Le due forze di maggioranza hanno trovato l'accordo nel mini vertice a Palazzo Chigi di questa mattina. Il titolare della Farnesina ha riferito a Montecitorio e a Palazzo Madama: la risoluzione è stata poi approvata dal Parlamento. Critiche dell'oppozione. Carfagna (Fi): "Governo come Ponzio Pilato". Quartapelle (Pd): "Ringraziamento di Maduro una vergogna". Bonino: "Riconescete Guaidò"
La Camera prima e il Senato poi hanno approvato la mozione M5s- Lega sul Venezuela: il Parlamento ha bocciato invece tutte le altre risoluzioni dell’opposizione. Le due forze di governo hanno trovato l’intesa nel mini vertice a Palazzo Chigi di questa mattina con un testo che impegna l’Italia “a sostenere gli sforzi diplomatici anche attraverso la partecipazione a fori multilaterali, al fine di procedere, nei tempi più rapidi, alla convocazione di nuove elezioni presidenziali che siano libere credibili e in conformità con l’ordinamento costituzionale”. Questo è il passaggio chiave dell’accordo di maggioranza che non riconosce esplicitamente Juan Guaidò ma definisce “illegittime” le ultime elezioni che hanno confermato Nicolas Maduro, chiedendo una nuova consultazione. M5s e Lega sono riuscite a convergere su una posizione comune dopo la riunione tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il vicepremier Matteo Salvini, il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti e ovviamente il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi.
Le dichiarazioni di voto. Carfagna (Fi): “Governo come Ponzio Pilato”
Il titolare della Farnesina uscito da Palazzo Chigi è andato a Montecitorio per riferire alla Camera l’esito del vertice, poi nel pomeriggio al Senato. Dopo il suo intervento è cominciato il dibattito in Aula e poi il voto delle risoluzioni. “Tutti auspichiamo che in Venezuela torni la democrazia e ci siano elezioni libere. Ma chi le deve convocare? Maduro ha detto che non lo farà. Guaidò ha promesso che lo farà. Per questo Guaidò va sostenuto“, dice nell’Aula della Camera Fabio Lollobrigida, capogruppo di Fdi, in dichiarazione di voto. “Se da una parte c’è un tiranno e dall’altra c’è la democrazia, noi ci schieriamo con la democrazia”, conclude. “Se a controllare le elezioni sarà Maduro non ci sarà nessuna neutralità. Per cui sarà solo una pantomima come è una pantomima il gruppo di contatto”, dice Mara Carfagna di Forza Italia. “Questo esecutivo – aggiunge – se ne lava le mani come Ponzio Pilato“.
“Il ringraziamento di Maduro all’Italia è stata una vergogna”, commenta Lia Quartapelle (Pd) che esprime la contrarietà dei democratici a qualsiasi mozione che non riconosca chiaramente Guaidò. Parere favorevole del governo alla sola risoluzione presentata da M5s e Lega che ha invece respinto le altre sette depositate da Pd, Fi, Leu, gruppo Misto-Maie, Fi, Fdi, dai deputati Vito e Occhiuto e da +Europa. “La Lega non può accettare che si dica che sarebbe in atto un tentativo di golpe. L’elezione di Maduro è stata fraudolenta e lo abbiamo scritto nella risoluzione. Noi non staremo mai con i dittatori“, dice Paolo Formentini del Carroccio. “Noi non siamo tifosi di nessuno. In politica estera è sbagliato usare le ideologie”, rimarca Pino Cabras (M5s). ” Chi vuole ignorare una svolta di guerra civile con risvolti internazionali commette un errore madornale. Non vogliamo la guerra in Venezuela e il modo migliore di evitarla è non fare interferenza“, aggiunge.
“Chi deve guidare il processo nazionale verso elezioni libere e trasparenti in Venezuela? Mi auguro che il ministro chiarisca questo punto”. A chiederlo è la senatrice di +Europa Emma Bonino intervenendo in Aula dopo l’informativa a Palazzo Madama di Moavero. “Servono parole chiare per il riconoscimento del governo transitorio di Guaidò, senza questa chiarezza non si va da nessuna parte. Da lei mi aspetto risposte”, continua Bonino e suggerisce: “Stante così la situazione, il governo italiano riconosca il governo a interim di Guaidò, che poi deve procedere alle elezioni”. Mentre il senatore di Forza Italia, Andrea Cangini, si rivolge direttamente al titolare della Farnesina: “Non credo che le scelte di politica estera possano essere attribuite al presidente Conte, irrilevante anche in questo caso, né a lei. E quindi le domando: è il ventriloquo di Di Battista?”, attacca.
Il discorso di Moavero in Aula: “Scorse elezioni illeggitime, subito nuove”
“Il governo è preoccupato per l’emergenza umanitaria e sta operando per fornire soluzioni non conflittuali – ha detto Moavero – Il governo considera inaccettabile e condanna fermamente ogni tipo di violenza e si esprime a favore di una soluzione pacifica. Il governo ritiene che le scorse elezioni presidenziali non attribuiscono legittimità democratica a chi ne è uscito vincitore, cioè Nicolas Maduro“, ha spiegato il ministro di fronte a un centinaio di deputati. Moavero proprio ieri, lunedì, ha incontrato una delegazione di Juan Guaidó. Nello stesso giorno l’autoproclamato presidente del Venezuela ha inviato una lettera in cui scriveva che “con profondo sconcerto non comprende le ragioni della posizione politica italiana”.
“Il governo italiano chiede al più presto nuove elezioni presidenziali democratiche in Venezuela”, ha ribadito il titolare della Farnesina. “In questa situazione estremamente complessa e di gravi rischi, bisogna prevenire scontri e violenze che potrebbero sfociare in guerra civile, bisogna preservare il popolo venezuelano da conseguenze ancora più negative”, è stato il suo avvertimento. Per questo “l’Italia ha stanziato due milioni di euro da erogarsi nel più assoluto rispetto dei principi internazionali”. Moavero ha infine voluto sottolineare come “la nostra posizione è coerente con le conclusioni, con il comunicato del Gruppo di Montevideo e con la dichiarazione del 26 gennaio dei Paesi europei“.
Un concetto non condiviso dall’eurodeputato Esteban Gonzalez Pons, vicepresidente dei Popolari al Parlamento europeo. “Ci chiediamo perché l’Italia sostenga Maduro in Venezuela e gli chiederemo quando l’Italia riconoscerà Guaidò”, ha detto in merito all’incontro odierno con il premier Conte. Ma la posizione del governo è stata ribadita anche dal sottosegretario Di Stefano (M5s) al termine dell’incontro a Palazzo Chigi: “Non riconosciamo Maduro ma nemmeno un presidente che si autoproclama come Guaidò”, ha detto a Omnibus su La7.
Il dibattito in Aula – Le critiche del Pd. M5s: “Non appoggiamo Maduro”
“Nel dibattito politico ci sono pericolose strumentalizzazioni da parte dei partiti che non argomentano il loro sostegno a Guaidò ma attaccano il M5s sostenendo che appoggia Maduro. Il M5S non appoggia Maduro“, ribadisce nell’Aula della Camera Cristian Romaniello del M5s. Gli attacchi più duri arrivano dal Partito democratico che ha incontrato la delegazione dell’opposizione venezuelana: “59 Paesi di tutto il mondo hanno riconosciuto Guaidò come presidente ad interim del Venezuela. Non avere il governo italiano al nostro fianco è per noi un colpo al cuore, perché l’Italia fa parte della nostra anima”, hanno riferito. In Aula ha parlato Piero Fassino: “Il presidente Guaidò manifesta sconcerto per l’ambiguità e la timidezza, direi per il cerchiobottismo che caratterizza la posizione italiana. E’ una macchia per l’Italia essere stato l’unico Paese ad essere ringraziato da Maduro: quel ringraziamento suona davvero come la prova dell’ambiguità del governo”.
“Noi possiamo togliere la maggioranza dall’imbarazzo“, ha incalzato invece il deputato di Forza Italia, Elio Vito. “Lasciate che sia il Parlamento a votare sul riconoscimento del presidente ad interim. Questo non comprometterà gli equilibri della maggioranza di governo, non comporterà le dimissioni del ministro degli Esteri, salvando la collocazione dell’Italia nel suo tradizionale quadro di riferimento di politica estera”, ha sostenuto nell’Aula di Montecitorio.