Il presidente in carica in un'intervista alla Bbc ribadisce le sue posizioni e accusa Washington di essere "guerrafondai che vogliono conquistare il Paese". Intanto la Russia blocca la risoluzione delle Nazioni unite con le stesse motivazioni, come ha annunciato Lavrov. Mentre Guaidò ha chiesto a tutti i venezuelani di andare "in piazza" proprio per "esigere gli aiuti umanitari"
No a nuove elezioni presidenziali, no all’ingresso in Venezuela degli aiuti umanitari: Nicolas Maduro, in un’intervista alla Bbc, ribadisce le proprie posizioni. “Qual è la logica, il ragionamento per ripetere un’elezione?” è la domanda retorica del leader chavista rispetto alle richieste che arrivano da molti Paesi occidentali, compresa l’Italia che con un mozione approvata dalla Camera non ha riconosciuto Juan Guaidò ma ha dichiarato “illegittimo” il precedente voto e chiesto quindi il ritorno alle urne. Quanto agli aiuti, secondo Maduro sarebbero un modo per gli Stati Uniti di giustificare un loro intervento: “Fanno parte di questa farsa – ha detto – ecco perché diciamo loro che non vogliamo le loro briciole, il loro cibo tossico, i loro avanzi“. Una linea condivisa da Mosca che ha bloccato la risoluzione Onu proposta da Washington: il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite “non la adotterà”, ha fatto sapere il ministro degli Estero russo Serghei Lavrov, perché si tratta di un “tentativo da parte di Washington” per “mascherare le provocazioni” e usare le “forniture umanitarie” come modo per “destabilizzare la situazione in Venezuela e un pretesto per un pieno intervento militare“.
Intanto proprio oggi, martedì, su Twitter il presidente dell’Assemblea Juan Guaidò ha chiesto a tutti i venezuelani di andare “in piazza” proprio per “esigere che gli aiuti umanitari” entrino nel paese. Guaidò aveva annunciato la mobilitazione già la settimana scorsa, per “trasmettere un messaggio chiaro alle Forze Armate: unitevi alla lotta dei venezuelani e permettete l’accesso al cibo e alle medicine di cui ha bisogno la nostra gente”. Cinque cortei dovrebbero percorrere oggi Caracas, per convergere sulla Avenida Francisco Fajardo, che attraversa la capitale da est a ovest. Altre mobilitazioni sono previste nei principali centri del paese, con lo slogan “il Venezuela parla alle Forze Armate”. La protesta è stata convocata in coincidenza con la Giornata della Gioventù e Guaidò l’ha dedicata “alla memoria di tanti giovani caduti nella lotta per la libertà in Venezuela”.
Le parole di Maduro alla Bbc
Maduro ha definito il governo di Donald Trump una “banda di estremisti” e ha accusato gli Stati Uniti della crisi che sta attraversando il suo paese. Parlando in un’intervista concessa alla Bbc, ha ribadito che non autorizzerà l’ingresso degli aiuti umanitari, perché lo considera un tentativo americano di giustificare un intervento. “Sono guerrafondai che vogliono conquistare il Venezuela”, ha detto l’erede di Chavez, augurandosi che “questo gruppo di estremisti alla Casa Bianca possa essere sconfitto da una potente opinione pubblica mondiale”.
“Si tratta di una guerra politica dell’impero degli Stati Uniti, degli interessi dell’estrema destra che governa oggi, del Ku Klux Klan che dirige la Casa Bianca”, ha affermato ancora Maduro da Caracas. E alla domanda del giornalista se crede che Trump sia un “suprematista bianco“, ha risposto: “Lo è, pubblicamente e apertamente. Ci odiano, ci sminuiscono perché credono solo nell’interesse degli Stati Uniti”. Quanto al rifiuto all’ingresso degli aiuti umanitari, il presidente ha detto che si tratta di una mossa organizzata dall’opposizione e ha assicurato che il Venezuela ha “la capacità di soddisfare tutti i bisogni della sua gente” e non deve “mendicare da nessuno”.
Anche il presidente boliviano Evo Morales ha sostenuto che il presidente Trump parla di aiuti umanitari ma in realtà “prepara un golpe con un intervento militare” in Venezuela. In un tweet il capo dello Stato boliviano ricorda che “il blocco economico degli Stati Uniti “è un attentato ai diritti umani del popolo venezuelano” e proclama che “i popoli liberi dell’America Latina e del mondo difendono la loro dignità e sovranità”. In un precedente tweet di lunedì Morales aveva rivolto un appello “ai fratelli presidenti dell’America Latina e del mondo per continuare a cercare una soluzione pacifica per la situazione in Venezuela”.