell’operazione Città blindata della procura di Catania. Sedici le persone arrestate dai carabinieri: sono accusate di appartenere a un gruppo mafioso che gestiva un traffico di droga nella città in provincia di Catania. Merlo è stato in carica, in quota area del centrosinistra, dal settembre del 1993 al maggio del 1994. È indagato per associazione mafiosa ed è stato arrestato dalla squadra mobile della Questura. Con il fratello Massimo, di 47 anni, è ritenuto ai vertici del gruppo Merlo che, secondo l’accusa, dal 2016 sarebbe confluito nella cosca Tomasello-Mazzaglia-Toscano legata alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano ai vertici di Cosa nostra etnea.
Massimo Merlo, fratello dell’ex sindaco, è stato arrestato il 2 dicembre del 2016, dalla squadra mobile e da agenti del commissariato di Adrano nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Maurizio Maccarrone, 43 anni, assassinato il 4 novembre del 2014 davanti casa sua, ad Adrano. Secondo l’accusa sarebbe il mandante del delitto passionale: la vittima aveva avuto un relazione con l’ex fidanzata di Massimo Merlo.
Nell’operazione gli investigatori si sono avvalsi delle intercettazioni compiute bordo dell’auto blindata acquistata da uno degli indagati e delle dichiarazioni di sei collaboratori di giustizia. Le indagini, che hanno preso avvio dopo gli omicidi di Agatino Bivona, ucciso il 13 gennaio 2014, e di Nicola Gioco, freddato due giorni dopo, hanno fatto emergere i contatti tra Giuseppe Amoroso, che era stato posto agli arresti domiciliari, ed alcuni suoi fedelissimi per consolidare gli assetti della nuova formazione criminale e pianificare strategie per sancire il definitivo predominio del suo gruppo. Le indagini hanno accertato anche che gli si era affiancato il fratello Giuseppe dopo che era stato anch’egli posto ai domiciliari. Gli investigatori sono anche riusciti a fermare in tempo il 6 ottobre del 2014 un gruppo di fuoco di appartenenti alla famiglia Maglia che aveva deciso di uccidere Vito Amoroso. Durante le indagini, il 23 aprile 2015, sono stati sequestrati 100 grammi di cocaina, numerose munizioni di fucile calibro 12 e di pistola calibro 7.65. Dopo un tentativo di omicidio nei confronti del fratello Giuseppe, il 10 gennaio 2016, gli investigatori sono riusciti a sequestrare un vero e proprio arsenale che era stato nascosto nelle campagne del paese. Le indagini hanno anche fatto luce sull’attività estorsiva iniziata dagli indagati nel 2012.